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Crop Circles

 

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Dentro la traccia di Casine di

 Paterno

 

 
 

Se son gli alieni sono mistici e salvifici, se son gli umani sono burloni. Quando si dice non avere il senso della via di mezzo.

Se ha radiazione interna è misterioso, se ce l'ha fuori, anche; se ha le spighe spezzate è vero, oppure falso, o vero, o falso... Quando si dice tutto fa brodo, a prescindere.

di Margherita Campaniolo

 

 
 

Una brillante inviata speciale si è recata, per Space Freedom, all'interno del maestoso fiore di Casine di Paterno; ci ha restituito impressioni, commenti e dati, oltre che ad immagini, che presto resteranno le poche ed ultime dell'evento di quei luoghi. La mietitura non credo tarderà molto ad essere effettuata.

Iniziamo con una panoramica in lontananza, ora che sono trascorsi dei giorni.

 
     
 

 
 

 

 
 

Nonostante siano trascorsi 5 giorni dal rinvenimento ed i tanti visitatori "ospitati", il crop circle mantiene una sua "freschezza" ed è evidente come i numerosissimi visitatori che sono andati dentro al cerchio sono stati attenti, in larga parte, a seguire le tracce dei mezzi agricoli. La bellezza di questa immagine è data dalla presenza delle persone all'interno dell'agroglifo che, in tal modo, dimostra tutta la sua maestosità. Ho letto, sulla stampa, misure dichiarate della formazione dai 40 ai 70 metri di diametro. Oggi possiamo confermare con certezza quanto da noi ipotizzato e cioè che il cerchio raggiunge tranquillamente i 90 metri di diametro poiché la nostra inviata conferma che lo spazio tra un solco ed un altro dei trattori misura 15 metri ed il crop circle ne copre,  abbondantemente, un numero di 6.

 
 

 

 
 

 
 

Nella zona i commenti sono tra i più disparati: c'è chi dice si tratti di opera umana, chi pone dubbi e pensa al sovrumano e chi non si pone affatto la questione dell'origine e si limita a goderne l'immagine oltre che ad affermare che è proprio bello!

Vediamo ora di commentare noi uno dei tanti articoli apparsi su questo cerchio, per la precisione quello a firma Mirco Donati per la Riviera del Conero. L'autore, nell'articolo, prende in considerazione, un paio di volte, l'ipotesi dell'opera di burloni e dice che non è fuori dalla portata di tutti produrre un disegno come quello: "Basta una buona conoscenza della geometria, un metro, un po’ di manodopera e il cerchio è disegnato". Bene, sorprenderà chi sta leggendo quanto dirò, ma non sono d'accordo con Donati: non nego l'esistenza dei burloni ma è qualunquista e riduttivo definire, come tali, gli eventuali autori umani; alla portata umana sì ma con una acquisita maestria sul campo; se si organizza una squadra di 6, 7 uomini presi "dalla strada", magari un paio di professori di matematica, un falegname, un muratore, un architetto ecc.. per fare un cerchio nel grano come quello di Casine, verrebbe fuori un crop circle dall'aspetto tutt'altro che gradevole. Basta guardare altre "opere" italiche di quest'anno per averne un'idea; teoria senza pratica e, nemmeno con la magia, avrete opere gradevoli (Casanova incluso). Insomma, non si improvvisa un cerchio nel grano né ci si può improvvisare circlemakers (burloni invece sì).

 
 

 

 
 

 
 

Da contraltare alle ipotesi di Donati vi è il pronunciamento di un esponente del centro Ufologico Nazionale che, il pomeriggio dell'11 giugno, per due ore, ha esaminato il crop circle e ne ha tratto indizi di singolarità. Vediamo alcuni punti salienti: "All’interno dei cerchi le spighe sono spezzate alla base e hanno tutte una piegatura di venti gradi."

