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Crop
Circles
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Cum grano salis
di
Margherita Campaniolo
Viaggio nel mondo dei cerchi nel grano: la "naturalis
historia" dei crop circles in un testo senza precedenti per
documentazione ed argomentazioni, che non mancherà di
suscitare controversie
101 pagine
riccamente
illustrate
The “naturalis historia” of the crop circles
in an unprecedented text, as regards
documentation and reasoning, which will certainly be subject
to controversy
101 pages
richly
illustrated
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Hai
visto un crop?
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Al settimo cielo la comunità dei cerchi |
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La stella dai mille volti |
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Un eptagramma settenario che fa discutere |
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di Margherita Campaniolo
Parte Prima
Link per
Parte
Seconda
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Una stella, tante reazioni |
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E' passato qualche giorno dalla comparsa di questo cerchio nel grano e
tante, davvero tante sono le persone che ne hanno tratto emozioni che a
cui ha suscitato considerazioni; io non me ne escludo affatto. Sì, sono
al settimo cielo, e perché vergognarmene?
<<Perché
i cerchi li fanno gli uomini e sono quindi l'ennesimo inganno "per
vedere di nascosto l'effetto che fa">>. Questa è una delle
valutazioni fatte ma è una visione così "piccina" del fenomeno che non
merita di certo che io la controbatta dedicandovi qualche riga a
commento.
Poi c'è chi pensa: <<Al settimo cielo? Solamente qualora in quel cerchio
fossero state trovate delle anomalie, altrimenti quel crop circle è un
bieco falso, l'ennesimo sporco inganno "per vedere di nascosto
l'effetto che fa"!>>.
Non vi pare la considerazione del bambino che, se il fratello prende un
suo giocattolo, piange... e prega la mamma di punirlo? A me sì.
Fuori dalla metafora questa è l'asserzione figlia di quella schiera
d'individui che ancora oggi dibatte, asserisce e rivendica l'esistenza
sia di cerchi alieni che di cerchi umani, dichiarando inoltre di
saperne distinguere le diversità ma che poi, mai, e dico mai, va a fondo
su ciò che dice di saper discernere (le anomalie). Sono troppo schietta
e diretta? No, sono solo stanca che il mondo ufologico si renda ridicolo
su, e persino a discapito, del fenomeno crop circles e, come un
boomerang, sull'ufologia stessa.
Ci sono poi quelli, e sono la maggioranza, specie all’estero, a cui non
interessa affatto andare al cuore delle anomalie e, ad esclusione di
quei crop circles che raffigurano simboli di indubbia natura umana (loghi
ben riconoscibili in quanto tali), osservano e discutono ciascuna
formazione, compresa la nostra stella, cercando di svelarne l’arcano o i
misteriosi significati (uno o più) e in quanto portatori di messaggio li
annoverano tra i crop circles autentici.
Infine c’è una folta schiera, specie italica, che osserva e non dice
quasi niente, riporta la notizia e… si “astiene”, in bilico tra la
voglia di gioire e la paura nel farlo, poiché negli anni, dopo le sonore
batoste ricevute dall’essersi troppo sbilanciati nello sventolare come
prove le fantomatiche anomalie e dopo la caduta del tabù, tanto in uso
nel tempo che fu, del “troppo complesso e perfetto=non umano”, adesso
adotta un atteggiamento prudente di “autodifesa”; quindi aspetta il
momento giusto per pronunciarsi oppure deciderà di non lo farà mai.
Ed io? Io mi pronuncio: non esistono crop
circles falsi se non quelli creati al computer, i rimanenti son tutti
“veri”, veri in quanto esistenti. Sono il frutto di una intelligenza
(l’uomo non ne è portatore?), se ben fatti, sono il risultato di una
grande maestria all'opera (l’uomo non sa essere maestro in molti
campi?); e sanno dirci qualcosa (sfido chiunque a guardare un
pittogramma e a non provare nulla!).
Al posto del bimbo che piange e chiede giustizia io suggerirei di
accordarsi col fratello per giocare insieme.
Quindi io gioisco della stella di
Poirino senza pudore, tanto, quanto, e "insieme" (nel senso metaforico
del termine) a chi lo ha creato, provandone identica soddisfazione.
Riguardo infatti i cerchi nel grano:
1. Chi ne fruisce non avrebbe niente di cui bearsi senza qualcuno che li
crea.
2. Chi li crea non avrebbe alcuna soddisfazione senza l'apprezzamento, e
il dibattito che ne scaturisce, di chi ne fruisce.
