A CHE
PUNTO E’ L’IMPRESA DI ESPLORAZIONE SPAZIALE VARATA DALL’EUROPA
Cercherà acqua a 5 chilometri sottoterra
E’ IL POTENTE E SOFISTICATO RADAR LANCIATO SU MARTE CON LA SONDA «MARS
EXPRESS» AL MOMENTO OPPORTUNO VERRANNO APERTE LE SUE ANTENNE
LUNGHE QUARANTA METRI
C’È una robusta componente italiana nell’impresa di «Mars Express», la sonda
europea che ha finito per vedersi un po’ eclissata da fasti delle più fortunate
navicelle americane giunte subito dopo, che sul pianeta rosso sono riuscite a
far atterrare i loro «rover», Spirit e Opportunity, da mesi sui giornali con le
loro foto e le loro ricerche sul suolo di Marte.
La scarsa fortuna mediatica della sonda europea è il riflesso della perdita del
«Beagle», il suo piccolo laboratorio mobile che nei giorni dello scorso Natale
avrebbe dovuto scendere su Marte e svolgervi un intenso programma di prelievi e
di ricerche. Il «Beagle», che recava il nome famoso del brigantino con cui
Charles Darwin andò in giro per gli oceani, fu regolarmente sganciato: doveva
essere rallentato da un retrorazzo, poi frenato dall’apertura di un paracadute,
infine protetto nell’impatto col suolo da un intero grappolo di «airbag», come
quelli già sperimentati con successo in altri atterraggi su Marte. Le
comunicazioni del «Beagle» dovevano passare per il tramite delle sonde
americane; Nasa e Jet Propulsion Laboratory s’erano preso questo compito: ma
nessun segnale fu ricevuto e ritrasmesso, ed è di questi giorni l’ipotesi di un
gruppo di scienziati britannici che l’atterraggio sia stato troppo poco
rallentato e l’impatto duro e rovinoso per via dell’insufficienza dei mezzi di
frenata, in rapporto alla debole densità dell’atmosfera di Marte,
particolarmente in quelle circostanze. Il «lander» Beagle era stato realizzato
in Inghilterra dal gruppo Pillinger: comunque la sua perdita, pur dolorosa, non
deve far dimenticare che si trattava di uno soltanto dei sette esperimenti
affidati alla sonda dell’Esa, una vera cosmonave, carica della tecnologia più
avanzata; e, soprattutto che gli altri strumenti per la fotografia, la
spettrometria nell’ultravioletto e nell’infrarosso, i rilevatori della pressione
e della presenza di idrogeno e ossigeno nell’atmosfera di Marte, hanno
funzionato e funzionano a perfezione; e il più importante e innovativo, il
Marsis, un radar capace di penetrare fino a cinque chilometri di profondità nel
sottosuolo di Marte, non è ancora praticamente entrato in azione.
Questo ci hanno sottolineato con forza Salvatore Moschetto e Francesco
Bonaventura, due degli specialisti italiani che hanno progettato e preparato il
software che comanda il sondaggio e che sono preposti alla raccolta e al
trattamento dei dati rilevati. «Siamo - spiegano - dell’Info Solution, con sede
a Vimodrone nel Milanese e tre diversi centri, a Milano, Roma e l’Aquila con una
settantina di collaboratori. L’Info fa capo dell’Alenia Spazio, cui offre
progettazione e tecnica del software che controlla il Marsis, per quello che
vien detto in gergo tecnico il «segmento a terra», ossia i dispositivi
elettronici che comandano la raccolta e l’elaborazione dei dati raccolti da una
sonda, che vengono poi a trovarsi disponibili per l’intera comunità scientifica.
Il Marsis (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding) è opera
del gruppo di Giovanni Piccardi, dell’Università romana La Sapienza: in sostanza
è un radar potente e sofisticato i cui impulsi sono in grado di penetrare sino a
un limite di cinque chilometri nel sottosuolo di Marte. Per cercarvi che cosa?
«Bacini d’acqua fossile come quelli messi in evidenza sotto le sabbie del
Sahara, o depositi di ghiaccio nel sottosuolo come nella tundra siberiana: in
sostanza la prova ultima, definitiva, che Marte ha conservato almeno una parte
dell’acqua una volta abbondante sulla sua superficie e che poi in parte si è
perduta, volatilizzata nello spazio, attraverso un’atmosfera di densità esigua e
per via di una gravità troppo debole per trattenerla. Ma una porzione non
indifferente dovrebbe essersi conservata: ed è quello che il Marsis tenterà di
rilevare non appena lasceranno che si aprano le sue antenne di quaranta metri,
in grado di emettere onde radio molto lunghe e di bassa frequenza». Perché
questo non è ancora avvenuto? «Perché si è temuto che l’apertura di quelle
enormi antenne potesse creare problemi meccanici per un corretto spiegamento e
anche per l’attività degli altri dispositivi; inoltre, il flusso dei dati
raccolti dovrebbe comunque passare per le sonde americane, già sovraccariche di
traffico per conto loro. Ma si tratta pur sempre della ricerca più importante e
significativa fra quelle della sonda europea: una ricerca, chiaramente parallela
e non concorrenziale a ciò che stanno trovando i due «rover» americani, che
hanno a più riprese segnalato tracce della presenza di acqua nelle rocce dei
siti che vanno esplorando. Oltre tutto, se Marte conserva ancora delle sacche
sotterranee di acqua, ciò sarebbe di importanza cruciale in vista di una futura
colonizzazione del pianeta».
