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Intervista a David Malin

Di

Margherita Campaniolo

 
 
 

Nell’ambiente degli astrofili, quando si assiste ad un fenomeno astronomico o si ammira un corpo celeste di difficile ripresa, si usa dire: "O sei Malin oppure…….rassegnati" ed è un’osservazione più che giusta!

Chi, tra gli amanti del cielo, non conosce David Malin o non ne apprezza la sua eccezionale bravura?

David Malin è un vero e proprio mito della fotografia astronomica, un uomo che, con la sua abilità, ha permesso a tutti noi di vedere l’inimmaginabile. Sue le meravigliose foto di galassie, nebulose, pianeti, comete e astri che ammiriamo in siti web, riviste, pubblicazioni, sue le tecniche innovative che hanno dato luce, ad esempio, a corpi non percepibili dall’occhio umano, suo il gruppo NASA/JPL/Malin Space Science Systems che elabora e diffonde le immagini di Marte come della Terra in quella stupefacente visione del nostro pianeta visto dal pianeta rosso nel maggio 2003 e di cui vi ho parlato recentemente.

Non vi nascondo che, quando mi armo di telescopio e macchina fotografica, lo penso spesso, e mi dico che basterebbe anche solo un briciolo dell’abilità di quest’uomo per avere risultati accettabili! Che magnifica esperienza sarebbe passare una serata ad osservare il suo lavoro e, non potendolo fare, sotto la spinta delle emozioni procuratemi dalle immagini diffuse dal team Malin inerenti al pianeta Terra in congiunzione con Giove, con il pretesto di chiedere il permesso all’autore di utilizzare quelle foto per un mio articolo, ho provato a scrivere a David Malin per porgli qualche domanda. Ciò che è venuto fuori è stata per me un’esperienza unica poiché Malin non solo mi ha onorato di risposta ma mi ha donato un’immagine di sé che è andata al di là delle mie aspettative, mettendo in luce cos’è un vero amante del cielo e quali sono i motivi che lo "muovono".

 

 

Questa è invece la reale immagine di David Malin, nato in Inghilterra il 28 marzo 1941; appare subito come un uomo simpatico, molto alla mano, ed è una sensazione non errata: durante il nostro scambio Malin si è rammaricato di non conoscere l’italiano e sapendo che avrei dovuto tradurre la sue parole, si è dispiaciuto per il "lavoro" aggiuntivo che ciò mi avrebbe comportato e si è preoccupato, di allegare alle risposte, l’indicazione di ciò che lui ritiene un ottimo traduttore automatico ed un suo tentativo di traduzione, nella mia lingua, del testo; questo aneddoto dà un’idea chiara della sua reale amabilità e gentilezza.

Appena vedo la foto non posso fare a meno di notare che porta gli occhiali.

 

 

 

 

 

MC. Dottor Malin, problemi di vista?

DM. E sì, porto gli occhiali ma questo non è mai stato un problema per il mio lavoro!

Mi verrebbe da dire: "Perché non è un testimone UFO!" ricordando come spesso questo dato sia pregiudizievole nel raccogliere la testimonianza di chi osserva un oggetto volante non identificato; evidentemente non è un impedimento nell’osservazione corretta di ciò che c’è nel cosmo.

MC. Dottor Malin, come nasce la sua folgorante carriera che lo ha reso un nome indiscusso nella scena mondiale dell’astrofotografia?

DM. "Nasco" come scienziato astronomo, solo dopo ho cominciato a specializzarmi in questo campo e, col tempo, di fronte alla voglia di riprendere ciò che sembrava impossibile "impressionare" in un’immagine, affinare le tecniche esistenti e trovarne di nuove ed innovative. Le immagini sono uno strumento fondamentale per il gathering, l'estrazione e l'analisi dei dati astronomici.


E Malin dice assolutamente il vero. Le sue intuizioni ed invenzioni hanno fatto fare all’umanità passi da gigante nella conoscenza dell’universo portandogli una fama internazionale tutta meritata.

Queste tecniche hanno condotto rapidamente alla scoperta di due nuovi tipi di galassie che portano il suo nome. Le galassie "shell galaxies" Malin-Carter e, nel 1987, la "proto-galassia" battezzata Malin-1. Questi sono alcuni degli oggetti più deboli rilevati mai da un telescopio a terra e sono il risultato di un processo fotografico che è stato denominato "Malinisation". La loro scoperta ha rappresentato un avanzamento significativo nell'astronomia fotografica, così come un contributo importante nelle ricercare sulle galassie.

