Space Freedom è sempre stato innanzi tutto, nelle mie idee, uno spazio libero aperto a voi lettori; alla luce di ciò oggi sono lieta di dare spazio ad un utente di Space Freedom che ha voluto inviarmi questa sua interessantissima riflessione sull'ufologia italiana.Ringrazio G.M. innanzi tutto per l'attenzione con la quale ci segue (e che deduco dal pezzo stesso) e per la preziosa opportunità che ci offre per riflettere su questa tematica a noi tanto cara.Margherita Campaniolo |
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CRISI DELL’UFOLOGIA ITALIANA |
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Da oltre trenta anni seguo eventi e fatti ufologici. Tuttavia non mi ritengo un ufologo, anche se in questo lungo periodo ho avuto modo di indagare, approfondire, leggere e studiare, nella sua complessità, un fenomeno atipico e straordinario, che evidenzia la costante presenza, di mezzi e esseri, presumibilmente extraterrestri, che visitano, forse da sempre, il nostro Pianeta. Dai primi anni 70 ad oggi, ho raccolto personalmente decine di testimonianze, confessatemi, spesso in gran segreto, da persone a mio parere credibili e sincere, coinvolte loro malgrado, da vicende strettamente legate ad avvenimenti ufologici, come avvistamenti notturni e diurni, abduction, IR4 etc. Sempre nel corso di questi ultimi tre decenni ho seguito direttamente, come persona interessata al fenomeno ma non legata ad alcuna sigla o gruppo di ricerca specifico, a diversi “casi ” ufologici eclatanti, avvenuti nella Sicilia Occidentale, zona peraltro a me familiare in quanto residente a Trapani dove vivo e lavoro, che hanno richiamato l’attenzione dei media nazionale e della stampa specialistica di settore e, in qualche caso, le forze dell’ordine e i militari. Senza più di tanto scendere nei particolari dei singoli casi “cosiddetti eclatanti”, mi limito a ricordarne tre, uno per decennio, cominciando dal presunto atterraggio di un probabile mezzo aereo non terrestre, avvenuto a Buseto Palizzolo(TP) nei primi anni 80, dove l’enigmatico oggetto volante, evidentemente atterrato o quantomeno galleggiando a pochi meri dal suolo, lasciava su un terreno privato coltivato a vigneto, una impronta circolare anomala, dove al suo interno, venivano riscontrate ulteriori fori che bucavano il suolo per diversi metri. Posso assicurare il lettore che quell’impronta era davvero impressionante, non solo per le sue notevoli dimensioni, quanto per il il senso di inquietudine e ansia che la sua vista procurava. Gli abitanti che vivevano a pochi centinaia di metri dal luogo del presunto atterraggio, erano scossi e spaventati da quella assurda cicatrice che aveva violato, nel silenzio più assoluto, la propria terra. Lo sgomento, la tensione, e un po’ di paura si evidenziava sui volti di tutte le persone presenti sul luogo, comprese le forze dell’ordine e i pochi militari che presidiavano e transennavano la zona. Poi gli anni “90, con la testimonianza-intervista, resa dai comandanti di due grossi motopescherecci Mazaresi, ad un importante mensile ufologico Nazionale (che successivamente la pubblicò) , dove i due testimoni affermavano che una notte del dicembre del 1997, mentre si trovavano in rada nel Golfo della Sirte, videro passare sopra le loro teste e dei rispettivi equipaggi, lentamente e a bassa quota, un oggetto rettangolare lungo 400 mt. e largo 80; in quella occasione, ebbi modo di parlare privatamente per diverse ore con i due comandanti e un motorista, anche lui testimone diretto, dello straordinario avvistamento; e per finire il caso Ummari, piccolo centro agricolo vicino Trapani che vide protagonista, nell’agosto del 2001, oltre ai residenti della zona, una famiglia di villeggianti trapanesi che riuscirono a filmare con una video camera digitale, un oggetto di forma sferica che effettuava impossibili quanto intelligenti evoluzioni aeree sopra la loro abitazione estiva, tanto da richiamare, probabilmente, l’attenzione di velivoli militari che perlustrarono la zona durante l’avvistamento del fantomatico oggetto. Trenta anni della mia vita trascorsi a stretto contatto con un fenomeno singolare quanto enigmatico e sconcertante, che