Washington. La Nasa ha annunciato ieri di avere trovato la conferma che
Marte ha avuto in passato acqua sufficiente per ospitare forme di vita.
I dati inviati dalla sonda Opportunity hanno rivelato che l’area di
Marte dove è atterrato il veicolo robot «era una volta bagnata
dall’acqua in superficie». «Una quantità d’acqua sufficiente per
consentire di ospitare forme di vita», ha sottolineato Edward Weiler,
uno scienziato della Nasa, in una conferenza stampa oggi a Washington.
La conferma dell’esistenza in passato su Marte di un ambiente in grado
di ospitare forme di vita è giunta dalla analisi dei dati inviati da
Opportunity sulle rocce situate in una depressione dell’area Meridiani
Planum, nei pressi dell’equatore del pianeta. «La Nasa aveva lanciato la
esplorazione delle sonde su Marte per verificare se fosse esistita in
passato acqua sufficiente da creare un ambiente in grado di ospitare la
vita», ha detto lo scienziato James Garvin, «adesso tutto lascia pensare
che la risposta a questa domanda sia positiva». Le sonde Opportunity e
Spirit non hanno trovato comunque ancora alcuna traccia di organismi
viventi su Marte. L’annuncio fatto dalla Nasa ha suscitato subito dei
commenti da parte del mondo scientifico, anche italiano. « Trovare
l’acqua è diverso dal trovare la vita», rileva il bioastronomo Cristiano
Batalli Cosmovici, del gruppo italiano dell’Istituto di fisica dello
spazio interplanetario dell’I naf . E il responsabile
dell’esplorazione del Sistema Solare per l’Agenzia Spaziale Italiana
(ASI), Enrico Flamini , commenta: «Sappiamo che su Marte c’è stata acqua
per un lungo periodo e che sul pianeta ci sono quindi state condizioni
abitabili, ma questo non vuol dire che ci sia stata la vita» . Cosmovici
ha rilevato che «il presupposto per la vita è la presenza di acqua, ma
il fatto che ci sia stata acqua non vuol dire che ci sia stata la vita».
« L’acqua su Marte potrebbe infatti essere evaporata troppo in fretta e
di conseguenza potrebbe non esserci stato tempo sufficiente perch é di
formassero forme di vita » . Per avere un’idea dei tempi » , prosegue
Cosmovici, « si può pensare che la vita sulla Te r ra è comparsa 3,8
miliardi di anni fa, ossia 700 milioni di anni dopo la formazione della
Terra. Consideriamo poi che Terra e Marte si sono formati 4,6 miliardi
di anni fa e che la Terra era probabilmente favorita dall’essere più
vicina al Sole rispetto a Marte, dall’avere un’attività vulcanica
permanente e soprattutto dall’avere un nucleo di magma in grado di
creare un campo magnetico capace di proteggere la Terra dalle radiazioni
ionizzanti del Sole. Marte si è invece raffreddato prima ».
Per Cosmovici si potrà parlare di vita su Marte soltanto quando si
troverà acqua liquida, come potrebbe fare nel sottosuolo la sonda
europea Mars Express quando, nella seconda metà di aprile, comincerà a
funzionare il radar italiano Marsis : «Se le analisi batteriologiche
condotte sull’acqua allo stato liquido daranno esito positivo, allora si
potrà parlare di vita. Fino ad allora non si può fare alcuna ipotesi ».
Fonte: l’Arena
http://www.larena.it/ultima/oggi/nazionale/Faa.htm