Nelle uova di tre
popolazioni di falchi in Svezia sono stati trovati alti livelli di deca-BDE, un
comune ritardante di fiamme. Nemmeno cinque anni dopo essere stati rimossi dalla
lista delle specie in pericolo, i falchi pellegrini potrebbero essere nuovamente
costretti a fronteggiare il pericolo estinzione. Uno studio condotto da un
gruppo di ricercatori svedesi ha mostrato come le uova dei falchi contengono
altissime percentuali di un comune ritardante di fiamme, il deca-BDE.
Secondo i ricercatori, guidati da Cynthia de Wit dell'Università di Stoccolma, è
probabile che anche i falchi in altre parti del mondo possano essere soggetti a
questo pericolo. Le uova degli uccelli contengono alcuni dei più alti livelli di
BDE (difenileteri bromurati) mai trovati in una specie selvatica, e in ogni caso
si tratta della prima volta che in un organismo vivente è stata trovata la
formulazione deca dei BDE.
La scoperta preoccupa non poco gli scienziati, che devono ora accettare il fatto
che i deca-BDE non è così innocuo come si credeva. Lo studio, che ha preso in
esame tre popolazioni di falchi pellegrini in Svezia, due selvatiche e una in
cattività, è stato pubblicato sul numero del primo gennaio 2004 della rivista "Environmental
Science & Technology".
I falchi pellegrini, predatori in grado di raggiungere in picchiata velocità di
300 chilometri all'ora, erano giunti a un passo dall'estinzione dopo la seconda
guerra mondiale, soprattutto a causa di pesticidi come il DDT che provocavano la
rottura delle loro uova durante il periodo di incubazione.
Anche se i BDE non provocano l'assottigliamento dei gusci delle uova come il
DDT, ci sono prove di disturbi neurocomportamentali dovuto all'esposizione di
animali di laboratorio alla sostanza chimica. Due forme di BDE - le versioni
penta e octa - saranno bandite dagli stati membri dell'Unione Europea a partire
da quest'anno, e anche il principale fabbricante del prodotto negli Stati Uniti
ha annunciato recentemente di voler mettere fuori produzione queste due
versioni.
La forma deca, tuttavia, era considerata innocua, in quanto si tratta di una
molecola troppo grossa per attraversare le membrane cellulare e per essere
assimilata da uomini o animali.
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