"L’immagine dell’ufologia"

di Margherita Campaniolo e Roberto Malini

"Il progresso della scienza è disseminato,

come un antico sentiero nel deserto,

di scheletri disfatti di teorie abbandonate

che un tempo sembravano possedere vita eterna"

Arthur Koestler

Ricordate il mio pezzo tratto da un’intervista ad un astrofilo dell’associazione O.R.S.A, il signor Gagliano?

Ringrazio quanti hanno avuto la bontà e, spero, il piacere di leggerlo.

Vorrei riprendere il discorso poichè ciò che a prima vista era sembrata un’intervista sì interessante, ma conclusa, inaspettatamente diviene motivo per nuove riflessioni.

Il Signor Gagliano, dopo aver letto l’articolo, ha voluto rimettersi in contatto con me ed esprimere una sua riflessione sull’ufologia.

Ciò che vi proporrò, in forma direi strettamente epistolare, è lo scambio intercorso in merito tra me ed Aldo Gagliano, scevro da qualsiasi correzione o aggiunta; non una parola di più né una di meno.

M.C.

 

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Gentile Aldo,

ci risentiamo. Mi è sembrato corretto inviarti il pezzo pronto e mi auguro che sia di tuo gradimento; le tue parole susciteranno molto interesse e mi è piaciuto dare lustro, se pur con un piccolissimo contributo, alla mia terra e alla gente operosa, colta e appassionata che ci vive.

Ritengo quest’esperienza molto bella, sicuramente da non dimenticare,

grazie e libero di scrivere quando vorrai

Margherita Campaniolo

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Complimenti.

Bello sia come articolo che come impostazione.

Mi spiace se l’ultima mia risposta può causare antipatie, e non vorrei essere frainteso:

una persona con la tua intelligenza ha perfettamente capito che non c’è niente di personale

contro l’ufologia; cosa ben diversa è invece dare voce a tutto campo alle illusioni della

cosiddetta visita di "marziani" nei nostri cieli. Purtroppo la maggioranza della gente

segue con più interesse questi aspetti "sensazionali" anziché la vera scienza. La mia rigidità nei

confronti di tali fantasticherie nasce dall’invasione di cretinate che i media ci propinano quotidianamente;

dall’oroscopo (bisognerebbe arrestare chi trae benefici dall'astrologia) alla visione di astronavi

che passeggiano nei nostri cieli.

Mi pare invece di capire che il vostro scopo è scientificamente corretto: se studiate il fenomeno con

assoluta onestà intellettuale e con filosofia critica, stai pur certa che troverai in me (ma anche nella

mia associazione) un alleato.

Mi rendo solo ora conto (e me ne dispiaccio) di quali "battaglie" dovete combattare giornalmente per distinguervi dai "raccontator di favolette"; in effetti in un primo momento anch'io ci sono caduto.

Ti chiedo scusa se anche per un attimo non ho capito la serietà scientifica delle vostre intenzioni; d'altro canto la vs. materia è stata studiata e divulgata da importantissimi scienziati mondiali di chiara fama, ed in molti casi (e non lo dico per farti piacere) ho seguito i relativi documentari con molto interesse. 

Quindi "in bocca al lupo" per la vs. battaglia di distinzione e se ritieni di dare voce a questo chiarimento, fai pure.

Ciao

Aldo Gagliano

 

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Ciao Aldo,

sono molto lusingata dai tuoi complimenti sul pezzo, davvero lusingata.

Credo tu abbia centrato esattamente lo spirito della vera ufologia e, conseguentemente, l'onestà intellettuale di alcuni siti ufologici; non potrei far parte del "circo delle baracconate", queste cose sono lontane mille miglia da me e dall’ufologia seria che le osteggia e le combatte con fermezza!

Si, se ne avrò la possibilità divulgherò la tua precisazione.

Ho voluto che il pezzo andasse così com’era e non c’è stata nessuna difficoltà a farlo, anzi, chi l’ha ospitato è stato in accordo con me: bisogna rispettare il pensiero degli altri; la tua dichiarazione poi è stata sintomatica e importante, le cose che hai detto sono quelle che sono, cioè la voce di quello che all'esterno si pensa dell’ufologia.

Non sbagliavo quando intuii che tu dovevi essere una persona acuta, e la tua e-mail ne è la riprova. Avere mentalità scientifica significa avere una mente duttile e aperta: "Il progresso della scienza è disseminato, come un antico sentiero nel deserto, di scheletri disfatti di teorie abbandonate che un tempo sembravano possedere vita eterna", non sono parole mie, le prendo in prestito da Arthur Koestler e mi sembra siano chiarissime.

