Incontro con Paul Sereno, il massimo esperto di rettili preistorici al mondo, scopritore di molte nuove specie di questi leggendari animali

I dinosauri ancora tra noi

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                           «Scomparvero 65 milioni di anni fa ma non del tutto» 

 

Paul Sereno, sebbene abbia solo 45 anni, è il maggiore esperto di dinosauri al mondo, il paleontologo che ha scoperto più specie di questi rettili preistorici, individuandone i resti sotto terra e dando loro un nome. Insomma, è un Indiana Jones (e curiosamente assomiglia proprio a Harrison Ford) della paleontologia, una scienza nella quale lo spirito d'avventura va di pari passo con l'attitudine alla riflessione. Oltre a insegnare paleontologia all'Università di Chicago (la città dove è nato da un padre portoghese e una madre italiana) e a perlustrare tutto il mondo con la sua équipe in cerca di fossili, ha fondato insieme alla moglie Gabrielle Lyon un'organizzazione a fini pedagogici per divulgare tra i giovani le scoperte sui dinosauri e incentivare l'amore per le scienze naturali. Quando mi riceve nel suo albergo, per rompere il ghiaccio mi mette subito in mano una enorme unghia di dinosauro Suchomimus , il cui contatto mi trasmette un brivido che sale dalle profondità di 150 milioni di anni fa.
"L'ho trovata di recente nel Sahara - mi spiega -, quasi in superficie. Ed è emozionante pensare che era rimasta lì per decine di milioni di anni".
- Finché un giorno non è arrivato lei? Come ha fatto a scoprirla?
"Una donna ci ha detto che conosceva un luogo dove c'erano ossa di cammello molto grandi. Invece erano ossa di dinosauro. Probabilmente i primi scopritori di fossili di dinosauri furono gli uomini preistorici, che magari ne ricavavano monili e strumenti".
- Forse pensavano che fossero resti di giganti, di mostri, di dei, di draghi?
"Oppure semplicemente non si chiesero e non ci capirono niente".
- Chi fu il primo che ebbe il sospetto che queste ossa fossili potessero essere appartenute ad animali vissuti in epoche lontanissime?
"Gideon Mantell, un medico e geologo inglese che si dedicò a ricerche paleontologiche nel Sussex insieme alla moglie Mary Ann e nel 1825 scoprì i resti di un grande rettile che battezzò Megalosaurus . Ma ad usare per primo la parola 'dinosauro', che significa 'terribile lucertola', fu un altro inglese, il naturalista Richard Owen, nel 1840".
- Quando apparvero questi feroci rettili sulla faccia della Terra?
"Secondo i miei calcoli, eseguiti con i metodi più all'avanguardia, 228 milioni di anni fa. Il primo ad apparire dovrebbe essere stato l' Eoraptor , che forse fu il padre di tutti i dinosauri, la specie originaria. Negli strati di terreno in cui sono stati rinvenuti fossili di Eoraptor ci sono anche resti di altri rettili, alcuni dei quali avevano già caratteristiche proprie dei mammiferi. Ma evidentemente accadde qualcosa che favorì i dinosauri e fece di loro per lungo tempo i padroni della Terra".
- Quanto durò il loro dominio?
"Durò 163 milioni di anni. Poi, 65 milioni di anni fa, si estinsero. La loro scomparsa permise lo sviluppo e l'affermazione dei mammiferi, fra i quali i primati e gli ominidi".
- Se non si fossero estinti, oggi non saremmo qui a parlare, lei ed io?
"Probabilmente no. Ma può anche essere che ci sarebbe stata un'evoluzione parallela di dinosauri e primati. Chi può dire come sarebbero andate le cose? Di fatto, 65 milioni di anni fa un asteroide si abbatté sulla costa dell'attuale Yucatán, in Messico, e la nuvola di polvere che sollevò fu così gigantesca che per due anni la Terra rimase immersa nella tenebra. Molte specie vegetali scomparvero, e lo stesso accadde ai dinosauri. Fu sufficiente lo spazio di una generazione perché si estinguessero".
- Ma forse ne sopravvisse qualcuno, per esempio nel Loch Ness, in Scozia?
"Ma no, 'Nessie', il famoso mostro del Loch Ness, è pura fantasia, come ha confessato il suo stesso inventore. Sono altri, invece, i dinosauri sopravvissuti. Probabilmente un paio di specie di dinosauri pennuti di piccole dimensioni, che vivevano agli antipodi del luogo in cui era avvenuta la collisione con l'asteroide, in qualche micro-habitat favorevole, riuscirono a sopravvivere. Da quelle specie superstiti discendono tutti gli uccelli. Del resto, basta osservare le galline, e in particolare un combattimento fra galli : il movimento con cui essi protendono in avanti le zampe per ferire l'avversario con lo sperone è esattamente lo stesso che facevano, lottando, molti dinosauri dotati di speroni affilati come questo che le ho mostrato. Non tutti i dinosauri erano giganteschi, ce n'erano anche alcuni che non superavano i 30 centimetri di lunghezza, come il Microraptor. Tutti i dinosauri erano terrestri, alcuni avevano le ali, ma nessuno era acquatico".
- Qual è stato l'animale più gigantesco che abbia mai calpestato la Terra?
"L' Argentinosaurus , di cui ho rinvenuto una vertebra lunga quanto un uomo. Misurava 25 metri di lunghezza e 14 di altezza, e pesava 50 tonnellate. Era erbivoro, come tutti i grandi dinosauri".
- E il più grande dinosauro volante qual è stato?
"Vive ancora oggi: il condor. Non pensi allo Pterosaurus , che aveva un'apertura alare di 13 metri, ma apparteneva ad un altro ordine di rettili e non era un dinosauro".
- In quali zone del pianeta vivevano i dinosauri?
"Dappertutto, perché gli attuali continenti allora erano uniti l'uno all'altro. Ho rinvenuto loro resti ovunque. Ultimamente, come le dicevo, ne ho trovati nel deserto del Sahara, dove con la mia équipe abbiamo scoperto una dozzina di nuove specie. Ma c'è ancora tanto da esplorare".
- Qual è il suo dinosauro preferito?
"Uno che ho chiamato Nigersaurus , da Niger, il Paese africano dove abbiamo trovato i suoi fossili. Sto terminando di ricostruirne l'intero scheletro, ed era un animale molto raro e stranissimo: è lungo 15 metri e ha un cranio diverso da tutti quelli che conosciamo, con un'enorme bocca orizzontale piena di denti".
- Che cosa ci insegnano i dinosauri?
"Ci parlano dello scorrere del tempo, dell'estinzione di tante vite passate, di quel prodigio che è l'evoluzione animale. Guardando lo scheletro di un dinosauro, anche un bambino può capire in due minuti quello che tanti sapienti sono arrivati a comprendere solo dopo due secoli di studi e discussioni".

 
   

Data: gennaio 2004

Autore: Vittorio Amedei

Fonte: Brescia Oggi

 

 

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