Leggende
sulle sirene e sui tritoni esistono da sempre, le prime rappresentazioni e
descrizioni risalgono all’ottavo secolo prima di Cristo. Le sirene hanno
il busto di donna e la parte inferiore di pesce e la loro immagine ha da
sempre evocato mistero, bellezza ed erotismo tra artisti e scrittori di
tutti i tempi.
I Babilonesi adoravano un dio,sorto dalle acque che insegnava le arti e le
scienze all’uomo. I Siriani adoravano una dea legata al potere della luna
e delle maree: Atargatis. Questa dea che veniva rappresentata come
una sirena,venne in seguito trasmutata in un pesce dopo che per la
vergogna di aver dato alla luce un figlio umano lo abbandonò e uccise il
padre.
Sia nella mitologia greca che in quella romana, peraltro molto simili tra
loro, abbiamo frequenti descrizione di divinità marine, come ad esempio
Poseidone o Nettuno, descritti come metà uomini e metà pesci.
Ma anche il noto Omero, nella sua Odissea, parla delle
sirene e del loro ammaliante canto.
Nella mitologia tedesca, si parla di sirene, Meerfrau, e di Nix e
di Nixe, gli abitanti delle acque dolci, creature piuttosto infide con
l’uomo che prima veniva ammaliato e poi incontrava la morte per
affogamento.
Spostandoci più a nord ed esattamente in Irlanda, si ha notizia di
sirene, Merrows o Muirruhgach, che vivevano su una terra asciutta
che si trovava però sotto il mare che avevano il potere di passare
attraverso l’acqua senza affogare. Tra questa popolazione vi erano donne
bellissime e uomini, al contrario piuttosto bruttini, con nasi rossi,
capelli e denti verdi e un forte debole per il brandy.
Anche in Scandinavia e in Norvegia si può leggere una ricca
mitologia popolata di tritoni e sirene. In Norvegia, poi, le sirene sono
descritte come creature spesso crudeli e il loro avvistamento non era
ritenuto di buon auspicio.
Nella mitologia russa sono presenti creature marine come il Dio dell’acqua
e le sue figlie ma si narra anche di uno spirito maschile dell’acqua,
Vodyany, che inseguiva marinai e pescatori e ninfe dal carattere piuttosto
maligno che facevano affogare i nuotatori.
I Giapponesi credevano in Ningyo, un pesce con testa umana, mentre in
Polinesia il creatore, Vatea, veniva dipinto come mezzo umano e mezzo
delfino.
Anche con lo sviluppo della Cristianità le sirene, al contrario di
tutti gli altri dei, hanno continuato a vivere, forse perché non erano
considerate come una minaccia per i valori cristiani, o forse perché, come
sostengono alcuni, la sirena serviva alla cristianità come emblema morale
del peccato.
Con l’avvento dell’Illuminismo però le sirene vennero
definitivamente catalogate nel mondo del fantastico e tutte le
testimonianze raccolte e gli avvistamenti di queste creature marine
vennero considerate il frutto della fantasia di uomini che erano stati per
troppo tempo in mare.
La figura della sirena continua comunque ad esistere, specie durante il
Romanticismo, e molti sono i casi riportati di avvistamento anche durante
il diciannovesimo secolo.
In letteratura, e nell’immaginario collettivo la sirena è diventata una
metafora per descrivere donne avvenenti e magnetiche nonchè emblema della
doppia natura umana divisa tra intelletto e impulso. La modernità,
infatti, la ritrae come una creatura desiderosa di guadagnare un’anima per
diventare umana perdendo per sempre il suo unico connotato animale la coda
e la possibilità di vivere in mare, come narra Hans Andersen.
Nel nostro secolo il credere nella possibilità che le sirene esistano o il
non crederci affatto sembra non avere più tanta importanza. Ma la sirena
attira sempre un certo interesse perchè rimane comunque una creatura
misteriosa.
Il rapporto e la considerazione che hanno avuto gli uomini durante i
secoli nei sui confronti rispecchia il modo in cui gli stessi uomini hanno
guardato al mare.
Il mare come fonte di vita e di bellezza, non vi è nata forse Venere?
Il mare come distesa misteriosa e a volte cattiva ingrado di incantare,
ammaliare e poi uccidere.
Il mare come fonte di vita e di morte ma sempre un mare che continua ad
affascinare per la sua bellezza,la sua dolcezza,la sua forza e il mistero
che non sembra mai del tutto svelato.
L'editore non assume alcuna responsabilità
nel caso di eventuali errori contenuti nell’articolo o di errori in cui
fosse incorso nella loro riproduzione sul sito.