interagisce, indiscutibilmente, con una parte dell’umanità, non seguendo tuttavia nessun parametro di comparazione con altri fenomeni terrestri, oltrepassando di fatto, qualsiasi conoscenza logico-scientifica e filosofica umana. Nel corso di questo lungo periodo, ho conosciuto uomini e donne più o meno noti, del mondo dell’ufologia, con alcuni di essi il rapporto di conoscenza è stato sfuggente e superficiale con altri invece intrattengo ancora oggi una calorosa e sincera amicizia. Pur non essendo “ufficialmente” un addetto ai lavori, in questi lunghi anni ho avuto modo di constatare, e purtroppo spiacevolmente, le numerose diatribe, spesso violente e insensate, nate tra gli ufologi italiani. Un susseguirsi di lotte interne, colpi bassi, tradimenti, uscite di scena plateali, hanno dipinto un quadro dell’ufologia italiana dalle tinte sbiadite e insignificanti, fornendo agli occhi di tutti, compresi i “cinici” media, un’immagine non credibile, assolutamente inverosimile e squallida del fenomeno stesso. Purtroppo il tempo e l’esperienza non sono riusciti a cancellare gli antichi mali del passato, piuttosto ne hanno generato altri, più nuovi e adeguati ai tempi attuali, ma non meno squallidi dei precedenti, marchiando ancora una volta l’ufologia italiana come materia non credibile, lontana dalla realtà quotidiana e gestita, a detta di molti, da un manipolo di esaltati che amano prendersi troppo sul serio. La vecchia ufologia non mi andava a genio ma nemmeno la nuova mi fa impazzire. Quest’ultima, composta da un piccolo esercito molto agguerrito, quanto disunito e mal organizzato, di nuovi inquirenti e ricercatori, venuti alla luce dall’enorme ventre di mamma Internet, interpretano e divulgano, rispetto al passato, un ufologia forse più raffinata e meno sensazionale, che eccede tuttavia, impropriamente, di una dose esagerata di razionalismo scientifico, di una esasperata ricerca di ardue e sofisticate citazioni culturali, di una ostentata, quanto banale sicurezza nell’affermare come “verità assolute” le proprie idee e convinzioni. Una ufologia, questa ultima, troppo snob, fredda e monotematica, priva, secondo me, della capacità di incuriosire ed appassionare il neofita ma anche l’esperto. Per non parlare dell’uso improprio e smisurato che i nuovi ufologi fanno della rete telematica. I loro dialoghi, i loro dibattiti, comprese le loro diatribe, avvengono quasi esclusivamente per via e-mail, salotti telematici, video conferenze etc., una maniera, a mio parere, che diminuisce pericolosamente l’inclinazione verso la sana e vecchia dialettica, indispensabile in ufologia per comunicare in modo corretto e diretto. Anche io, comunque, giornalmente visito diversi siti di settore, aumentati negli ultimi anni in maniera smisurata e confusa, notando come le notizie che corrono sulla rete siano una sorta di fiume in piena, senza in realtà mai dire nulla di nuovo o di interessante, tranne una volta, ed a opera di una giovane e intelligente ufologa, che ha pubblicato un lavoro mediatico “monumentale” e assolutamente corretto eticamente sui famosi “cerchi nel grano”, smentendo o ponendo in dubbio, con certosina dovizia, alcune delle teorie formulate ed incautamente accettate e divulgate troppo frettolosamente da molti ufologi come segni rivelatori della esistenza extraterrestre, riaprendo con grande coraggio e spirito critico, il dibattito sulla veridicità dei famosi crop circle,. Il magnifico lavoro effettuato dalla giovane e brava ufologa, rimane purtroppo una rarità assoluta nel nuovo caotico panorama ufologico nazionale. Ed è proprio in questo scenario confuso e delirante che ha trovato forza e vigore la vigente logica dell’arroganza e di “ognuno per sé”, piuttosto che dell’altruismo e della collaborazione fra i vari gruppi di ricerca per una attenta e seria analisi del fenomeno ufologico e delle sue innumerevoli variabili che lo caratterizzano, negando, ancora una volta, il sacrosanto diritto dell’opinione pubblica interessata, di ricevere informazioni corrette e, soprattutto, esenti da eccentriche teorie del tutto personali. Sappiamo tutti che l’ufologia storica è stata rea, nel passato, e lo è tuttora, di aver commesso