 
 

 

 
 

 
 

Veramente eravamo convinti di avere capito che, le piante, se spezzate, stavano ad indicare la non autenticità dal cerchio... Forse c'è stato un errore di trascrizione o interpretazione di quanto riferito dall'esperto; forse il termine usato era stato piegate, e viene da chiedersi: ma se non fossero piegate, avremmo un crop circle o semplicemente un campo di grano?

 
 

 

 
 

L'esperto ha effettuato rilevamenti per due ore su un cerchio che copre circa 10mila metri quadrati di piante e, quindi, come avrà mai fatto a misurare e trarre una media del grado di piegatura di tutte queste?

 
 

 "I noduli si sono ingrossati, come se fossero stati bruciati. Toccandoli, sono più duri del resto della pianta. Per questo dico che potrebbero essere stati usati dei raggi a radio frequenza dall’alto". I nodi, osservati bene in data 11 e 12 giugno dalla nostra inviata, non presentavano una forte risposta gravitropica e questo è giustificato dello stadio avanzato di maturazione delle spighe, dal loro metabolismo ormai troppo lento.

 
 

 

 
 

 
 

I nodi, quando bruciati, non assumono aspetto ingrossato; tutti i nodi sono duri, notevolmente più duri di tutto il resto del culmo. Un fascio di raggi a radio frequenza "sparato" su un campo di spighe non produce alcuno spostamento, piegatura, ingrossamento di culmo e parti del culmo. Chi, quando e dove si sono effettuati esperimenti che attestano il contrario?

 
 

 

 
 

 
 

"Se fossero stati fatti da almeno dieci persone, avrebbero dovuto impiegare almeno dieci ore”. Non commentiamo nemmeno. Se il dato precedente, per quanto sbandierato, non è mai stato provato sperimentalmente, quest'ultimo invece può essere decisamente verificato e lo è stato fatto centinaia di volte; invitiamo l'esperto ad organizzare un esperimento controllato e ad assistere alla creazione di una medesima opera (per dimensione e disegno) effettuata di notte da circlemakers pratici e stare a cronometrare. Questo basterebbe ad evitare affermazioni siffatte.

 
 

 

 
 

 
 

“Non ci sono radiazioni all’interno dei cerchi ma ho verificato la presenza di alcuni picchi di radioattività a tre chilometri di distanza". Grazie dell'informazione anche se non riusciamo a ricondurla al caso Casine di Paterno o ai crop circles in genere. Per favore... non incentiviamo l'elaborazione di nuove teorie del tipo "alla distanza del quadrato del raggio per la circonferenza del cerchio maggiore, diviso il decimo del raggio del cerchio minore elevato al numero dei cerchi ecc.. ecc..."

 
 

 
 

Abbiamo verificato che la tecnica usata ha escluso l'effettuazione di buchi da "paletto" (sinonimo ulteriore di pratica più che buona). Purtroppo il cerchio non ci dice altro dei suoi autori: organizzati, pianificati, dalla buona tecnica, documentati e dal buon gusto. La loro opera avrebbe meritato una foto aerea, come accaduto per quella dei colleghi di Monteu da Po. A mio parere avevano previsto anche quello, e cioè l'eventualità che nessuno si sarebbe presa la briga di sorvolarlo per immortalarlo; hanno quindi scelto accuratamente il campo giusto nel posto e con la giusta visuale, pur facendo una fatica in più, in termini realizzativi, per l'inclinazione del campo.

Meno male! Sarebbe stato un peccato vedere questo cerchio nel grano solamente come in queste ultime, seppur necessarie, immagini di Patrizia A. che, nel suo sopralluogo, ha scovato il particolare qui su ripreso.

Grazie Patrizia, a titolo personale; un segno, una scalfitura.

E' un po' come leggere la firma dell'artista di un'opera che ci ha dato tanto. Grazie.

 
 

Data: 16 giugno 2007

Autore: Margherita Campaniolo

 
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