I sogni, l'altra metà della vita

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Fin dai tempi più remoti l'uomo si è interrogato sul significato dei sogni, ritenendoli dapprima messaggi inviati agli uomini dagli dei, e più tardi enigmatiche creazioni della mente, fonte inesauribile di fascino e di mistero. È stata la psicanalisi freudiana a sgombrare il campo da superstizioni e teorie strampalate, facendo dei sogni una via d'accesso privilegiata ai segreti della psiche e spingendo anche altre scienze, come psichiatria e neurofisiologia, ad addentrarsi nell'enigmatico mondo onirico. Si è scoperto così non solo che i sogni sono una fonte primaria d'informazioni sul funzionamento del nostro cervello, ma anche che essi sono indispensabili per il mantenimento del nostro equilibrio psichico. Della natura dei sogni e della loro importanza nella vita dell'uomo parlo con la psicoterapeuta bresciana Gaetana Prandi, specialista in malattie nervose e mentali e autrice del libro «La fucina dei sogni» (Armando, 290 pagine, 21,00 euro).

Professoressa Prandi, nessun essere vivente può fare a meno del sonno. Anche per i sogni si può dire la stessa cosa?

«Che sia impossibile vivere senza sonno è intuitivo, dal momento che nessuno può sottrarsi completamente a questa necessità naturale. Ma anche il sogno è fondamentale, come ci ha dimostrato la scoperta dell'attività elettrica del cervello, avvenuta solo cinquant'anni fa. Essa fu resa possibile dall'invenzione del poligrafo, lo strumento che consente di registrare le variazioni dell'attività elettrica cerebrale, oculare e muscolare. Di qui si è poi passati alla scoperta della fase REM del sonno, sigla che significa Rapid Eye Movements, ovvero Movimenti Oculari Rapidi, e che indica lo stadio del sonno in cui si sogna; e quindi alla consapevolezza che sognare è una necessità per l'uomo. E' stato infatti dimostrato che ripetuti risvegli che interrompano un sogno deteriorano le condizioni psicofisiche di una persona. Dormire, insomma, non basta; bisogna anche sognare».

Cosa avviene quando si sogna?

«Le nostre condizioni fisiologiche cambiano, e interviene una paralisi muscolare completa a cui sfuggono soltanto gli occhi. Come tutti sanno, i sogni sono costituiti da scene visive vissute come reali, in reazione alle quali potremmo abbandonarci a movimenti inconsulti. La paralisi muscolare ci preserva da questo rischio».

Perché si sogna?

«Una teoria curiosa è quella del professor Francis Crick, premio Nobel per la scoperta della sequenza del DNA, secondo il quale la mente è come un computer con uno spazio limitato di memoria per immagazzinare gli stimoli esterni. Poiché non possiamo memorizzare tutto, dobbiamo trovare il modo di liberarci regolarmente di alcuni dati cancellandoli. A questo provvederebbe il sogno. Altri scienziati, invece, sostengono che il sogno non servirebbe a ripulire la memoria, ma a consolidarla: esso favorisce infatti la memorizzazione dell'apprendimento dei compiti intellettuali, come le nozioni imparate il giorno prima. In psicanalisi la teoria più nota è quella di Freud, che ha affermato che il sogno è la sentinella del sonno, ossia ha il compito di inserire nella sua trama gli stimoli sensoriali percepiti durante il sonno, impedendo così che ci svegliamo. Per esempio, se si sta sognando un matrimonio, il trillo di una sveglia può essere integrato nella scena come il suono di un organo, consentendoci di continuare a dormire».

Il nostro cervello ha più fantasia durante le ore diurne o notturne?

«E' difficile saperlo. In psicanalisi "fantasia" è un termine tecnico, che non ha il significato comune di immaginazione e creatività, ma si avvicina a quello della parola "fantasma". Le immagini del sogno non rappresentano oggetti percepibili con i sensi, ma i pensieri si trasformano in immagini prevalentemente visive. Il linguaggio del sogno è dunque sempre fantastico e immaginifico. Spesso vi si trova anche dell'umorismo: persone in genere noiose possono manifestare in sogno capacità di umorismo insospettate».

 

 
   

Data: 09/01/04

Autore: Enzo Gravante

Fonte: Gazzetta di Parma

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