gravi errori, ma che comunque ha avuto il merito di aver diffuso una serie di informazioni, documenti, prove, etc. che ancora oggi sono solidi capisaldi della conoscenza ufologica; buttarli giù, per mano dei nuovi ricercatori, sarebbe un gravissimo errore, che otterrebbe solo un risultato: creare una profonda spaccatura, fra ciò che c’era di buono nel passato e ciò che c’è di buono nel presente. Una spaccatura tanto grande a mio parere da rischiare, nel prossimo futuro se non si corre velocemente ai ripari, il definitivo isolamento culturale della ufologia italiana. Già, l’isolamento culturale, il principale male che da sempre mortifica e priva della giusta importanza, la questione ufologica e i suoi più intelligenti sostenitori, compresi i tanti testimoni relegati (diciamolo con chiarezza) da sempre, ai margini della società civile, e considerati dalla stessa, come una setta di pericolosi e fanatici pazzi visionari. Se l’argomento Ufo in Italia è considerato tabù, lo si deve non soltanto a una divulgazione diffusa dai nostri media volutamente scorretta, superficiale e qualche volta pilotata ma principalmente per colpa di una parte dei cosiddetti ufologi “Professionisti”, bravissimi, soltanto a caricaturizzare e ridicolizzare in squallide macchiette oltre che loro stessi, l’ufologia tutta. Banali, boriosi, saccenti, presuntuosi, alcuni ufologi italiani, vecchi o nuovi che siano, amano scriversi addosso fiumi di parole di elogio, encomiandosi all’inverosimile, millantando successi e riconoscimenti a destra e manca, dalla scienza ufficiale alla politica, dai media a gli ambienti religiosi, ottenendo sempre e comunque un solo risultato, nessuno mai di questi li prende troppo sul serio, compresi gli altri ufologi. Diventa inevitabile allora effettuare un cambiamento radicale all’interno del mondo ufologico italiano. Cambiamento che necessiterebbe innanzitutto, attraverso la stesura di un documento scritto, democratico e deontologico, e diffuso a tutti gli ufologi appartenenti ai vari gruppi o sigle presenti nel nostro paese, un codice etico e di comportamento da seguire e riconoscere sempre e comunque. La creazione di uno statuto unico che regolamenti l’aspetto sociale e organizzativo della moderna ufologia , sarebbe il primo passo per la costituzione della prima, vera, collettività ufologica italiana riconosciuta dalla società civile. Lo statuto quindi, attraverso le sue regole, avrebbe come unico scopo la regolamentazione della vita di relazione fra tutti i ricercatori, studiosi, inquirenti, semplici appassionati, e testimoni di avvenimenti correlati al fenomeno ufologico, senza interferire, nello specifico della ricerca ufologica o dei metodi adottati da singoli individui, gruppi o enti, liberi di intraprendere iniziative e usare metodi e modi che ritengono più opportuni per lo studio delle tematiche ufologiche. Sono fermamente convinto che l’ attuale anarchia che domina in maniera predominante e eccessivamente competitiva l’ufologia italiana, verrebbe ridimensionata a vantaggio di una civile e pacifica convivenza fra i membri della stessa comunità ufologica, fornendo, oltretutto, al di fuori delle proprie mura, una immagine pulita, chiara, ed onesta con l’unico scopo di far luce su un enigma che tanto appassiona e coinvolge migliaia di persone nel nostro Paese. Evidentemente il documento dovrebbe contenere altre regole e postille atte a regolamentare ulteriori attività degli ufologi italiani, come per esempio la tutela dei testimoni di avvenimenti ufologici, troppo spesso lasciati in balia dei famelici media, o abbandonati alla berlina di una opinione pubblica diffidente e sarcastica. Altro cambiamento radicale e importante da compiere, a mio parere, consiste nel ricostruire una nuova immagine ad una ufologia ormai troppo stanca e statica, ancorata a vecchi schemi di divulgazione e informazione, non più al passo con i tempi, e derisa costantemente dai media nazionali, Ed a proposito dei media, e della violenta campagna denigratoria diffusa ormai da sempre a danno dell’ufologia e dei suoi assertori in genere, sono convinto, che fino a quando la parte più colta ed evoluta degli ufologi italiani non avrà il