Dalle cozze una colla da record
 

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L'adesivo più forte al mondo non è una colla artificiale ma, come spesso accade, un prodotto inventato dalla natura in milioni di anni di evoluzione. E’ il collante che usano i mitili per aderire agli scogli, e ha proprietà talmente eccezionali che molti ricercatori hanno tentato per anni di carpirne il segreto. Questa difficile impresa è riuscita ora a Jonathan Wilker, della Purdue University americana. Wilker iniziò a interessarsi al problema nel 1999: durante una immersione subacquea si chiese come i mitili si attaccassero tanto tenacemente agli scogli. Una veloce ricerca bibliografica bastò a dimostrare che la scienza non aveva ancora una risposta a questa domanda. Ora è emerso che la colla dei mitili dipende da un ingrediente segreto, il ferro, una scoperta che potrebbe avere implicazioni che vanno ben oltre la scienza pura. Le possibili applicazioni industriali di questo segreto sono infatti numerose. Osservando da vicino un mitilo è facile notare come resti aggrappato agli scogli mediante una serie di sottili filamenti, comunemente e collettivamente chiamati «barba». Il mollusco dispone di un organo con cui collega questi filamenti uno alla volta, attaccandoli agli scogli con una piccola goccia di colla. L'indurimento avviene così rapidamente che un mitilo può assicurarsi un ancoraggio a prova di moto ondoso nel giro di poche ore soltanto. Wilker è riuscito per prima cosa a isolare le proteine di base che costituiscono la colla che, prima di indurire, ha l'aspetto e la consistenza di una gelatina. Come in molte colle industriali, c'è bisogno di un secondo componente che provoca l'indurimento, individuato da Wilker per mezzo di vari esperimenti. L'indurente non è altro che un metallo molto comune, il ferro, ma non era mai stato osservato che esso entrasse a far parte di un materiale biologico. In questo caso, il ferro lega fra di loro le fibre incrociate delle proteine, indurendo il materiale. Per mezzo di analisi spettroscopiche, Wilker ha potuto studiare i complicati dettagli chimici di come il ferro compia il prodigio. Inoltre ha potuto verificare che altri metalli non provocano l'indurimento. E il ferro da dove viene? I mitili se lo procurano nello stesso modo in cui ottengono anche tutti gli altri nutrienti necessari, filtrandolo dall'acqua marina circostante. Oltre che per la resistenza, la colla dei mitili è nota per la sua capacità di aderire praticamente a tutte le superfici, compreso il teflon, il materiale usato per costruire le pentole che non attaccano. Questo fatto, unito alla sua origine biologica, la rende interessantissima per applicazioni mediche, per richiudere direttamente i lembi delle ferite o per ricostruire i nervi. Non solo, la colla potrebbe essere un'ottima base di partenza per rivestimenti antiruggine per materiali esposti alle intemperie. Ancora più interessante è la possibilità di trovare il modo di impedire alla colla di aderire a una superficie. Mitili e altri molluschi si attaccano infatti alle chiglie delle navi aumentandone la resistenza all'avanzamento e, quindi, il consumo di carburante. Al momento, queste incrostazioni vengono combattute con vernici tossiche a base di rame, con il risultato che in molti porti la concentrazione di questo metallo è andata alle stelle, con gravissimo danno per l'ecosistema. Ora Wilker spera di trovare qualche soluzione meno pericolosa a questo problema. Spingendosi oltre con l'immaginazione, la capacità delle proteine dei mitili di legarsi con il ferro potrebbe permettere di produrre materiali dalle proprietà ottiche, magnetiche o elettriche ben precise. Come dice Wilker, «la colla dei mitili ci ha suggerito nuovi aspetti della progettazione dei materiali. Questa ricerca si trova in un punto in cui chimica, biologia, ingegneria e scienza dei materiali si incrociano, e ciò è eccitante».

 

 
   

Data: 28/1/2004
 

Fonte: La Stampa

 

 

 

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