Esiste una lingua in cui le metafore usate per
indicare il tempo sono esattamente il contrario di quelle usate da quasi
tutti gli altri idiomi.
Normalmente, il futuro viene indicato con una metafora spaziale precisa
e cioè "avanti". Il passato invece con "indietro".
Ebbene usando l'Aymara, una lingua parlata da circa 2 milioni di
indigeni sulle Ande in Bolivia, Perù e Cile, si fa esattamente il
contrario: la parola "nayra" indica oggetti che sono fisicamente davanti
a chi parla, ma che sono anche indietro nel tempo. "Nayra mara" ad
esempio indica l'anno scorso.
Al contrario, "qhipa mara" indica l'anno prossimo, ma "qhipa" significa
dietro. Eppure viene usato anche in espressioni come "qhipuru" (un
giorno futuro) e "akata qhiparu (da adesso in poi).
In un articolo pubblicato sulla rivista Cognitive Science, Rafael Núñez
e Eve Sweetser della University of California di San Diego, spiegano che
questo tipo di concettualizzazione del futuro e del passato si estende
anche alla gestualità. Ad esempio, chi parla di un evento futuro indica
dietro di sé, mentre chi parla del passato tende a portare le mani in
avanti.
Núñez aveva individuato queste peculiarità negli anni Ottanta, ma solo
recentemente è riuscito a raccogliere 20 ore di registrazioni in
videocassetta con 30 volontari che esemplificano chiaramente questo modo
di parlare e di gesticolare. Si è notato inoltre, che i più giovani,
dotati di una educazione più completa, tendono a usare le espressioni
diffuse nelle altre lingue per indicare il futuro e il passato,
soprattutto quando parlano con gli estranei. Cosa che invece non succede
con gli anziani.
Il motivo di questo modo particolare di parlare dipende probabilmente da
una tendenza a equiparare il tempo con la conoscenza. Guardare avanti
significa guardare ciò che è ben conosciuto e quindi in senso temporale,
quello che è già accaduto. Al contrario, guardare indietro significa
esplorare un territorio poco conosciuto, come è appunto il futuro.
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