Domani, mercoledì 16 febbraio, alle ore 18.00,
si terrà uno degli incontri con la Scienza,
periodicamente promossi dalla Biblioteca civica
di Belluno, sul tema "Astrobiologia: la ricerca
della vita nello spazio". Relatore sarà il prof.
Mauro Messerotti dell'Osservatorio astronomico
di Trieste. Verrà introdotto da Maria Grazia
Passuello.
Fin dai tempi antichi l'uomo si è posto il
problema della possibile esistenza della vita al
di là della Terra, affrontandolo secondo il
pensiero filosofico e le conoscenze scientifiche
propri di ciascuna epoca storica, spesso
sfidando le convinzioni dei pensatori e degli
scienziati come anche delle autorità religiose.
Filosofi greci già predicavano la pluralità di
mondi abitati, mentre il pensiero aristotelico
non ne ammetteva l'esistenza, gli scienziati
dell'Ottocento invece consideravano abitati da
esseri più o meno strani la Luna, i pianeti e
persino il Sole.
Il Novecento con le nuove scoperte
scientifiche ha quindi posto le basi per un
approccio scientifico allo studio della nascita
e dell'evoluzione della vita sulla Terra come
anche in ambienti alieni ovvero non-terrestri.
Un cauto scetticismo verso tale studio ha
comunque sempre caratterizzato gli ambienti
scientifici, tanto che solamente nel 1982 la
Bioastronomia, intesa come ricerca della vita
nello spazio dal punto di vista astronomico, è
stata ufficialmente inserita fra le attività
riconosciute dall'Unione Astronomica
Internazionale. Negli anni a seguire la
Bioastronomia è stata affiancata
dall'Astrobiologia, disciplina che studia i
processi di emergenza ed evoluzione della vita
nello spazio dal punto di vista specificatamente
biologico ed in termini più ampi rispetto all'Esobiologia,
che ne è divenuta parte integrante.
L'Astrobiologia ci insegna oggi che esistono
sulla Terra forme di vita elementare che vivono
in ambienti estremi, un tempo considerati
proibitivi per qualsiasi forma di vita, e questo
apre un'infinita gamma di possibilità per
ambienti alieni ad ospitare almeno delle forme
di vita semplici, situazione questa che si
considerava preclusa fino a non molti anni fa.
Lo studio di ambienti alieni nel nostro Sistema
Solare si conduce attivamente con l'esplorazione
del pianeta Marte, di Titano, luna di Saturno, e
di Europa ed altre lune di Giove.
Parallelamente la Bioastronomia grazie al
progresso delle tecniche di osservazione
astronomica ha identificato l'esistenza di molti
sistemi esoplanetari, cioè sistemi di pianeti
intorno ad altre stelle, e si conoscono oggi più
di cento esopianeti massicci di tipo gioviano
che orbitano intorno alla loro stella centrale.
Anche se non siamo ancora in grado di
identificare l'esistenza di esopianeti piccoli
come la Terra, ci conforta comunque la
statistica relativa al gran numero di stelle
simili al Sole che hanno una elevata probabilità
di possedere un esopianeta di tipo terrestre, in
grado di ospitare la vita.
Per quanto attiene invece alle forme di vita
intelligenti, la formula proposta dal
radioastronomo statunitense F. Drake ci consente
di valutare statisticamente quante potrebbero
essere le civiltà tecnologiche presenti nella
nostra Galassia ed in grado di comunicare con
noi. Se estrapolata a tutto l'Universo
osservabile ed assumendo un numero di stelle
pari a diecimila miliardi di miliardi, si ricava
un numero enorme di civiltà possibili. Queste
civiltà intelligenti sono però distribuite nello
spazio a distanze altrettanto enormi, tali da
rendere improbabile qualsiasi possibilità reale
di comunicazione con noi.
La conferenza illustrerà quindi le conoscenze
attuali di Bioastronomia e di Astrobiologia alla
luce delle più recenti scoperte, enfatizzando le
metodologie impiegate oggi dagli scienziati per
la ricerca della vita ed, in particolare, per la
ricerca di vita extraterrestre intelligente
nell'Universo, note con l'acronimo inglese
"SETI" ("Search for Extraterrestrial
Intelligence").