coraggio di incontrarsi faccia a faccia con gli esponenti più autorevoli della stampa scritta e televisiva, e discutere con questi ultimi, sulla serietà e l’onestà intellettuale che caratterizza la ricerca ufologica, suffragata da prove schiaccianti e inconfutabili che attestano inequivocabilmente la presenza sul nostro Pianeta e sul nostro Territorio, di mezzi e esseri, che provengono sicuramente non dal nostro Mondo, l’ufologia stessa e i suoi sostenitori, compresi i tantissimi testimoni, saranno per i media un argomento da trattare come il gossip più banale e stupido. Il genere umano diffida quando non conosce. Questa regola vale anche per l’ufologia. L’incomprensione che da sempre esiste tra ufologi, mass media, società civile, etc. è un dato di fatto indiscutibile, e la colpa principale di tale esistente incomprensione non può che ricadere su chi era, ed è, addetto a informare correttamente la GENTE; costui o meglio costoro (la categoria degli ufologi in genere) hanno fallito perché hanno esposto male il proprio sapere, generando caos e disorientamento all’esterno e inutili faziosità fra i vari componenti o gruppi i ufologici. Solo dopo aver verificato che l’esperimento con i media abbia ottenuto i risultati sperati, e cioè una presa di coscienza da parte loro sulla veridicità del fenomeno ufo, occorrerà coinvolgere altri ambienti culturali importanti e qualificati della nostra società, adoperando, questa volta in collaborazione con i professionisti dell’informazione, un metodo di divulgazione calibrato e leggero, colto e sofisticato se necessario, o adattabile e conforme al linguaggio dello specifico ambiente che desidera informarsi sulle tematiche legate all’ufologia. So benissimo che l’argomento ufo è complesso, arduo e pericolosamente tortuoso, con le sue tematiche, spesso teoriche ed in netta contrapposizione alla nostra conoscenza scientifica, sociale, religiosa etc., ma sono anche fermamente convinto che occorre dialogare e confrontarsi con tutti, compresa la parte più colta della nostra società civile che ancora oggi, con qualche eccezione, ritiene l’enigma ufo una schizzofrenica leggenda metropolitana. Confrontarsi con gli altri è un rischio da cui gli ufologi italiani non possono e non devono più esimersi, ed è a tutti evidente che fino a quando gli organi d’informazione e gli ambienti culturali in genere non avranno una trasparente e veritiera idea del fenomeno ufo, non potrà mai esserci una corretta informazione nei confronti dell’opinione pubblica italiana. Che l’ufologia è una cosa estremamente seria sono in pochi in Italia a condividerlo, compresi molti addetti ai lavori che la ritengono come un semplice hobby a cui dedicare qualche ora del proprio tempo libero, altri ancora (i più furbacchioni) la interpretano soltanto come un business esclusivo di proprio uso e consumo ed inaccessibile al resto della comunità, intanto la gente comune e purtroppo non solo loro, vedono e giudicano gli ufologi come un associazione di appassionati un po’ matti e rincoglioniti, che ogni tanto amano riunirsi per parlare di asini che volano, perlopiù litigando come vecchie comari. Basta con tale vergognoso comportamento incivile e patetico. È tempo che qualcuno, giovane o vecchio che sia, dotato di molta grinta e poca paura, con idee semplici e chiare, decida di tirarsi su le maniche per lavorare seriamente e utilizzare un metodo nuovo, efficace e convincente di ricerca e divulgazione ufologica, dimenticando, una volta per tutte, di addebitare (il solito vecchio ritornello sicuramente vero ma non per questo ormai più giustificabile), le colpe della propria inefficienza, al volere di una certa casta di ufologi che impedirebbe a chiunque di entrate nell’Olimpo dell’ufologia nazionale per paura di perdere legittimazione, denaro e potere, piuttosto che alla propria capacità di rendersi credibile, affidabile, e concreto. Questa volta non ci potranno essere rinvii, ritardi o banali scuse, bisogna intervenire e parlare un linguaggio diverso, più schietto, chiaro, concreto e rivolto a tutti, prima che l’ufologia muoia definitivamente. G. M.
Trapani 10.09.2003
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