INFLUENZA POLLI

IDENTIFICATA IN ITALIA UN SECOLO FA

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ROMA  - E' stata identificata per la prima volta in Italia, circa un secolo fa, l'influenza dei polli che da ormai sei anni si riaffaccia periodicamente nel Sud-Est asiatico e che minaccia di essere la miccia capace di innescare una nuova pandemia di influenza, simile alla Spagnola del 1918 o all'Asiatica del 1957.
''Una vera e propria spada di Damocle'', la definisce l'esperto di Igiene Pietro Crovari, dell'universita' di Genova. ''Il ripetersi dei focolai e' motivo di allerta'', ha osservato l'esperto riferendosi alle epidemie che nelle ultime settimane hanno colpito Corea del Sud, Cina e Giappone. Si tratta di un nemico certo, come hanno finora dimostrato le pandemie del passato, ''ma nasconde aspetti che ancora non conosciamo''. Ad esempio, perche' tra la Spagnola e l'Asiatica sono trascorsi 40 anni, mentre sono bastati appena 11 anni perche' si affacciasse la terza pandemia, la Hong Kong del 1968? E che cosa ha contribuito a far emergere il nuovo virus quando non erano ancora diffusi gli allevamenti intensivi di pollame? Sono domande che non hanno ancora una risposta.
- UN SECOLO FA LA SCOPERTA: non e' nemmeno un secolo che l'influenza dei polli e' stata identificata. A scoprirla e' stato l'italiano Edoardo Perroncito che a Torino, nel febbraio 1878, riconobbe un'infezione con un'altissima mortalita' che colpiva i polli e che era diversa dalle tradizionali infezioni batteriche fino ad allora note.
- IL SERBATOIO NATURALE: Il serbatoio naturale della malattia sono gli uccelli, anche se alcune specie sono piu' resistenti di altre all'infezione. Nelle anatre selvatiche, per esempio, la malattia non provoca serie conseguenze, mentre per i polli e' letale e si contagia in modo estremamente rapido, tanto da essere definita ''influenza aviaria altamente patogena''.
- IL VIRUS CHE LA SCATENA: Oggi si sa che l'influenza dei polli e' una malattia infettiva causata da un particolare ceppo del tipo A del virus dell'influenza. Al momento sono noti 15 sottotipi del virus in circolazione nelle diverse specie di uccelli. Finora tutte le forme piu' aggressive dell'influenza dei polli sono state causate dai sottotipi H5 e H7. Si ritiene che a scatenare l'epidemia possa essere il contatto, diretto o indiretto, fra gli animali da allevamento e le anatre selvatiche, ma si ritiene che un ruolo importante nel diffondere l'epidemia possano giocarlo i polli negli affollati mercati di animali.
- LA MUTAZIONE CHE INNESCA LA PANDEMIA: Ricerche recenti hanno dimostrato che virus all'inizio poco pericolosi possono subire mutazioni e diventare gradualmente piu' aggressivi dopo aver circolato anche per brevi periodi nel pollame. ''La pandemia - ha osservato Crovari - si scatena quando avviene una co-infezione da parte del virus dell'influenza dei polli e quello umano''. L'uomo diventa in questo caso il serbatoio nel quale i due virus si ricombinano, dando origine ad un nuovo virus mutante con geni umani e animali, capace di trasmettersi da uomo a uomo.
- LE DIFESE: ''L'arrivo di una nuova pandemia di influenza resta un incubo'', ha detto Crovari e la prima difesa consiste nello stroncarla all'origine, come si e' fatto finora e come si continua a fare abbattendo il pollame degli allevamenti infetti. In seconda battuta, nel caso in cui dovesse verificarsi passaggio del virus da uomo a uomo, la seconda linea di difesa e' il vaccino. ''L'Organizzazione Mondiale della Sanita' - ha rilevato l'esperto - ha gia' predisposto vaccini sperimentali contro i ceppi H5, H7 e H9''.

 
   

Data: gennaio 2004

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Fonte: (ANSA).

 

 

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