MC. Con quale disposizione d’animo osserva il cielo?

 

 

DM. Naturalmente è per me qualcosa che va al di la di un semplice lavoro e trovo meraviglioso fare un'immagine di qualcosa che non sia stata vista mai prima!

La motivazione reale è pur sempre la scienza, ma le mie fotografie sono belle per chiunque, anche chi non s’intende di astronomia e credo che il motivo sia perché si tratta di veri e propri paesaggi naturali.

MC. Riesce ad "incantarsi" ancora, dopo tanti anni di esperienza?

DM. Assolutamente sì, come quando ho visto i particolari mai prima rilevati nella nebulosa di Orione.

 

MC. Qual è invece l’immagine che più l’ha stupita?

DM. Riuscire a vedere, dandogli colore, l'eco della supernova 1987a

MC. La ringrazio moltissimo Dottor Malin, è stato molto gentile e sono certa che i lettori del mio sito gradiranno questa breve intervista.

DM. E’ stato un piacere Margherita, lieto di risentirti; l’Italia deve essere bellissima in questo momento, siete in estate; qui invece è iniziato l’inverno, purtroppo! A presto e buon cielo a te e ai tuoi lettori. Regard, David Malin

Malin infatti vive e lavora in Australia ormai da moltissimo tempo; l’Australia gli ha persino dedicato una serie di francobolli come si fa con i grandi di una nazione. Le sue foto hanno fatto il giro del globo e sono state esibite in mostre d’arte internazionali in Australia, in Gran-Bretagna, in Cina, in Francia, in India, negli U.S.A ed anche in Italia

David Malin ha pubblicato oltre 120 studi scientifici e altrettanti articoli di astronomia e fotografia, così come sette libri. È inoltre un conferenziere noto e apprezzato non solo per preparazione ma anche per amabilità e humor.

Il Suo ultimo libro "L'universo invisibile" (Bulfinch Press/Little, Brown e Company, 1999) è una celebrazione, in grande formato, della bellezza del cielo di notte.

Innumerevoli i contributi ed i riconoscimenti internazionali di David Malin alla scienza ed all'astronomia fotografica:

Eletto  membro scelto della The Royal Photographic Society, 1983.
 Premiato con l’Henri Chretien Award dalla American Astronomical Society, 1985.
 Medaglia dalla Jackson-Gwilt Medal and Prize e Premio dalla Royal Astronomical Society, 1985.
 Dottore in Scienze (Honoris Causa) dalla University of Sydney, 1989.
 Medaglia dalla Royal Photographic Society, 1990.
 Membro Onorario della Australian Institute of Professional Photography,1993.
 Medaglia per meriti di progresso dalla Photographic Society of America, 1993.
 Commonwealth Medal dalla Australian Photographic Society, 1993
 Premio dall’University di NSW per il libro "A View of the Universe" 1994.
 Nomina a Professore Aggiunto dalla Scientific Photography at RMIT, 1996
 Membro scelto alla International Academy of Astronautics, 1998
 Premio Lennart Nilsson Prize, 2000
 Dottore in Scienze (Honoris Causa) dalla Royal Melbourne Institute of Technology (RMIT), 2003.

 

 

 

Il nome di David Malin è associato inoltre a "Malin-1", una delle galassie ellittiche più voluminose conosciute, scoperta solo grazie alle sue tecniche, alle "Spikes and Bullets Malin", stelle estreme di Eta Carinae, e al pianeta secondario 4766 Malin, scoperto nel 1987, il giorno del compleanno del Malin, dall’astronoma Eleanor Helin.

Spero di avere presto occasione di risentirlo e vi invito ad inviarmi qualche vostra domanda o curiosità che passerò volentieri a David Malin e che sono certa soddisferà. Una frase di Malin mi è rimasta particolarmente nella mente, una considerazione che io non avevo mai fatto: Le sue foto sono magnifiche in quanto "PAESAGGI NATURALI" e a ben pensarci è proprio così, paesaggi naturali della nostra "terra", l’Universo!

 

 

(Clicca su M31)

 

 

Ringrazio David Malin per avermi concesso l'uso di queste immagini di cui detiene il ©

 
     
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Data: giugno 2003

Autore: Margherita Campaniolo

 

 

 
 

 
 

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