«Ecco le
stelle dove può esserci ET»
La zona individuata comprende 10 miliardi di astri.
Secondo i ricercatori noi ci troviamo alla periferia della regione «abitabile»
LONDRA -
Una mappa della galassia e dei pianeti dove la vita ha buone possibilità di
esistere. Altro che Star Trek: senza neanche avvalersi dell'astronave del
capitano Kirk, un'équipe australiana ha identificato le zone della Via Lattea
dove un giorno sarà forse possibile stabilire il primo contatto con altri esseri
viventi. Con un articolo sulla rivista scientifica statunitense Science ,
Charles Lineweaver, professore dell'Università del New South Wales che ha
diretto lo studio, ha annunciato l'esistenza di quella che ha definito una «zona
galattica abitabile».
Comprende circa il 10 per cento della Via Lattea, ovvero qualcosa come 10
miliardi di stelle. «Questo non vuol dire - ha sottolineato lo studioso - che la
vita extraterrestre esista veramente, ma se esiste probabilmente si trova su uno
o più di questi pianeti».
La cartina celeste è stata realizzata inserendo in un computer programmato
appositamente da Yeshe Fenner, esperto di astrofisica della Swinburne University
of Technology di Melbourne, i quattro elementi che secondo Lineweaver sono
necessari a creare la vita: la presenza di una stella ospite, come il nostro
Sole, la giusta proporzione di elementi pesanti come ossigeno, nitrogeno e
carbonio, un'esistenza lunga abbastanza da permettere l'evoluzione biologica -
almeno quattro miliardi di anni, nel caso della Terra -, l'assenza nei paraggi
di supernovae, ovvero stelle che, esplodendo con estrema violenza, lanciano nei
vicini spazi parte della loro materia.
Per chi sogna quell'elusivo contatto con gli Ufo c'è una buona notizia. La
Terra, dove la vita è nata ed ha attecchito con tanto successo, rientra nella
«zona abitabile» di Lineweaver, ma non ne è il centro: si trova, per così dire,
in periferia.
«Il nostro pianeta è più giovane e più distante dal cuore della galassia
rispetto alla media dei pianeti potenzialmente abitabili», ha detto lo studioso.
Per l'esplorazione dello spazio l'annuncio dell'equipe australiana rappresenta
un grande passo avanti: «Sino a poco tempo fa - ha spiegato Brad Gibson, altro
esperto dei cieli che ha collaborato alla realizzazione della ricerca - si
poteva solo cercare di indovinare quali e quanti erano i pianeti con le giuste
condizioni. Oggi invece lo sappiamo con sicurezza.». E non è poco, ha precisato
il professore ricordando quanto è successo con il cosiddetto «pianeta rosso».
«Gli scienziati sanno dove cercare l'acqua su Marte perché c'e' stato uno studio
che ha identificato quali erano i posti più probabili. Spero che la nostra
cartina verrà usata più o meno nello sesso modo nell'arco dei prossimi 20 anni».
Non è da escludere. Due progetti, finanziati dalla Nasa e dall'Agenzia spaziale
europea, prevedono entro il 2015 l'esplorazione di pianeti simili alla Terra.
Per Lineweaver sarebbe un sogno che diventa realtà. «Quando si parla della
possibilità che la vita esista su altri pianeti oltre alla Terra - ha spiegato -
gli astronomi cambiano subito argomento di conversazione. E' diventato un tabù.
Mi piacerebbe convincerli del fatto che ci sono buone basi scientifiche per non
esludere la presenza di forme di vita altrove».
Corriere della Sera