Non è servito
neppure dar corrente all’impianto d’irrigazione. «Ma che cosapensava, che ci spaventassimo per un po’
d’acqua?». Non hanno certo paura di
qualche centimetro di fango, gli appassionati e
temerari «ufologi» delPiemonte.
D’altronde, l’occasione è davvero troppo ghiotta. Se fino a ieri perscoprire i segni della presenza aliena sulla
terra, i nostri «amici di Et»
dovevano accontentarsi di accendere il televisore e guardare «Taken»
(il nuovoserial di Steven
Spielberg), ora hanno finalmente la possibilità di «toccarecon mano». È sufficiente unirsi alla folla di
curiosi che da sabato affollano i
prati vicini a Pontecurone, piccolo paese
dell’Alessandrino. Proprio qui,
infatti, è avvenuto nei giorni scorsi qualcosa di alquanto strano. E
qualcunogrida già al miracolo.
Pardon, all’«atterraggio». Di un’astronave, una
navicella o qualcosa di simile. Comunque, un
«oggetto non identificato»
proveniente da qualche mondo lontano. «Tutto è successo nella notte tra giovedì e
venerdì scorso, più precisamente tra
la mezzanotte e le cinque del mattino», racconta
Alfredo Lissoni del Cun,Centro
ufologico nazionale. Soltanto poche ore prima un gruppo di
ragazzettidel paese era passato
da quelle parti, di ritorno da una serata di baldorie, enon aveva notato nulla di strano. Poi,
all’improvviso, i cerchi. Sette in
tutto, grandi e perfetti. Disegnati da un’entità
«non umana», secondo qualcuno.O
dalla mano di un abile «land artist», secondo qualcun altro. «La formazione è composta da sette cerchi
disposti a croce latina per una
lunghezza di trentadue metri - ha spiegato Lissoni a poche ore dal
sopralluogo -. La fattura del disegno è ottima e le
spighe sono dolcemente piegate verso il
terreno, inclinate lungo i nodi dello stelo». Non
ci sono spighe rovinate,secondo
gli esperti del Cun. «E questo porterebbe inevitabilmente a
escludereche si sia trattato
dell’azione di qualche burlone con bastoni, corde o
rastrelli». Il primo cerchio, quello più grande,
ha un diametro di oltretredici
metri e mezzo e le spighe sono tutte piegate in senso antiorario, a partire da un punto a tre quarti dal centro
del cerchio. «L’aspetto più
interessante - ha aggiunto il collega ufologo Valentino Rocchi,
investigatoredel Cun - è che il
disegno si trova in mezzo alle spighe, senza che vi siaalcun passaggio d’entrata». Quelli che si
vedono adesso, infatti, sono stati
creati dal calpestio dei tanti curiosi che si
sono alternati sul posto negli
ultimi due giorni. E gli ufologi non hanno timori nel saltare alle
«logiche» conclusioni: «L’unico sistema per realizzare
una figura di questo genere – ha
decretato l’investigatore - è sicuramente quello di farla
”dall’alto”».Basterebbe
soffocare quell’ultimo barlume di raziocinio e amore per la scienza,per arrivare ad affermare che in Piemonte
sono sbarcati gli alieni. Non
arrivano a tanto, gli illustri studiosi del Cun, che si limitano a
precisare:«È la prima volta, in
Italia, che si trova un simile disegno in un campo
circondato integralmente da spighe intere. Nel
corso del 2003 siamo stati
chiamati a intervenire in venti posti diversi. Solo dieci giorni fa,
adesempio, eravamo ad Acqui
Terme. Ma questo di Pontecurone è senza dubbio il
caso più importante che ci sia mai stato
segnalato fino ad ora».Un caso
tanto importante da aver immediatamente suscitato la curiosità delCicap, il Comitato italiano per il controllo
delle affermazioni sul
paranormale. Al suo rappresentante Francesco Grassi è bastata una
rapidaocchiata «in loco» per
togliersi ogni dubbio: «Sono stato a Pontecurone
domenica e posso senza dubbio affermare che si
tratta davvero di una splendida
formazione geometrica - spiega lo studioso -, un crop circle che
sicuramentenon ha un’origine
naturale». Si escludano dunque temporali, vento e grandine(quella, semmai, è arrivata soltanto più
tardi, a cancellare le ultime tracce dei cerchi). Ma non si parli neppure di
paranormale. «È un disegno realizzato
da mani umane - conclude Grassi -, da qualche
bravo artista che sa di dover
restare anonimo». Un nuovo Michael Heizer che non potrà mai godere
dellapropria fama. In caso contrario, infatti, saprebbe di
incappare nell’ira di tanti ufologi
delusi. Di tutti, ma di uno in particolare. Ad
accorgersi della scoperta èstato
Emilio, il proprietario del terreno. E ancora adesso si pente di
averneparlato. Se avesse fatto
finta di niente, se avesse rasato il campo e fosse
tornato a casa - a dormire e a dimenticare - ora
sarebbe tutto diverso. Non ci
sarebbero le centinaia di curiosi pronti a saltare tra le spighe
alla ricercadi un indizio
qualunque, un pezzo di astronave o un’impronta di piede alieno. Pronti a calpestare senza pietà il lavoro di
un’intera stagione. In nome della
«conoscenza».
Non glielo perdonerebbe, Emilio, uno scherzo del genere. E non
glieloperdonerebbero - a quell’incosciente
di un artista - neppure i suoi compari,
accorsi dalle cascine intorno per aiutare l’amico
a difendere la sua terra. Con
un’improvvisata recinzione di spago e paletti in legno, e con i
bocchettonidell’impianto di
irrigazione utilizzati a mo’ di idranti. Un po’ d’acqua, percalmare i bollenti spiriti e allontanare quei
bipedi che a volte sanno essere
più dannosi di un intero stormo di corvi. «Per fortuna non ci sono
statiproblemi d’ordine pubblico
- assicurano dalla stazione dei Carabinieri di
Pontecurone -. Non abbiamo ricevuto chiamate, né
siamo stati costretti a
intervenire per tenere a bada visitatori un po’ troppo
effervescenti». A dirla tutta, però, una telefonata al 113
sembra essere arrivata. «Mio padre lo
aveva detto», continuava a ripetere domenica una
ragazza del paese. «Aveva
addirittura chiamato i carabinieri, dopo aver visto quelle strane
luci incielo». Inutile dirlo,
era la notte tra giovedì e venerdì. «Le forze
dell’ordine, però, non sono intervenute. E mio
padre è rimasto lì, da solo, a
osservare il cielo». Ma forse è meglio così. Forse, se davvero
fossero intervenuti i carabinieri, la magia avrebbe
rischiato di svanire. Così, almeno,
resta una bella storia da raccontare a figli e
nipotini. Dei segni tra ilgrano,
d’altronde, non rimane che il ricordo. La violenta grandinata didomenica ha infatti terminato il lavoro di
«cancellatura» già cominciato
dall’esasperato Emilio. Da quel contadino che oggi ha finalmente
potuto tornare al lavoro. Fin dalle
cinque di stamattina, sul suo trattore. Con nel
cuore - ne siamo certi – una
piccola preghiera: che gli Ufo, questa notte, se ne siano stati a
casa loro. Oche, almeno, siano stati un po’ più
«discreti».
Fonte: Il Giornale del
Piemonte Edizione del 22-06-04 pagina 09
Margherita Campaniolo Web Master di
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