Una rete mondiale di telescopi per frugare le onde-radio del cosmo |
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La zona del
cielo cui punta la ricerca del programma «Seti» è una piccola porzione
della nostra galassia, la via Lattea, grande 100.000 anni luce e
contenente oltre cento miliardi di stelle. Le recenti scoperte di
pianeti esterni al sistema solare e di molecole che sulla Terra
costituiscono i «mattoni» della vita anche nelle nubi interstellari
sembrano indicare che probabilmente la vita, come noi la concepiamo, non
è un fenomeno unico nell’Universo. Il programma Seti prevede l’uso di
una rete di radiotelescopi sparsi su tutto il Pianeta attraverso il
quale si frugano 24 ore su 24 le onde radio provenienti dal cosmo. L’ingegner Stelio Montebugnoli assieme al suo collega Claudio Maccone nel 2003 ha messo a punto un programma basato su calcoli matematici molto complessi che permette di individuare ed isolare segnali radio «sospetti» con rapidità e certezza superiori a quanto avvenuto sino ad oggi. Si chiama «Kl». Tra una decina di anni, gli attuali radiotelescopi saranno soppiantati dal gigantesco Ska Telescope, attualmente in progettazione e che servirà tutta la comunità scientifica internazionale. L’Italia con Montebugnoli è presente nel gruppo ingegneristico del consorzio europeo che si occupa dello sviluppo del radiotelescopio. Ska Telescope sarà costruito in Australia e avrà una superficie di un milione di metri quadrati, ossia un quadrato di un km di lato (circa 200 campi di calcio). Quando entrerà in funzione aprirà scenari ad oggi solo appena immaginabili. (u.p.) |
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Fonte: L'Arena |
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