Viaggio nella parola GENETICA |
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di Margherita Campaniolo
Parola di grandissima attualità, dappertutto ascoltata, frequentissimamente letta e pronunciata…che ne dite di fare un viaggio dentro e attorno a questo lemma?
GENETICA = sostantivo femminile. LA CITAZIONE = "Tra le ricerche della biologia d'oggi alcune tra le più profondamente significative riguardano la cosiddetta genetica molecolare." Jacques Monod
I L FILM = Star Wars Episodio II: L'Attacco dei Cloni diGeorge Lucas (2002)
IL LIBRO DI FANTASCIENZA = "Dune" di Frank Herbert (1965 …e già!) Editrice Nord, Milano "Jack Barron e l'eternità" di Bug Jack Barron" (1969) dello scrittore statunitense Norman Spinrad.
ETIMOLOGIA = Genetica deriva da genetics, un vocabolo coniato da biologi inglesi al principio del nostro secolo. Essi si servirono di un antico aggettivo greco, ghennetikos, che voleva dire relativo al ghenos, cioè al genere e alla nascita. Alla stessa famiglia etimologica di ghenos, appartengono parole greche come ghenesis, genesi e parole latine come genus, generare e generazione, vocaboli che si riferiscono al perpetuarsi della memoria e dell’esperienza. COS’E’= La genetica è un ramo della scienza che studia l’eredità biologica degli esseri viventi, cioè il complesso di caratteristiche che si trasmettono con la riproduzione. STORIA = Fin dall’antichità, la somiglianza tra genitori e figli ha dato origine a numerose teorie, ma una vera formulazione scientifica sull’ereditarietà si è avuta soltanto a partire dall’Ottocento. In quel periodo, con lo sviluppo degli studi biologici improntati alla teoria dell’evoluzionismo del naturalista inglese Charles Darwin, si iniziò a comprendere la struttura delle cellule e la loro funzione nella trasmissione dei caratteri. Ma il vero fondatore della genetica è Gregor Mendel, che sempre nel XIX secolo formulò le leggi dell’ereditarietà. PRINCIPI, RICERCA, PROBLEMI = Il grande problema di questa disciplina è la mutazione dei caratteri da un individuo all’altro. Per la genetica, la struttura del patrimonio ereditario è discontinua e sottoposta a una duplice pressione: quella dell’ambiente esterno che provoca modificazioni individuali che non possono essere trasmesse ai discendenti, e quella dell’ereditarietà dei geni e delle loro mutazioni, che invece si trasmettono. Il patrimonio ereditario di un neonato è composto da caratteri forniti da entrambi i genitori, ma esistono caratteri legati al sesso che sono trasmessi da un solo genitore. Il numero dei cromosomi è costante, così come la loro struttura. Il patrimonio genetico ereditario è costituito dai geni, dai cromosomi e dal genoma, il complesso di quei cromosomi che definiscono le caratteristiche di specie e di individui. Questa configurazione riguarda tutti gli esseri viventi, che vivano sulla terra o nell’acqua, compreso l’uomo. Non ci sono, infatti, differenze genetiche che giustifichino l’esistenza di razze diverse all’interno della specie umana. La ricerca genetica è attualmente oggetto di polemiche proprio per la sua cruciale importanza: alcuni sono favorevoli alla manipolazione del genoma a scopi terapeutici, per prevenire le malattie ereditarie forzando alcune mutazioni dei caratteri ritenute positive, chiamate eugenetiche. E l’eugenetica è utilizzata già da tempo nel campo dell’agricoltura e della zootecnica per migliorare la varietà delle piante e le razze degli animali. Altri si oppongono a manipolazioni di questo tipo, per motivi etici o per l’imprevedibilità degli effetti a lungo termine delle mutazioni. E c’è infine una nuova scienza, la bioetica, che ha il compito di stabilire le regole per valutare e limitare la manipolazione genetica degli esseri viventi. Una parte dei dati è tratta da una ricerca di Daniele Gambarara e Domenico Lamedica |
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Data: 20 marzo 2004 Autore: Margherita Campaniolo |
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