di ROMANO TRIPODI
per Il Tempo
SABAUDIA — Stefano Bedin, l’agricoltore di Sant’Andrea sul
cui campo mani ignote hanno tracciato i «crop circles», ha
consentito ieri mattina ad alcuni appassionati di ufologia
di accedere nel suo podere per osservare da vicino i
misteriosi disegni. Nel Convegno promosso la scorsa estate
dal Comune di Sabaudia un mese dopo la scoperta dei «cerchi
nel grano» apparsi, ai primi di giugno del 2003, sul terreno
della famiglia Cenci, e sempre a Sant’Andrea, Maurizio
Baiata, giornalista scientifico ed esperto di Ufologia, e
Massimo Fratini, direttore del «Centro Studi sulle
Intelligenze extraterrestri» tentarono di avvalorare, con
una serie di argomentazioni, l’origine extraterrestre del
fenomeno manifestatosi per la prima volta in Inghilterra una
quindicina di anni fa e che da allora, al pari degli Ufo, è
seguito con attenzione dall’Aereonautica militare americana,
E fu sempre nel Convegno di Sabaudia che vennero resi noti i
risultati delle analisi di laboratorio compiute sui chicchi
e sulle spighe di grano trasformati in «crop circles». Due
elementi colpirono il pubblico che gremiva l’Auditorium del
Parco Nazionale del Circeo. Il fatto che i chicchi staccati
dalle spighe apparissero «disidratati», quasi fossero stati
sottoposti ad una fonte di calore e l’accertato rilevamento
di onde elettro-magnetiche sul campo.
Sulla conformazione e perfezione dei tre cerchi apparsi sul
terreno di Stefano Bedin abbiamo parlato con l’ingegnere
Emilio S. esperto agronomo. Secondo Il professionista, che
non è peraltro uno studioso di fenomeni extraterrestri o
paranormali, i due cerchi laterali tracciati da mani
misteriose sul campo di grano di Stefano Bedin sono troppo
perfetti e particolari per pensare che possano essere stati
fatti con un trattore o comunque con una qualsiasi macchina
agricola.
’accordo con quanti ritengono che sia stato tracciato da un
valente disegnatore. La vicenda anima comunque le
conversazioni di residenti e turisti nei bar e negozi di
alimentari di Sabaudia e c’è persino chi sostiene che i
primi «crop circles» sarebbero apparsi alla periferia della
città addirittura negli anni Cinquanta.