Continua inarrestabile il declino della Grande
Muraglia cinese. L'imponente manufatto umano, che si riteneva
potesse essere visibile anche dalla Luna, sta lentamente crollando
a pezzi. "Yang Liwei, il primo cinese nello spazio, tornato a
terra dopo il suo volo orbitale ha detto di non esser riuscito a
vederne traccia - scrive
Gianni Sofri sul
Messaggero. Eppure altri astronauti prima di lui, Armstrong e Al
drin, dissero di averla distinta chiaramente ad occhio nudo in
quel 21 luglio del '69". Un particolare che peraltro solleva nuovi
dubbi sulle missioni Apollo 11 e Apollo 14 che per molti esperti
sarebbero state un falso clamoroso realizzato dall'Amministrazione
americana.
Ma tutta la storia
della Grande muraglia è avvolta da un mistero senza eguali. "La
vulgata tradizionale - spiega
Sofri - voleva
che l'avesse fatta costruire nel terzo secolo a.C., unendo fra
loro tratti preesistenti, l'imperatore Qin Shi Huang Di, il grande
unificatore dell'impero cinese. Con i suoi 6.700 chilometri doveva
separare e tenere al riparo i contadini sedentari cinesi dalle
tante popolazioni nomadi, prime fra tutte quelle degli Unni e dei
Mongoli".
La furia degli
elementi ma anche l'opera dell'uomo hanno però segnato l'inizio
della fine della Muraglia. Gli abitanti con dimora nei pressi del
gigantesco manufatto, infatti, sottraevano allo stesso materiale e
terreno da utilizzare per costruire case e muretti. Le torri e i
fortini sono state trasformate in granai e porcilaie.
Insomma "dei 6.700
chilometri - secondo i desolati esperti cinesi - un terzo non
esiste più, un terzo è danneggiato quasi irreparabilmente e le
restanti parti resistono ancora ma andrebbero restaurate". La
Grande muraglia è diventata in sostanza un semplice ricordo.