Gli ingredienti della vita sono nello spazio
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La possibile
esistenza di forme di vita al di fuori del nostro pianeta è uno degli
argomenti più affascinanti dell'astrobiologia. Le molecole scoperte sin
nelle più remote galassie hanno superato le 120. In circa la metà dei
casi si tratta di molecole organiche e alcune di esse, come il benzene,
sono composte da più di 10 atomi. Ciò che però non ancora è chiaro è
come questi composti possono combinarsi per dare origine alle proteine
che sono alla base della vita. Una recente scoperta apre però uno
spiraglio sui luoghi dove queste reazioni hanno maggiori probabilità di
verificarsi. Un gruppo di astronomi, guidato da F. Lahuis
dell'Osservatorio di Leiden (Olanda), grazie al telescopio
all’infrarosso Spitzer, ha scoperto in un disco di gas e polveri attorno
ad una giovane stella alcuni componenti base per lo sviluppo della vita.
Questi ingredienti, precursori del DNA e delle proteine, sono stati
osservati nel disco protoplanetario che circonda la stella IRS 46, a 375
anni luce. Sono composti relativamente complessi, come anidride
carbonica, acetilene e acido cianidrico. Ma l'aspetto più interessante
sta nel fatto che la temperatura del gas in cui sono state individuate
queste molecole si aggira intorno ai 100°C. È stato così possibile
localizzare la loro posizione nel disco circumstellare, che comprende la
cosiddetta «zona di abitabilità», quella dove le temperature sono tali
per cui l'acqua può esistere allo stato liquido e di vapore: una regione
analoga a quella in cui si trova la Terra rispetto al Sole, e dove
presumibilmente si formeranno, o si stanno già formando, pianeti di tipo
terrestre. L'acetilene e l'acido cianidrico sono alcuni degli elementi
di base necessari alla sintesi del DNA. L’importanza di queste molecole
per la sintesi di composti organici più complessi è stata dimostrata in
laboratorio. Se si miscelano le due molecole con acqua, si formano
composti organici complessi, come alcuni aminoacidi e l'adenina, una
delle due basi azotate dei nucleotidi di DNA e RNA. La presenza di
dischi di materia attorno a stelle giovani è nota da tempo, ma la loro
scoperta ha aperto la strada allo studio diretto di sistemi che si
trovano in fasi paragonabili a quelle attraversate, 4 miliardi di anni
fa, dal Sistema Solare. I modelli teorici avevano suggerito che nelle
regioni interne di questi dischi dovevano essere presenti grandi
quantità di molecole organiche complesse e tuttavia, fino alla scoperta
fatta da Spitzer, non era stato possibile avere un riscontro osservativo.
Composti organici come gli idrocarburi aromatici policiclici contenenti
azoto (i PANH, Polyciclic Aromatic Nitrogen Hydrocarbon), di importanza
fondamentale per lo sviluppo della vita, sono stati osservati sempre da
Spitzer in galassie distanti più di 10 miliardi di anni luce, quando
l'universo aveva un'età pari a un quarto di quella attuale. I PANH sono
molecole formate da carbonio, idrogeno e azoto e sono anch’esse
fondamentali per la formazione di DNA e RNA: la loro presenza in quelle
galassie rivela che i pianeti e la vita avevano già l'opportunità di
esistere anche in quelle remotissime epoche. Queste scoperte confermano
perciò che i mattoni della vita sono diffusi nell'universo più di quanto
ci si potesse aspettare. Considerando lo sterminato numero di stelle e
galassie che lo formano, sembra davvero molto improbabile che in qualche
parte non siano (o non siano state) presenti le condizioni adatte al suo
sviluppo. [TSCOPY]INAF - Osservatorio Astronomico di Torino[/TSCOPY] |
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Data: 22/3/2006 Autore: Mario Di Martino Fonte: La Stampa - Tutto Scienza e tecnologia Link: http://www.lastampa.it/ |
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