Gli scompensi nella quantità di alcuni elementi chimici, come
fluorite e calcite, nel terreno dei cerchi nel grano di
Panocchia sono una conseguenza dell'utilizzo di normali
diserbanti e prodotti per l'agricoltura. Le abbondanti piogge
primaverili e la presenza di ghiaia nel campo hanno fatto il
resto. Sono questi i risultati delle ultime analisi di Giorgio
Pattera, biologo e vicepresidente del «Galileo», sezione
parmigiana del Centro ufologico italiano. «Che gli autori dei
cerchi di Panocchia fossero umani si era capito da tempo _ dice
Pattera _ ma per averne la certezza assoluta abbiamo condotto
una serie di analisi supplementari sul terreno». È bastato
ricostruire gli ultimi mesi d'attività dei coltivatori che
curano il campo del «mistero» per svelare anche l'ultimo lato
vagamente sospetto della vicenda. Tutto dipende da quattro cicli
di trattamenti chimici iniziati in autunno. «Gli agricoltori,
dopo la semina, hanno usato alcuni normali diserbanti, mentre a
fine novembre hanno sparso il nitrato di calcio _ spiega Pattera
_. Tra gennaio e febbraio è stato usato il nitrato di ammonio.
Fra marzo e aprile, infine, gli agricoltori hanno sparso l'urea.
Questi componenti si sono combinati in modo diverso nei vari
punti del campo e hanno interagito con gli elementi del suolo,
anche a causa delle piogge». Fluorite, calcite e altri elementi
sono concentrati in modo difforme anche perché la ghiaia della
parte centrale del campo, residuo golenale, ha un effetto
drenante: trattiene cioè concimi e acqua.
I campioni sono stati raccolti in diversi punti del campo: al
centro dell'intersezione fra i tre cerchi, al centro dell'area
verso il fiume e all'esterno dei cerchi, al limitare dei vigneti
(dove la ghiaia scarseggia, così come gli elementi chimici in
quantità «sospette»).
«Nei giorni scorsi ho espresso i miei dubbi sui cerchi di
Panocchia durante un convegno in Friuli _ continua Pattera _. Ho
voluto avvalorare il giudizio con esami scientifici che ritengo
necessari per fugare ogni dubbio». Il biologo spiega anche in
che modo si possono realizzare umanissimi cerchi nei campi.
«Basta usare un rastrello, magari appesantito con una barra di
metallo _ dice Pattera _. Si fissa al terreno un paletto di
metallo, di quelli usati in edilizia, vi si attacca il rastrello
e si gira, come si fa con un compasso. Ed ecco come questi
buontemponi hanno ottenuto i cerchi nelle messi».
«Nelle messi», cioè nei campi coltivati in generale, perché non
di solo grano vivono i cerchi misteriosi. «Ne sono stati trovati
in campi di orzo, riso, mais, persino erba medica _ conclude il
biologo _. Chi li traccia non ha alcuna predilezione particolare
per il grano».
Gazzetta di Parma
del 07/07/2004