In principio fu 2001 Odissea
nello spazio , il capolavoro per il quale Stanley Kubrick si ispirò al
romanzo di Arthur Clarke. Ve lo ricordate Hal 9000, «l’elaboratore più
sicuro che sia mai stato creato » , che uno alla volta fa passare dal
sonno indotto al sonno eterno tre membri dell’equipaggio di Discovery 1?
«Tre dei cinque uomini», veniva spiegato all’inizio della missione, nel
film, «sono stati portati a bordo addormentati o, per essere più esatti,
in condizione di ibernazione: essi sono il dottor Charles Hunter, il
dottor Jack Kimbull e il dottor Victor Kaminski...» Vista la fine che
hanno fatto è augurabile che ai futuri astronauti che andranno a
esplorare Marte vada un po’ meglio che al cinema. Anche perché lassù,
sul pianeta rosso, abbiamo sempre mandato a vivere i nostri incubi
peggiori. Tanto è vero che ancor oggi «marziani» è sinonimo di alieni
extraterrestri violenti e aggressivi. Sia che la buttiamo sul
tragico-avventuroso con Indipendence Day , sia che la mettiamo sul
comico con Mars Attacks . E come dimenticare Orson Welles che alla radio
nel 1938 terrorizzò l’America annunciando l’invasione dei marziani? Per
non parlare di quando di quello che trovano i nostri quando vanno lassù.
Pensiamo al mondo da incubo tratteggiato in Atto di forza di Paul
Verhoeven o in Fantasmi su Marte di John Carpenter. E anche quando
vogliamo dipingerli buoni, come Brian De Palma in Mission to Mars , va
sempre a finire che «bonariamente» fanno fuori un paio di astronauti.
Sarà anche vero che da Marte hanno importato la vita, sulla Terra, ma il
film dimostra che ci hanno portato anche gli effetti collaterali... (g.b.)
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