I sensori riconoscono per adesso soltanto sei parole e dieci cifre
Nasa inventa un congegno che legge il pensiero
E' uno strumento che consente di interpretare i segnali vocali inviati dal cervello quando ancora non sono diventati parola
WASHINGTON - Uno strumento capace di leggere il pensiero. O meglio: di
interpretare le intenzioni verbali di chi
sta per parlare. La Nasa lo ha appena messo a punto e lo ha già provato, in via
del tutto sperimentale, per concludere che il sistema può funzionare anche se
per adesso il marchingegno riconosce soltanto poche
parole.
COME FUNZIONA - Il «traduttore di pensieri»
funziona riconoscendo i segnali nervosi che arrivano
dal cervello e che passano per la gola prima di diventare parole. Lui
intercetta il tutto nel passaggio dei segnali fra la lingua e le corde vocali,
cioè prima
che le parole, appunto, arrivino all'orecchio umano, quindi senza il bisogno che
vengano pronunciate. I tecnici della Nasa per adesso non gli hanno dato nemmeno
un nome: lo chiamano semplicemente «sistema sub-vocale»
e sperano di poterne fare un vero e proprio «interprete» della parola. Per la
verità ne vedono già anche l'utilizzo: sarebbe utile agli astronauti, alle
persone che lavorano in ambienti rumorosi, ai portatori di handicap o, più in
generale, a chi ha problemi con l'uso della parola.
SENSORI - Nella fase sperimentale i
ricercatori hanno piazzato dei sensori su alcuni volontari
nella parte compresa fra il mento e il pomo d'Adamo: «Abbiamo
scommesso tutto sui segnali biologici che si producono quando si legge o quando
si rimugina qualcosa nella propria testa, con o senza il movimento delle labbra
o del viso» racconta il dottor Jorgensen, del Centro di ricerca della Nasa di
Moffet field, in California. Per adesso i sensori riconoscono
solamente sei parole e dieci cifre che i
ricercatori ripetono sub-vocalmente. il riconoscimento delle parole è stato
corretto per 92 casi su 100.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2004/03_Marzo/18/nasa.shtml