LA LEGGENDARIA CREATURA SCIMMIESCA
E l’Uomo delle Nevi ci lasciò lo zampone


IN SIBERIA, SUI MONTI ALTAI, UN ALPINISTA AVREBBE TROVATO UNA GAMBA MUMMIFICATA DEL MITICO YETI
 

Home

   

SEGNI particolari: è alto più di due metri, è coperto da un folto pelame rossiccio o nerastro, ha una testa di forma conica sormontata da una lunga chioma, una grande bocca e dei grandi denti. Il suo habitat d'elezione sono le montagne, meglio se abbondantemente innevate; ha un carattere generalmente riservato, anche se, qualche volta, dà prova di una certa aggressività. Tradizione vuole che viva prevalentemente sugli altopiani dell'Himalaya, ma ha anche un sacco di "parenti" diffusi un po' per tutto il mondo: il Sasquatch del Nord America, il Ciuciuna della Siberia, l'Almasty del Caucaso, lo Yoshil della Terra del Fuoco, l'Ucumar delle Ande, lo Yowie australiano, il Nittaewo dello Sri Lanka, il Kikomba e il Kakundali dell'Africa Centrale, fino all' "Omo salvarego" delle nostre Alpi. Inutile dire che stiamo parlando dello Yeti o, se volete, dell'"abominevole uomo delle nevi", tornato recentemente agli onori della cronaca a causa di una zampa mummificata (vecchia, a quanto sembra, di qualche migliaio d'anni) recentemente scoperta dallo scalatore Sergey Semenov su un ghiacciaio dei monti Altai in Siberia. "...Sembra abbastanza umano... ci sono parecchie somiglianze". Così, di fronte all'arto in questione e alle sue radiografie, afferma il Professor Yurij Malofeyev dell'Istituto di Anatomia Veterinaria di Barnaul. Malofeyev non è certo l'ultimo arrivato: è infatti vicepresidente dell'Associazione Russa di Anatomia Veterinaria... ma va detto che, osservando le immagini trasmesse dalla televisione russa e diffuse dalla BBC, la zampa sembra più simile a quella di un orso o di un ghiottone che non a quella di un uomo (ancorché abominevole) o di un qualsiasi altro primate: il piede ha cinque dita - è vero - ma è anche fornito di evidenti cuscinetti plantari, coperto di pelo anche sulla faccia inferiore, e soprattutto fornito di lunghi e robusti unghioni. Ma, in fondo, chi ha mai detto che lo Yeti debba essere un umanoide? Il suo stesso nome deriva dal nepalese "yeh-the" che significa letteralmente "quella cosa". Come a dire che persino gli sherpa, che conoscono il Nostro ormai da secoli, preferiscono non sbilanciarsi sulla sua vera natura. Nel mondo occidentale, le prime notizie ufficiali della sua esistenza risalgono al 1889, quando un ufficiale inglese, il maggiore Waddel, si imbatte in una serie di strane orme sulle nevi dell'Himalaya. Chiede agli sherpa che lo accompagnavano quale animale le avesse lasciate, e gli sherpa, con la naturalezza di un guardaparco del Gran Paradiso che indica un'orma di stambecco, rispondono che sono di uno Yeti. Altre orme vengono scoperte, una trentina d'anni più tardi, sul versante sud dell'Everest. Anche in questo caso lo scopritore, il colonnello Howard-Bury, chiede lumi agli sherpa: la risposta è che si tratta di un "meh-teh" ("cosa umana che non è un uomo"). Il nepalese - diciamolo pure - non è una delle lingue più conosciute in Occidente, e così accadde che un giornalista inglese fraintendesse il termine e, mettendoci magari del suo, lo traducesse con "abominevole uomo delle nevi". Una definizione che ebbe fortuna e che rimane ancor oggi nell'immaginario collettivo. Se "abominevole" lo sia realmente è difficile dirlo, ed è altrettanto difficile dire se sia "uomo", dato che, fino ad ora, molti dichiarano di averlo visto ma nessuno ha mai documentato in modo convincente la sua esistenza. Esistono - è vero - alcune foto delle sue orme (celebri quelle scattate da Eric Shipton nel '51 sul ghiacciaio di Menlung), ed esistono alcuni resti, ad esempio uno scalpo e una mano mummificata, conservati nel monastero di Pangboche in Nepal. Ma un esame attento di tali resti ha dimostrato come lo scalpo fosse stato realizzato con pelli di capra, mentre la mano sembra essere null'altro che un sapiente "collage" confezionato con ossa di vari animali. Penultimo reperto in ordine di tempo, un ciuffo di peli, scoperto lo scorso anno nel Buthan e sottoposto all'esame del DNA presso l'Istituto di Medicina Molecolare di Oxford. "Non è DNA umano - afferma il genetista Brian Sykes - né di altro animale che siamo in grado di identificare". Se lo Yeti esiste, nessuno sa dunque che specie di animale sia: secondo alcuni potrebbe essere una specie di scimmia antropomorfa ancora sconosciuta; secondo Reinhold Messner (che di Himalaya se ne intende) sarebbe null'altro che uno "tshemo", una specie di orso ancora sconosciuta agli zoologi; secondo altri sarebbe addirittura una sorta di "fossile vivente": un gigantopiteco o un ominide preistorico dimenticato dall'evoluzione. Chiunque sia lo Yeti, una cosa è certa: è un personaggio che tiene molto alla propria "privacy".

 
   

Data: 01/01/2003

Autore:

Fonte: La Stampa

Link:

 

 

Questo contenuto di Space Freedom è pubblicato secondo la licenza di utilizzo di Creative Commons, salvo diversa indicazione.

L'editore non assume alcuna responsabilità nel caso di eventuali errori contenuti nell’articolo o di errori in cui fosse incorso nella loro riproduzione sul sito.