|
Home Page
Home Avventura
Marziana
Sezioni Tematiche
Astronomia
Astronautica
Scienza
Archeologia
Ufologia
Crop Circles
Esobiologia
Tecnologia
Letteratura
Book-Movie-Eventi
Rubriche
L'Occhio di Deimos
Editoriale
Zona
Interattiva
Newsletter
Links
Contatta
Progetti
internazionali
Progetto
Keo Italia
|
|
Sonda Phoenix in
avvicinamento |
|
|
In arrivo su Marte, in una valle verde, la
mitica Fenice
|
|
|
A poco più di un
mese dall'arrivo della "Fenice" su Marte, stabilito dove il "mitico
uccello" si poserà. |
|
|
di Margherita
Campaniolo |
|
|
|
|
|
Il Metastasio, a proposito della mitica Araba Fenice, scrisse:
"Che vi sia ciascun lo dice, dove
sia nessun lo sa"* ma, a
meno di due mesi di tempo dall’atterraggio su Marte di questa novella fenice
(25 maggio 2008), il luogo dove la sonda Phoenix sarà guidata è stato
non solo dibattuto e a
lungo vagliato ma, una volta stabilito, prontamente diffuso.
Il sito, una regione del polo
settentrionale di Marte denominato per
l’occasione Green Valley, viene considerato una “valle verde” sia perché meno rischioso per l’atterraggio della sonda
sia perché ricoperto da una
consistenze quantità di ghiaccio d’acqua da analizzare.
Il Polo nord del pianeta Marte è la destinazione da sempre
pensata per Phoenix, più travagliata e difficile è stata la scelta del luogo
preciso di esplorazione. Gli scienziati hanno voluto studiare
approfonditamente la superficie del luogo prima di decidere dove Phoenix avrebbe
toccato terra e non senza ragione: un altro sito, sempre della Green
Valley, che era parso ideale per le attività della sonda (Regione B)
risultò poi essere, dalle immagini ad alta risoluzione riprese dal Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), totalmente disseminato da grossi massi; fu
quindi necessario un cambio di piano. |
|
|
|
|
|
Regione B
Regione prescelta |
|
|
Immagini
Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) - Credit Nasa |
|
|
|
|
|
“Non abbiamo mai avuto così tante informazioni su un sito di Marte
prima di procedere con la fase di atterraggio di una sonda”, ha
detto Ray Arvidson, della Washington University di St Louis e noi potremo aggiungere che mai come oggi le missioni con
rovers
su Marte hanno avuto un così alto grado di possibile successo visto che, in un
terreno come quello marziano, il semplice spostamento di pochi
chilometri della zona di atterraggio cambi di molto lo scenario naturale
che ci si troverà a fronteggiare.
Se quindi all’intera zona è stato dato
il nome Green Valley per il colore verde scelto dai tecnici per
codificare le parti di suolo più interessanti, verdissimo è il cuore del
“bersaglio”: oggi, per Phoenix, si è stati in grado di predisporre una
“posa” su un fazzoletto di soli 13 km lungo un’ellisse di zona franca
ampia appena 100x20 km, zona circondata da più di 5 milioni di sassi.
|
|
|
|
|
|
Le tre ellissi
indicano le zone prese in considerazione per l'atterraggio della sonda
Phoenix, la Green Valley - Il fazzoletto in rosso il bersaglio ideale |
|
|
|
|
|
Dicevamo che, oltre alla sicurezza, l’area presenta promettenti caratteristiche
scientifiche; Peter Smith, della University of Arizona di Tucson ed investigatore
principale per la missione Phoenix, ha dichiarato: "La zona di atterraggio è
la più grande concentrazione di ghiaccio su Marte al di fuori delle
calotte polari. Se si vuole cercare una zona abitabile e permafrost
artico, allora questo è il posto dove andare".
Il lander Phoenix, lanciato nell’agosto 2007, una volta atterrato
opererà per circa novanta giorni scavando fino al 50 centimetri sotto la
superficie del pianeta per raccogliere campioni; questi ci aiuteranno a
capire meglio il passato di quei luoghi, il clima che si è alternato ma
ci daranno anche
indicazioni sulla presenza o meno di molecole complesse che potrebbero
essere associate con la vita. |
|
|
|
|
|
Ricostruzione
dell'atterraggio della sonda Phoenix - Credit Nasa |
|
|
|
|
|
In passato il ghiaccio marziano può essersi fuso occasionalmente a causa
dei cambiamenti d’inclinazione del Pianeta Rosso? E se sì, microscopiche
forme di vita potrebbe aver prosperato in quei periodi ed essere
presente lì sotto forma di vita fossilizzata? Oppure essere ancora lì, ad esempio, in fase di
“vita sospesa”? Gli interrogativi saranno via via sciolti a patto che
tutto proceda in modo perfetto, cosa non facile e non legata solamente
alla scelta corretta del luogo di atterraggio. Prima di atterrare infatti, la sonda dovrà
eseguire una serie di impegnative azioni come decelerare da una velocità
di quasi 21.000 chilometri all'ora, liberare il veicolo spaziale,
paracadutarlo lungo l’atmosfera e, utilizzando i suoi impulsi
propulsori, a circa 914 metri dalla superficie, atterrare su tre gambe a
8 km all’ora! Vedremo ciò che accadrà, fiduciosi ed entusiasti (come
sempre!). |
|
|
|
|
|
* dal Demetrio - atto II, scena III |
|
|
Data: 17 aprile 2008
Autore: Margherita Campaniolo
|
|
|
|
|
|