Accetto la tua disponibilità alla collaborazione, chissà! Stai certo che lo farò, meteore, bolidi, comete e pianeti sono quanto di più identificato esista, e se mi capitasse, consiglierò la tua consulenza per evitare ridicoli fraintendimenti.

Un caro saluto

Margherita Campaniolo

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Il pezzo ha ricevuto commenti positivi da alcuni utenti, i quali hanno apprezzato l’apertura del sito verso nuove tematiche. L’ultima risposta di Gagliano ha suscitato minime critiche da parte di un utente orientato all’imperativo "I want to believe" e il plauso di altri lettori, che dall’ufologia si aspettano l’adozione di metodi d’indagine obiettivi e scrupolosi.

Né Margherita né io, comunque, ci aspettavamo certo quanto poi è accaduto: siamo concordi nel dire che le riflessioni di Gagliano e la puntualizzazione su alcune sue considerazioni, successivamente nate, sono esempi che fanno ben sperare per l’ufologia, non solo in àmbito di ricerca, ma anche in quello d’immagine pubblica.

Il dialogo e l’interattività fra le due discipline sono di enorme importanza; la serietà e la razionalità dei metodi di ricerca possono ridurre le distanze che dividono gli studiosi e rendere possibili cambiamenti di opinione.

Gli astrofili trascorrono molto tempo ad osservare il cielo con i telescopi. La sete di conoscenza li induce inoltre a migliorare la propria cultura del cielo studiando testi d’astronomia, leggendo riviste specialistiche, simulando l’universo conosciuto al computer grazie a complessi software, confrontandosi tra loro in un dibattito affascinante che non ha mai fine.

L’uomo riconosce ciò che ama. Un astrofilo esperto non può che rimanere sconcertato nell’accorgersi di come fenomeni aerei convenzionali siano spesso confusi con oggetti volanti non identificati. La luna che appare seminascosta dietro formazioni di nuvole. Il pianeta Venere. Dirigibili, mongolfiere e palloni sonda. Meteoriti. Il rientro di satelliti artificiali. Sistemi di proiezione di raggi laser. Elicotteri ed altri velivoli. Cirrocumuli e grandi uccelli.

E’ naturale che l’immagine dell’ufologia non sia, presso questi studiosi, adamantina. Essi vedono la nostra disciplina come un insieme di teorie balzane atte a giustificare qualsiasi allucinazione o errata interpretazione di eventi razionalmente identificabili. Gli ufologi, poi, sono ai loro occhi simili a certi imbonitori capaci di gettare polvere (di stelle) negli occhi del pubblico al fine di vendere la propria fantascientifica "mercanzia".

Personalmente, ho un rapporto eccellente con alcuni astrofili, che mi assistono disinteressatamente nelle analisi di filmati, fotografie o testimonianze relative a ipotetici avvistamenti di Ufo. Grazie a loro e ad alcuni preziosi libri che mi consigliarono a suo tempo, ho maturato una certa esperienza nel distinguere correttamente fenomeni astronomici e convenzionali da eventi celesti di natura non identificabile.

Tuttavia la loro esperienza e il loro amore per il cielo sono per me valori irrinunciabili. L’astrofilo non è guidato dalla sola ragione: la poesia dell’universo, più spesso di quanto non si creda, lo coinvolge, emoziona e commuove.

Recentemente le parti si sono invertite e un astrofilo di mia conoscenza mi ha confessato che una sera, mentre osservava a occhio nudo il cielo terso e stellato, ha visto passare un corpo luminoso che... non avrebbe dovuto esistere. Ha descritto l’oggetto così: "Un disco la cui superficie emetteva una debole luminosità bianca e che procedeva con un moto oscillatorio. L’ho osservato per una trentina di secondi, finché è scomparso in lontananza". Ora chiedeva lui una risposta, perché né le sue osservazioni né il bagaglio delle sue conoscenze scientifiche potevano confortarlo.

Non ho provato nei suoi confronti alcun sentimento di rivincita, ma è stato bello veder scomparire dal suo sguardo quell’involontaria, amichevole, bonaria, ma evidente espressione di superiorità.

Come ho già scritto, spetta ai ricercatori diminuire le distanze che separano l’ufologia da una scienza empirica come l’astronomia; è un risultato che possiamo ottenere attraverso l’adozione di metodologie razionali di indagine e divulgazione, ma anche grazie ad esperienze e momenti costruttivi di confronto come quello che Margherita e io abbiamo appena vissuto. R.M.

Margherita Campaniolo

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