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Crop
Circles
Details
News Crop Circles 05
News Crop
Circles
04
English Version News
Db Italia 2005
Database
2004
Db
Italy
'04
Db
Italie 04
Database 2003
Db Italy
'03
Archivio 2003
Cum Grano Salis
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I
cerchi nel grano, mistero da svelare |
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Secondo l'orafo
Zucchetta c'è un filo matematico che li lega alla pittura
trecentesca
Lo studioso veronese scopre che c'è un progetto intelligente, che i
pittogrammi più inspiegabili comparsi sotto tutti i cieli dell'umanità
hanno un'armonia che si può interpretare con la «tetraktis» di Pitagora
e l'esagramma |
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La curiosità mista
a paura, la mattina del 7 luglio 1996, pervade i
contadini e i curiosi che invadono i campi di grano di Windmill Hill,
nel sud dell'Inghilterra. Lì, improvvisamente, è comparso un gigantesco
disegno largo più di 300 metri: una spirale a tre code concentriche
fatta di 189 cerchi perfetti, più o meno grandi. Un disegno ottenuto
piegando gli steli dei cereali senza spezzarli. È come se un misterioso
artista, con strumenti arcani ma di grande precisione, si fosse
divertito a "scolpire" quella
gigantesca geometria nel grano. E in una sola notte. In meno di 24 ore.
La sera del 6 luglio la spirale- che qualcuno definisce "cosmica" perché
somiglia ad una galassia-, non c'era, la mattina del 7 c'è. E la spirale
cosmica è solo uno dei numerosi giganteschi pittogrammi apparsi nei
campi di cereali in questi ultimi decenni.
Quasi dieci anni dopo Alberto Zucchetta, orafo veronese, esperto di
simbologia medioevale legata alle pietre preziose, affascinato dalle
forme nel grano, e spronato da un documentario televisivo, si butta a
leggere qualsiasi pubblicazione trova sull'argomento. Il mistero gli
piace e lo indaga con il più classico dei metodi, la logica. Il rigore
scientifico. Se la terra ha una misura e l'universo ha un linguaggio-
pensa Zucchetta- quella e questo sono riconducibili alla matematica.
Sherlock Holmes usava la lente d'ingrandimento? Per svelare i segni nel
grano lui usa la stessa chiave usata da Pitagora sei secoli prima di
Cristo per codificare i rapporti musicali: la tetraktis, la formula
matematica dell'armonia fondata sui primi quattro numeri la cui somma
(1+2+3+4) dà 10. Attraverso questi numeri si ottengono tutti gli altri.
All'infinito. La tetraktis, sosteneva Pitagora- e ripete convinto
l'orafo veronese-, è il "mattone" dell'armonia.
Zucchetta è pronto a dimostrare che esiste un legame tra il leggendario
O di Giotto e i 189 misteriosi cerchi della spirale cosmica "scolpita"
nei campi vicini a Stonehenge, in Inghilterra. Che esiste un filo lungo
sette secoli che lega la pittura del trecentesco maestro toscano ai
numerosi, indecifrabili messaggi che molti ritengono essere opera di
extraterrestri.
Che annoda il passato al futuro tramite il presente. Si tratta di un
filo
matematico. «La chiave è sempre la stessa», sostiene lo studioso,
«perché medesimo è il linguaggio». E spiega: «Tutto è riconducibile a
cerchi in esatta in proporzione tra loro. La dimostrazione? Basta
applicare la formula matematica della tetraktis e l'esagramma, figura
geometrica composta di due triangoli equilateri sovrapposti, ma con i
vertici contrapposti, perfettamente iscritta nei cerchi. È la sfera
della perfezione, l'universo
senza inizio e senza fine, il continuum. O, se volete, l'infinito
armonico. La tetraktis e l'esagramma sono i mattoni per costruire
qualsiasi forma in modo armonico. La geometria si oppone, sia
concettualmente che concretamente, al caos».
All'orafo veronese non interessa «chi» o «che cosa» ha prodotto i
misteriosi cerchi. Sa che non potrà rispondere a queste domande. A lui
interessa il «perchè». Non gli importa sapere, al contrario degli
ufologi, se la mano che ha disegnato i cerchi sia terrestre o "e.t.", ma
se la mente che li ha concepiti sia razionale o casuale. C'è qualcuno
che vuole comunicare con noi? Chi sono gli "scultori" misteriosi? Chi i
signori degli anelli? E
Pitagora era uno di loro? Non sono queste le domande che si fa Zucchetta
passando notti insonni sui segni col compasso in mano, cercando punti
d'appoggio e convergenze per tradurre sulla carta le "parole" scritte
sul grano. Lui vuol capire se alla base dei pittogrammi apparsi nel sud
dell'Inghilterra (ma anche in Germania, in Francia, in Australia, in
Russia, in Giappone;e non solo oggi ma anche secoli fa) con le stesse
caratteristiche- improvvisi, con bordi netti, spighe piegate e non
rotte-, c'è un progetto intelligente. Se ogni punto ha, rispetto al
disegno generale, corrispondenze precise e matematiche.
Non è facile, ma alla fine Zucchetta scopre che sì, il progetto
intelligente c'è. Che i pittogrammi più inspiegabili, comparsi nei campi
di grano della storia, sotto tutti i cieli dell'umanità, hanno
un'armonia che si può interpretare con la tetraktis e l'esagramma.
Zucchetta punta il compasso nel mistero e scopre, via via,
corrispondenze, proporzioni perfette, precisi rapporti tra archi,
circonferenze, linee che alla fine trasferisce su carta lucida che fa
combaciare ai cerchi studiati. Quando il foglio opaco che separa il
lucido dalla fotografia scorre verso il basso. meraviglia: i segni
coincidono. «Ho preso in esame dieci pittogrammi che gli studiosi non
hanno saputo
spiegare», racconta l'artista veronese, «fuori da ogni sospetto di
contraffazione. Quale mi ha affascinato di più? Probabilmente la
"Spirale cosmica" apparsa nel corso di una notte nel 1996. Ma anche "Il
labirinto celtico" o il gigantesco "Fiocco di neve" di circa 80 metri di
ampiezza mi hanno intrigato parecchio. Il pittogramma che mi ha
impegnato di più, per la complessità del disegno, è stato il "Diagramma
di Mandebrot", lungo 56
metri, scoperto il 13 agosto del 1991. Con la formula della tetraktys
sono riuscito, partendo un punto segnato su di un foglio bianco, a
creare geometricamente con righello e compasso, l'immagine di quello che
gli studiosi asseriscono si può ottenere graficamente soltanto con il
computer.
No, non so chi abbia fatto questi giganteschi disegni e quale ne sia lo
scopo: divertimento, messaggio o altro. So solo che dietro ai cerchi nel
grano c'è un'armonia e un progetto. Intelligente».
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Data: 20 marzo 2005
Autore: Morello
Pecchioli
Fonte:
L'Arena di Verona
Link:
collaborazione Gildo Personè - CISU |
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