A conti fatti siamo gli uni essenziali agli altri per trovarci tutti al
"settimo cielo". |
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Facciamo un po’ di conti |
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Sette, questo è il numero principe di questo bellissimo crop circle. Un
numero che nell'esperienza italica dei cerchi nel grano si è presentato,
dai dati in mio possesso, solo per la formazione piemontese del 2005 di
Monteu da Po, ben sette stagioni fa; potremmo quindi dire che, in questo
caso, non abbiamo affatto assistito alla proverbiale "crisi del settimo
anno". |
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Monteu da Po 2005 -
Torino |
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Sempre in base a questi dati, la stella di Poirino è la 27settesima
formazione significativa delle zone comprese tra le province di
Torino, Asti, Alessandria e Cuneo (con quella
di Tornino che la fa da padrone). |
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Monteu da Po 2007 -
Torino |
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Perché di Poirino, è proprio così? |
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In effetti bisogna fare delle precisazioni. Il crop circle in questione
è detto “cerchio nel grano di Poirino” anche se, da un punto di vista
strettamente geografico, di fatto si trova all'interno del territorio
comunale di Riva presso Chieri; l'indicazione "cerchio di Poirino"
è quindi una denominazione che sta semplicemente ad indicare una certa
tipologia di cerchi che, sì, è figlia di quelle terre ma che possiede
quelle caratteristiche che ne fanno dei "fiori all'occhiello" (stelle in
questo caso), opere che si distinguono per fattura superiore, estetica
raffinata, simbologia sofisticata e che abbiamo avuto il piacere di
veder comparire a partire dal cerchio di Poirino del 2006 (anno d'oro se
si pensa che quella zona ne ha generati ben 8 differenti). Quel crop
circle costituì un "salto di qualità" notevole tanto che la sua comparsa
non passò inosservata né in Italia né all'estero. |
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Poirino 2006 - Torino |
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E'
sempre di Poirino fu l'ulteriore "salto in avanti" del 2010, con un crop
circle che rimarrà nella storia e nella memoria dei cultori del
fenomeno, come tra i più grandi, affascinanti e raffinati. |
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Poirino 2010- Torino |
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Se
queste motivazioni non bastassero c’è anche da sottolineare la notevole
vicinanza territoriale tra Poirino e la nostra stella del 2011; questa è
sotto gli occhi di tutti |
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C’è un crop, andiamo a vedere! |
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Il
crop circle 2011 di Poirino si trova nei pressi della cascina
Tetti Bai. Chiunque è andato a visitarlo riferisce come il proprietario
sia stato fondamentalmente cortese con tutti, premunendosi di indicare,
a mezzo cartelli e nastri di recinzione, il giusto percorso per
raggiungere il cerchio, giusto per entrarvi senza perdersi tra le spighe
e giusto per non andare a calpestare quanto, e mi pare legittimo, tra
poco egli andrà a raccogliere.
Eppure
questa cortesia non è esente da critiche, anche piuttosto vivaci. Un
appassionato del fenomeno mi scrive piuttosto seccato del fatto di aver
potuto verificare come, nella proprietà, si sia organizzato un
“servizio” per meglio fruire del crop circle e poterlo osservare da un
punto di vista sopraelevato: un elevatore che, ad usufruirne, viene a
costare un paio di euro. L’utente mi aggiunge che, secondo lui, ciò
scredita quel cerchio nel grano e lo dà in pasto agli scettici, e questo
è un peccato perché, sempre a suo dire, quel cerchio non è opera umana.
Come
sempre rispetto le idee e le altrui considerazioni ma non sono d’accordo
sul fatto che far pagare 2 euro per vedere il cerchio dall’alto sia da
considerare un’operazione “sporca”. A parte il fatto che nessuno penso
sia obbligato a salire sul trabiccolo e quindi pagarle alcunché, vorrei
ricordare come in Inghilterra, terra dei crop circles, è una
consuetudine pressoché normale mettere addirittura all’ingresso del
campo una cassettina (honesty box) dove, i visitatori, devono lasciare
uno o due pounds.
Non
voglio con questo dire che le cattive abitudini, in quanto tali debbano
essere accettate, no, dico invece che se ci mettiamo dal punto di vista
di un proprietario di un campo che vede ogni giorno entrare decine e
decine di persone sulla propria terra e che si vede a “rischio
raccolto”, l'escogitare un modo per rientrare di qualche centinaio di
euro appare meno “mostruoso”.
Quale
l’alternativa corretta sia in termini morali che finanziari? Non fare
entrare nessuno. Sarebbe più accettabile? |
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Com’è fatta?
continua... parte seconda |
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Data: 27 giugno 2011
Autore: Margherita
Campaniolo
Fonte: Space Freedom
Ringraziamenti: Si
ringrazia l'amica Melania Buriola per la concessione dell'uso delle
foto da dentro il crop circle di Poirino 2011
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