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Ghiaccio subito per
febbre marziana?
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Novità interessanti
dalla sonda Phoenix che forse ha trovato subito il ghiaccio sperato
di Margherita
Campaniolo |
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La
sonda Phoenix ce l’ha fatta e da otto giorni si trova nell’emisfero
settentrionale del mitico pianeta rosso.
Nell’attimo in cui è arrivata la conferma del successo dell’arrivo di
Phoenix, sulla Terra è stato tutto un fermento e non solo tra gli
addetti ai lavori; l’evento è infatti rimbalzato da un TG all’altro
facendo scattare, anche tra i più “tiepidi”, una vera e propria
febbre marziana. Un male? No, affatto. Peccato che questa attenzione
dei media, per le novità astronomiche e astronautiche, sono così rare,
se poi, a conti fatti, il pubblico dimostra di amare questi argomenti e
non resta “affascinato” solamente dalle ultime novità calcistiche o
dalle ipotesi sui prossimi amori estivi dei vip (gulp!)…
Noi,
pur nella consapevolezza di parlare da “malati inguaribili” di Marte
et similia, troviamo che ogni giorno è buono per farsi affascinare
da notizie “celesti” e abbiamo la consapevolezza che, ogni giorno,
almeno un paio di queste meriterebbero un servizio da prima serata.
Prendiamo in considerazione Phoenix. Notizia ormai trita e ritrita? Il
bello comincia solo adesso! L’ultima chicca in ordine di arrivo è
l’analisi di una delle tante immagini che questa sonda ha già inviato
sulla Terra e che ritrae la zona sottostante alla sonda stessa, nei
pressi di uno dei suoi “piedi”.
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Credit
NASA/JPL-Caltech/University of Arizona/Max Planck Institute. |
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Cos'è
quella zona bianca? Gli scienziati ritengono che potrebbe trattarsi di
ghiaccio venuto allo scoperto a causa dell’ “ammartaggio” della
sonda. |
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Credit
NASA/JPL-Caltech/University of Arizona/Max Planck Institute. |
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Se
tutto ciò sarà confermato da ulteriori indagini, l’immagine che tutto il
mondo ha visto e ammirato, e che ritrae la landa desertica attorno a
Phoenix, acquisterebbe una nuova valenza: quella landa è una grande,
grandissima estensione di lastre di ghiaccio poste a pochi centimetri di
profondità ed occultate da un sottile strato di polvere, sassi e terra.
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Credit
NASA/JPL-Caltech/University of Arizona/Max Planck Institute. |
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Acqua, ghiaccio d’acqua che periodicamente “cresce” e si ritira come ben
testimonia la singolare struttura poligonale del terreno e che tanto
somiglia a una di quelle strade lastricate in pietra presenti in tante
antiche località italiane, formazioni tipiche, là dove naturali sulla
Terra, di zone artiche soggette alle sollecitazioni dei cambiamenti di
stato del ghiaccio. |
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Credit
NASA/JPL-Caltech/University of Arizona/Max Planck Institute. |
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Galeotti, per questa scoperta, sono stati gli scarichi dei razzi della
sonda (in piena attività in fase di discesa) e che hanno messo allo
scoperto ciò che gli scienziati si auguravano di trovare.
Intanto
Phoenix ha già dispiegato il braccio munito di piccola “paletta” di cui
è equipaggiato e ha già cominciato ad usarlo sondando il terreno e
raccogliendo tre campioni di un sottile strato di terra marziana, questo
sarà, nei prossimi giorni, analizzata dal robot stesso.
Proprio
là dove il braccio ha scavato la superficie è comparso del materiale
luminoso. |
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Credit
NASA/JPL-Caltech/University of Arizona/Max Planck Institute. |
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“Questo
materiale potrebbe essere ghiaccio o sale. Siamo ansiosi di fare le
analisi dei tre campioni raccolti per saperne di più” ha detto
Ray
Arvidson
dell'università di Washington a co-investigatore per l’equipaggiamento
robotico della sonda Phoenix.
D’obbligo quindi rimane costantemente sintonizzati sui canali
marziani per nuove e strabilianti aggiornamenti sol anche per
evadere dal tran tran giornaliero. Altro che amorazzi da solleone!
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Data: 3 giugno 2008
Autore: Margherita Campaniolo
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