A Marte è dedicata una Conferenza internazionale organizzata dall’Agenzia
spaziale italiana, in corso a Ischia (19-23 settembre)
Luigi Prestinenza
http://www.lastampa.it/_settimanali/tst/estrattore/tutto_scienze/art1.asp
SPAZIO: ANCORA UN RINVIO PER RADAR ITALIANO MARSIS |
(ANSA) - ROMA, 16 GIU - Nuovo rinvio per il funzionamento del radar
italiano Marsis, a bordo della sonda europea Mars Express, in orbita
attorno a Marte. Nuove simulazioni del dispiegamento delle lunghe e
sottilissime antenne del radar hanno evidenziato problemi che hanno
costretto a rinviare ulteriormente l'entrata in funzione dello
strumento, inizialmente prevista per metà aprile e poi slittata a
metà giugno. Per assicurare con successo l'apertura delle antenne
saranno perciò necessarie ulteriori simulazioni. La nuova data per
l'avvio del radar potrà essere stabilita soltanto a fine agosto, ha
detto il responsabile dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) per
l'esplorazione del Sistema Solare, Enrico Flamini. L'intervallo di
alcuni mesi è infatti necessario perché a partire da metà luglio la
sonda Mars Express sarà coperta dal Sole e non riuscirà quindi ad
inviare dati a Terra. Realizzato dall'Alenia Spazio per conto
dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), il radar è stato realizzato
sotto la guida scientifica di Giovanni Picardi, dell'università di
Roma La Sapienza e del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa.
Marsis permetterà di analizzare il suolo di Marte anche a profondità
notevoli, fino a 5 chilometri, grazie a segnali radio a bassa
frequenza. E' costituito da due antenne sottilissime, lunghe 20
metri ciascuna e da una terza antenna di 7 metri.
(ANSA). BG
16/06/2004 00:51 |
05/05/2004
L'ESA ritarda
l'apertura del radar di Mars Express
L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha deciso di
rinviare l'apertura (deployment) del radar MARSIS a bordo di Mars Express,
previsto per questa settimana, in attesa dei risultati di test in corso per
rivelare se l'operazione danneggerà la sonda spaziale.
L'antenna principale del radar MARSIS consiste di due bracci cilindrici da 20
metri, larghi circa 2,5 centimetri. I bracci, al momento piegati a fisarmonica
all'interno di casse fissate all'orbiter di Marte dell'ESA, sono progettati per
spiegarsi quando vengono aperti i contenitori e per fissarsi in posizione dopo
dieci minuti.
Sarà il radar MARSIS stesso a studiare il sottosuolo di Marte, fino a una
profondità di diversi chilometri, inviando onde radio verso il pianeta e
studiando come esse vengono riflesse dal materiale che incontrano. Così facendo,
si spera che MARSIS consentirà agli scienziati di tracciare una mappa della
composizione mineralogica di Marte e rivelare la presenza di eventuale acqua o
ghiaccio sotterranei.
In base alle simulazioni effettuate quattro anni fa dalla società che ha
costruito i bracci, Astro Aerospace, con sede in California, l'apertura dovrebbe
avvenire senza problemi, con leggera o nessuna oscillazione dei bracci del
radar. Tuttavia, la società ha avvertito l'ESA che una nuova e più sofisticata
analisi indica la possibilità di un "contraccolpo" che potrebbe verificarsi
prima che i bracci siano completamente bloccati in posizione.
Sebbene l'ESA affermi che non vi sono dubbi sulla riuscita dello "spiegamento",
i direttori della missione Mars Express sono molto attenti a non sottoporre i
bracci del radar a una sollecitazione meccanica eccessiva e ad assicurare che
non danneggino la sonda durante l'apertura.
Attenderanno quindi i risultati di ulteriori test e simulazioni, in fase di
esecuzione da parte dell'équipe MARSIS e dei loro committenti industriali, per
confermare che l'apertura non avrà alcun impatto sulla sicurezza di Mars
Express.
