Beagle non Telefona Casa
di Umberto Guidoni
L´Europa ha raggiunto Marte ma sembra
che l´ultimo passo, quello che doveva portare la piccola sonda Beagle
2 sulla superficie del pianeta rosso non sia riuscito alla perfezione.
Il mini robot - progettato per effettuare una discesa frenata col
paracadute, seguita da un «crash landing» con una spece di air bag, in
grado di ammortizzare l´impatto finale con la superficie marziana -
avrebbe dovuto stabilire un contatto radio qualche ora dopo
l´atterraggio, avvenuto presumibilmente alle 03,54 del 25 dicembre, ma
finora questo segnale non è arrivato.
Ma ci sono ancora 13 possibilità di collegamento prima che Beagle 2 si
ponga automaticamente in funzione di trasmissione d´emergenza. Vale la
pena di ricordare i tratti essenziali della complessa missione Mars
Express, la prima dell´Agenzia Spaziale Europea (Esa) verso il pianeta
rosso. Cominciata più di sei mesi fa, con il lancio dal poligono di
Baikonur (Kazakhstan) a bordo di un razzo Soyuz, la missione aveva il
duplice obiettivo di porre in orbita la nave madre, la sonda Mars
Express appunto, e di rilasciarresso ad altissima velocità nella tenue
atmosfera marziana. Da quel momento non si sono avute più notizie
dalla piccola sonda di circa 70 chili che, pochi minuti dopo il suo
atterraggio avrebbe dovuto contattare la sonda americana Mars Global
Surveyor, da anni in orbita attorno al pianeta che, passando sulla
verticale, avrebbe funzionato come ponte radio per rispedire i deboli
segnali del robottino europeo fino al centro di controllo di Darmstadt
in Germania. Purtroppo, le nove note musicali che costituivano il
primo messaggio della sonda marziana non sono state captate nemmeno
nei tentativi successivi, che hanno utilizzato l'antenna dell´osservatorio
di Jodrell Bank, in Inghilterra. Ma i tecnici dell´Esa non disperano\,
ci sono ancora alcuni giorni di tempo per tentare di comunicare con il
robottino, prima che le batterie si esauriscano completamente. Intanto
cominciano a fiorire le prime ipotesi sulla natura del problema che ha
impedito al Beagle di comunicare con la Terra.
Prima di tutto la piccola sonda
automatica potrebbe esser atterrata nel punto sbagliato oppure con
l´antenna non completamente aperta e quindi non in grado di funzionare
come previsto. Una seconda ipotesi potrebbe riguardare una
incompatibilità fra i segnali radio del robottino europeo e quelli
della sonda americana ed infine un impatto più duro del previsto con
il suolo marziano potrebbe aver danneggiato irreparabilmente qualche
delicato meccanismo. Comunque gli scienziati restano fiduciosi e
sperano di poter ottenere dati preziosi dalla missione Mars Express il
cui punto di forza è rappresentato dall´orbiter che continuerà a
ruotare attorno al pianeta in un´orbita ellittica per un intero anno
marziano, circa 687 giorni terrestri, per fornire una mappa ad alta
risoluzione della superficie del pianeta. La sonda è dotata anche di
un potente radar per scandagliare gli strati sotterranei, fino a circa
5 km di profondità, alla ricerca di acqua. Proprio la scoperta di
acqua sul suolo marziano è strettamente connessa alla missione del
Beagle che è equipaggiata con un braccio meccanico per estrarre
campioni di rocce e di suolo da analizzare alla ricerca di possibili
forme di vita marziana. Se tornerà a funzionare come previsto, il
piccolo "lander" dovrebbe trasmettere le prime foto del panorama
marziano per la fine dell´anno, mentre le prime immagini radar del
Mars Express dovrebbero arrivare nella primavera del 2004. Questa
battuta d´arresto, che speriamo sia solo momentanea, riapre il
dibattito sulla complessità delle missioni planetarie. Delle trenta
missioni lanciate verso Marte da vari paesi, solo il 30% sono riuscite
a raggiungere il pianeta rosso e, se analizziamo i tentativi di
discesa sulla superficie, il quadro è altrettanto desolante: su 9
tentativi solo tre hanno avuto successo. Con queste incertezze, appare
sempre più difficile rispondere alla domanda: quando un equipaggio
umano, magari composto anche da astronauti europei, potrà calcare le
desolate pianure marziane?
L'Unità |
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Un obiettivo difficile da centrare
Il silenzio improvviso di una missione
destinata ad atterrare su Marte, come nel caso del Beagle 2, è un evento tutt'altro
che raro. Marte si è infatti dimostrato finora uno degli obiettivi più difficili
da raggiungere. Lo dimostra il fatto che, delle 34 missioni tentate sul pianeta
rosso a partire dalla metà degli anni '60, solo 23 siano arrivate a
destinazione. Di queste, poi, soltanto 10 sono riuscite a fornire dati
scientifici degni di nota. Tutto questo spiega perchè, nonostante il silenzio
del Beagle 2, i responsabili della prima missione dell'Agenzia Spaziale Europea
(ESA) su Marte, Mars Express, siano comunque orgogliosi che la sonda madre abbia
raggiunto l'orbita voluta.
Il Mattino
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Spazio: ancora
nessun segnale da Beagle 2 |
(ANSA) - ROMA, 28 DIC - Ancora
nessun segnale dal veicolo europeo Beagle 2 e' arrivato, questa notte, dal
telescopio britannico di Jodrell Bank. Quello che ci si aspetta di ricevere
da Beagle 2 e' un segnale intermittente della durata di 10 secondi, seguito
da 5La prossima possibilita' di ricevere il segnale tramite la sonda
americana Odyssey e' prevista per stasera, a partire dalle ore 19:57.
2003-12-28 - 09:58:00 |
Ancora silenzio da Marte |
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L'Agenzia spaziale
europea (Esa) ha comunicato ieri che il satellite americano Mars Odyssey si
è trovato per circa 80 minuti sull'area del pianeta dove avrebbe dovuto
atterrare la sonda europea, ma non è riuscito a captare alcun segnale. Due
precedenti tentativi di entrare in contatto con Beagle 2 erano falliti il
giorno precedente. E' possibile che la mancata ricezione sia dovuta ad un
problema di compatibilità tra satelliti.
Il satellite americano potrà ripetere i tentativi fino al 3 gennaio, data
prevista per l’inizio del collegamento dati tra la Mars Express e il Beagle
2.
Da gennaio dovrebbero cominciare ad attivarsi gli strumenti presenti sulla
sonda, il primo a funzionare sarà la High Resolution Stereo Camera (HRSC),
che fornirà la mappa tridimensionale della superficie del pianeta. Questo
strumento si alternerà con il radar italiano Marsis, che andrà in cerca
dell'acqua nel sottosuolo. Cominceranno quindi a funzionare anche gli altri
cinque strumenti a bordo della sonda: lo spettrometro italiano PFS (Planetary
Fourier Spectrometer), che permetterà di studiare la composizione chimica e
la dinamica dell'atmosfera del pianeta rosso. |
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