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Sharad parla, Marte
risponde! |
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"Courtesy NASA/JPL-Caltech."
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A poco più di un anno
dal lancio, il radar italiano SHARAD, a bordo della missione NASA Mars
Recoinnassance Orbiter, è stato attivato ed ha ricevuto il primo segnale
riflesso dal sottosuolo di Marte. SHARAD è un radar che utilizza
particolari frequenze radio che lo rendono capace di sondare le
profondità del suolo di Marte alla ricerca di depositi di acqua o di
ghiaccio. SHARAD, abbreviativo di Shallow Radar (SHAllow=poco profondo;
RADar) ovvero radar altimetro ad apertura sintetica a bassa frequenza
(che rispetto a Marsis possiede una minore capacità di penetrazione del
terreno, ma con una migliore risoluzione spaziale), tenterà di risolvere
l'enigma legato alla presenza dell'acqua sul pianeta rosso. Il radar
rappresenta l’evoluzione ed il complemento dell’altro radar
sottosuperficiale, chiamato Marsis, che sta operando da vari mesi a
bordo della missione europea Mars Express.
I due strumenti, che pongono l'Italia all'avanguardia in questo
specifico campo della ricerca e della tecnologia, utilizzano particolari
antenne formate da lunghi bracci ultraleggeri che sono ripiegati
all'interno di una scatola al momento del lancio e che vengono aperte
solo una volta che il satellite che le ospita è entrato nell'orbita
finale intorno al pianeta. L'apertura dell'antenna di SHARAD è avvenuta
con successo al primo tentativo sabato16 alle 18.00 ora italiana. A quel
punto sono iniziate le verifiche tecniche prima sulla sezione ricevente
e poi sulla quella trasmittente di SHARAD e alle ore 11.55 ora del JPL,
20.55 ora italiana, di lunedì 18 è stato dato il comando per l'invio del
primo impulso radar. Meno di un'ora ora più tardi il team di scienziati
e tecnici italiani presso il JPL di Pasadena hanno potuto iniziare ad
elaborare il segnale riflesso da Marte.
"Courtesy NASA/JPL-Caltech."
"E' un altro successo dell'Italia nel settore spaziale, che coinvolge
l'industria e la comunità scientifica nazionale", dichiara Sergio
Vetrella, Presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, "questo risultato
conferma il nostro Paese come leader del settore".
"Per ora quello che si può dire è che la qualità del segnale ricevuto
conferma il perfetto funzionamento dello strumento, per
l'interpretazione geologica bisognerà attendere ancora qualche mese
quando anche le operazioni di calibrazione saranno completate e,
soprattutto, Marte riemergerà dalla fase di opposizione solare
consentendo di ripristinare le comunicazioni tra la Terra ed MRO. A quel
punto tutti i dati di Sharad saranno ricevuti presso lo SHOC, il nostro
centro operativo a Roma da cui possiamo anche comandare direttamente
SHARAD, e li potremo analizzare al meglio e con la necessaria calma"
dice dal JPL Enrico Flamini, responsabile dell'ASI per i programmi di
esplorazione del Sistema Solare, che ha coordinato il progetto.
"Il sottosuolo di Marte è un territorio ancora quasi del tutto
sconosciuto - aggiunge Roberto Seu, dell'Università di Roma, e guida del
team scientifico - di cui abbiamo cominciato a veder qualcosa con Marsis
e che potremo ora analizzare in dettaglio nelle zone in cui è più
probabile che ci possano essere depositi di ghiaccio, e forse d'acqua,
prossimi alla superficie e quindi accessibili".
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Data:
20-09-2006
Fonte:
Agenzia spaziale italiana
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