Ritornando sulla terra, l'ESA celebra l'adesione del Lussemburgo alla sua
convenzione, passo che apre la strada al Granducato per diventare uno Stato
Membro a tutti gli effetti entro il dicembre 2005 al più tardi.
"Diamo il nostro più caloroso benvenuto al Lussemburgo nell'Agenzia Spaziale
Europea", ha dichiarato il Direttore Generale dell'ESA, Jean-Jacques Dordain.
"Il Lussemburgo ha già acquisito esperienza spaziale, grazie alla sua
partecipazione a Intelsat, Eutelsat e Eurocontrol, e rafforzerà quindi la
dimensione europea dell'ESA".
Per maggiori informazioni, vi invitiamo a
consultare il seguente sito Web:
http://www.esa.int/export/esaSC/120379_index_0_m.html
Fonte:
http://dbs.cordis.lu/cgi-bin/srchidadb?CALLER=NHP_IT_NEWS&ACTION=D&SESSION=&RCN=EN_RCN_ID:21971&TBL=IT_NEWS
MARTE: MARSIS AL NASTRO
DI PARTENZA, SCENDERA' NELLE VISCERE PIANETA
RADAR ITALIANO ASSO
NELLA MANICA DELL'ESA, DIRA' L'ULTIMA PAROLA SU ACQUA
Roma, 25 apr. - (Adnkronos) - Si apre una nuova
pagina per l'esplorazione europea di Marte. Una pagina in cui si
scrivera' l'ultima parola sulla presenza di acqua sul pianeta rosso.
Sta infatti per entrare in gioco anche Marsis (Mars Advanced Radar
for Subsurface and Ionospheric Sounding), un radar tutto italiano,
l'ultimo degli strumenti portati in orbita su Marte da Mars Express
e rimasto finora rannicchiato e silenzioso all'interno del satellite
dell'Esa.
(Ada/Opr/Adnkronos)
25-APR-04 -15:33
SPAZIO: MARS
EXPRESS, SLITTA AVVIO RADAR ITALIANO MARSIS
ROMA, 20 APR - Piccolo ritardo nella tabella di
marcia della missione Mars Express: il radar Marsis, di fabbricazione
interamente italiana e che avrebbe dovuto inziare la sua attivita' oggi,
comincera' invece a funzionare dagli inizi di maggio per cause di natura
tecnica. Lo ha precisato la responsabile Unita' osservazione dell'universo
dell'Agenzia spaziale italiana (Asi), Simona di Pippo, a margine della lezione
su Marte tenuta dallo scienziato americano Paul Doherty, a Roma in occasione
della Settimana nazionale dell'astronomia. ''L'inizio delle operazioni per
l'attivazione di Marsis - ha spiegato di Pippo - era previsto per oggi, ma per
ragioni tecniche legate alla missione si e' deciso uno slittamento di pochi
giorni. A bordo della missione sono infatti in atto vari esperimenti e dal
momento che il radar e' non compatibile con un altro strumento a bordo, la sua
accensione e' stata rimandata per ottimizzare le strategie di osservazione''.
Uno strumento tutto italiano, Marsis, dal quale gli scienziati si aspettano
molto: ''E' la prima volta in assoluto, infatti, che un radar sottosuperficiale
- ha sottolineato di Pippo - viene montato su una missione su Marte; si tratta
di un vero fiore all'occhiello perche' ci consentira', dopo i primi 4-5 mesi, di
avere una mappa complessiva di tutta la superficie di Marte''. Questo portera'
al risultato piu' atteso della missione: ''Alla fine di questi esperimenti - ha
affermato la responsabile Asi - sapremo dov'e' l'acqua; in altre parole, se su
Marte c'e' l'acqua, con Marsis la troveremo sicuramente''. Infatti, ''se il
modello usato per costruire lo strumento e' corretto - ha proseguito di Pippo -
Marsis riesce a penetrare fino a 5 chilometri in profondita' ''. Ma la
tecnologia italiana ha gia' in cantiere quello che promette di essere un nuovo
'asso nella manica': si tratta, ha rilevato di Pippo, del ''fratello evoluto di
Marsis, Sharade, che volera' ad agosto 2005 su una missione americana che si
chiamera' MRO e consentira' di rifare una mappatura di Marte con una precisione
ancora maggiore''. Per la prima volta in assoluto, ha sottolineato l'esperta,
''questo strumento italiano sara' un Facility Instrument, vale a dire lo
strumento chiave di una missione americana''. Un traguardo, ha concluso, dal
momento che ''non e' mai successo che in una missione americana uno strumento
italiano, o comunque europeo, abbia rappresentato il cuore della missione
stessa''.
Fonte:
http://www.studiocelentano.it/newsansa.asp?id=34674
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