“Signore e signori, ecco a voi Marte”. Bisognava capirlo
dall’annuncio stile notte degli Oscar, con cui il capo del progetto
“Mars Expediton Rovers” ha presentato al centro Nasa di Pasadena le
prime foto del Pianeta Rosso, che la scampagnata del robot Spirit
sul terzo pianeta del sistema solare sarebbe stata ben più che una
missione dallo straordinario significato scientifico. We’re back,
siamo tornati, hanno urlato quelli della Nasa. E la “Mars Mania” ha
avuto inizio. Il settimanale Time gli ha dedicato la sua prestigiosa
copertina, per l’occasione su sfondo rigorosamente rosso, lanciando
perfino un sondaggio on line per saggiare quanti sarebbero disposti
oggigiorno ad un viaggio verso non meglio precisate località
marziane. Sembra che l’idea riscuota successo. E non importa, come
ha fatto notare qualcuno, che le cartoline provenienti da 55 milioni
di chilometri assomiglino così tanto alle immagini delle lande
desolate e inospitali dell’Afghanistan.
Business is business
All’insegna del motto “business is business”, i marzianologi a
stelle e strisce si sono subito messi all’opera per calcolare i
possibili guadagni derivanti dalla nuova corsa allo spazio lanciata
da Bush. Il magnate Robert Bigelow si è detto pronto a investire 500
milioni di dollari per realizzare, entro il 2015, un hotel orbitante
attorno alla Terra. C’è poi chi già promette, come la Space
Adventures di Arlington, che nel 2007 sarà possibile godersi la
vista spettacolare del globo terracqueo in particolarissime crociere
siderali. Il prezzo? Ovviamente stratosferico: 98 mila dollari,
centesimo più, centesimo meno. Pure la Luna è tornata di moda, anche
perché proprio il satellite terrestre dovrebbe essere, nelle
intenzioni americane, il trampolino di lancio per la spedizione
verso Marte. David Criswell, direttore dell’Institute for Space
Systems Operations dell’Università di Houston, ha fatto notare che
il silicio è presente in grandi quantità nella roccia lunare. Una
volta estratto potrebbe dunque essere convertito in cellule solari
trasformando la Luna in una sorta di gigantesco pannello solare per
inviare energia, pulita e abbondante, al nostro pianeta.
Tutti pazzi per Marte
Delle “marzianate”, si è occupato anche il New York Times con un
articolo di John Schwartz sui possibili utilizzi della Stazione
Spaziale Internazionale. Che rischia di andare in pensione, giacché
Bush, l’unilateralista cosmico, ha deciso di tagliare i fondi al
progetto - finanziato da giapponesi, russi ed europei - per seguire
l’american way dello spazio. L’industria del cinema si è fatta
subito avanti. Ad Hollywood, c’è chi ha pensato di posizionare delle
super telecamere sulla Stazione orbitante. Ma la proposta più
originale è quella di John M. Logsdon, direttore dell’Institute for
Space Policy dell’Università George Washinton: “Sarebbe un bel posto
per ambientarci il Survivor show”, l’alter ego americano dell’Isola
dei Famosi. Se sei eliminato, ha avvertito Logsdon, sono davvero
guai per tornare a casa. Intanto, la Lego ha realizzato un mini
Spirit da comporre in 417 pezzi. Il Washington Post ha commentato
l’evento scrivendo icasticamente che il rover della Nasa, dopo
Marte, è atterrato anche sui negozi di giocattoli. Il robottino è
ormai coccolato dai mass media come una vera rock star. Prevedibile
l’effetto domino: nei primi giorni di gennaio la parola Nasa è stata
la più gettonata nel motore di ricerca Google. Battendo anche
Britney Spears, non facile di questi tempi. Fascino irresistibile
quello del Pianeta Rosso. Tanto che l’ex vicepresidente Al Gore, che
aveva detto a Bush di pensare alle cose terrestri invece di
promettere la Luna, si è poi precipitato al Jet Propulsion
Laboratory di Pasadena per seguire “l’ammartaggio” di Opportunity,
il gemello di Spirit. C’era anche il governatore della California,
Schwarzenegger, che su Marte c’era già stato. Nei panni del
protagonista del film “Total Recall”.
Al di là del colore, la “Mars mania” scoppiata negli Usa ha un
significato più profondo nell’era inquieta del dopo 11 settembre.
Come ha spiegato bene Usa Today, in un periodo nel quale il “codice
arancione” alza il livello d’ansia di ogni cittadino americano alle
prese con la minaccia terroristica, il “rosso marziano” accende
l’immaginazione e rassicura l’America sulla propria capacità di
primeggiare. Perciò non stupitevi, se nel giro di qualche lustro, il
discorso sullo stato dell’Unione andrà in soffitta, sostituito da un
più suggestivo e appropriato discorso sullo stato del Cosmo.
N.B. Oltre che su
Space Freedom, l'articolo è presente su
Ideazione.com