24/05 2004 |
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I COLORI DI MARTE Di Alessio Feltri |
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La missione dei due rover della NASA, Spirit e Opportunity, avrebbe dovuto essere conclusa ormai da molto tempo e invece gli infaticabili veicoli marziani sono alle prese rispettivamente col secondo e col primo mese di missione estesa, con grande soddisfazione dei loro progettisti, che contano di poterli utilizzare ancora a lungo, visto il soddisfacente stato delle loro batterie fotovoltaiche. Non tutto è andato liscio naturalmente. Sia Spirit che Opportunity hanno dovuto ricorrere ad interventi in extremis per aggiornare il loro software, soprattutto per minimizzare il consumo di energia, ma anche per migliorare la loro guidabilità e la precisione del loro “pilota automatico”. Infatti, sia Opportunity nel tragitto verso il cratere Endurance che Spirit in quello verso le Columbia Hills, hanno effettuato lunghi tratti di percorso guidati dal loro software, che li blocca in attesa di ordini solo in caso di ostacoli di una certa importanza. I rover possono per esempio superare senza ribaltarsi pendenze di oltre 45°, grazie al loro centro di gravità basso, ma in realtà si arrestano automaticamente se incontrano pendenze di 30°, per cui i pericoli sono veramente pochi, almeno nel caso di tragitti rettilinei. Spirit è il “recordman” dei due fratelli, visto che percorre 100-120 metri al giorno, con un record di navigazione automatica di 78 metri consecutivi e, nel lungo tragitto verso le colline Columbia, ha già percorso oltre 2.700 metri, per cui dovrebbe ultimare il suo percorso entro la fine di maggio. Opportunity è invece ormai guidato sempre da terra, visto che è impegnato nella circumnavigazione di Endurance e qualunque errore di traiettoria potrebbe farlo cadere irrimediabilmente dentro il cratere. Per quanto riguarda poi gli aspetti scientifici, almeno per il momento Opportunity ha surclassato Spirit. Mentre la scelta di Gusev si è rivelata abbastanza infelice, data la natura arida e desertica del suolo, la piana di Meridiani si è rivelata una vera sorpresa, al punto di capovolgere completamente tutti quei parametri che si ritenevano essere punti fermi dell’habitat marziano. Sono apparsi panorami di maestosità e bellezza incredibili, purtroppo rovinati nelle foto destinate agli organi di stampa da manipolazioni e viraggi verso il rosso, in base a teorie ancora indimostrate sulla percezione cromatica umana in ambito marziano.
che sul fondo del cratere stesso:
Per chi volesse approfondire i termini di questa disputa sui colori di Marte, posso segnalare un sito dove questa questione è trattata in maniera abbastanza approfondita: http://www.keithlaney.com/index.htm Ora però sembra che Spirit possa prendersi una rivincita sul gemello. Il rover sta uscendo dalla pietraia fangosa in cui era precipitato; le rocce vulcaniche scolpite dal vento cominciano ad alternarsi con altre di probabile origine sedimentaria, in accordo con le aspettative dei tecnici NASA, che hanno ipotizzato l’esistenza di formazioni di questa natura alle pendici delle Columbia Hills. Osservate al riguardo la ricostruzione seguente, derivata dalle immagini della sonda Mars Global Surveyor.
Purtroppo dall’inizio del prolungamento di missione, le risultanze scientifiche delle analisi dei due rover non sono praticamente più state diffuse, per cui gli appassionati dovranno armarsi di un bel po’ di pazienza per recuperare qualche notizia da interviste sporadiche e interventi occasionali di qualche rappresentante del “Rover team”. Quello che comunque è certo è che questa si va rivelando probabilmente come la più sensazionale impresa di esplorazione della storia dell’umanità, con scoperte di portata tale, da renderne problematica anche solo la semplice diffusione. Ora manca solo la ciliegina sulla torta, e cioè che Mars Express riesca a dispiegare con successo l’antenna di Marsis e possa quindi definire il quadro completo della presenza di acqua sul pianeta.
ALESSIO FELTRI |
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