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Nuove analisi a Panocchia 
Cerchi nel grano, la chimica conferma la tesi dello scherzo 
Andrea Violi



Gli scompensi nella quantità di alcuni elementi chimici, come fluorite e calcite, nel terreno dei cerchi nel grano di Panocchia sono una conseguenza dell'utilizzo di normali diserbanti e prodotti per l'agricoltura. Le abbondanti piogge primaverili e la presenza di ghiaia nel campo hanno fatto il resto. Sono questi i risultati delle ultime analisi di Giorgio Pattera, biologo e vicepresidente del «Galileo», sezione parmigiana del Centro ufologico italiano. «Che gli autori dei cerchi di Panocchia fossero umani si era capito da tempo _ dice Pattera _ ma per averne la certezza assoluta abbiamo condotto una serie di analisi supplementari sul terreno». È bastato ricostruire gli ultimi mesi d'attività dei coltivatori che curano il campo del «mistero» per svelare anche l'ultimo lato vagamente sospetto della vicenda. Tutto dipende da quattro cicli
di trattamenti chimici iniziati in autunno. «Gli agricoltori, dopo la semina, hanno usato alcuni normali diserbanti, mentre a fine novembre hanno sparso il nitrato di calcio _ spiega Pattera _. Tra gennaio e febbraio è stato usato il nitrato di ammonio. Fra marzo e aprile, infine, gli agricoltori hanno sparso l'urea. Questi componenti si sono combinati in modo diverso nei vari punti del campo e hanno interagito con gli elementi del suolo, anche a causa delle piogge». Fluorite, calcite e altri elementi sono concentrati in modo difforme anche perché la ghiaia della parte centrale del campo, residuo golenale, ha un effetto drenante: trattiene cioè concimi e acqua.

I campioni sono stati raccolti in diversi punti del campo: al centro dell'intersezione fra i tre cerchi, al centro dell'area verso il fiume e all'esterno dei cerchi, al limitare dei vigneti (dove la ghiaia scarseggia, così come gli elementi chimici in quantità «sospette»).

«Nei giorni scorsi ho espresso i miei dubbi sui cerchi di Panocchia durante un convegno in Friuli _ continua Pattera _. Ho voluto avvalorare il giudizio con esami scientifici che ritengo necessari per fugare ogni dubbio». Il biologo spiega anche in che modo si possono realizzare umanissimi cerchi nei campi. «Basta usare un rastrello, magari appesantito con una barra di metallo _ dice Pattera _. Si fissa al terreno un paletto di metallo, di quelli usati in edilizia, vi si attacca il rastrello e si gira, come si fa con un compasso. Ed ecco come questi buontemponi hanno ottenuto i cerchi nelle messi».

«Nelle messi», cioè nei campi coltivati in generale, perché non di solo grano vivono i cerchi misteriosi. «Ne sono stati trovati in campi di orzo, riso, mais, persino erba medica _ conclude il biologo _. Chi li traccia non ha alcuna predilezione particolare per il grano».

 Gazzetta di Parma del 07/07/2004

 

 

Margherita Campaniolo

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