Alcuni componenti chimici contenuti nei
deodoranti per le ascelle possono penetrare nell'organismo umano: l'allarme e'
di alcuni ricercatori britannici che hanno trovato tracce di parabeni
(comunemente utilizzati come conservanti nell'industria cosmetica) in frammenti
di tessuto prelevati da donne con il cancro al seno. E per quanto non ci sia
alcuna prova che i parabeni siano concerogeni e anzi l'industria cosmetica
rassicuri sul loro utilizzo, gli scienziati hanno chiesto che ne venga rivisto
l'impiego.
Il gruppo di ricercatori britannici ha esaminato campioni di tessuto
prelevati da 20 diversi tipi di tumore, scoprendo in tutti tracce di parabeni.
"Si tratta del primo studio che mostra il loro accumulano nei tessuti", ha
spiegato la dottoressa Philippa Darbre, che ha condotto i test insieme ai
colleghi dell'universita' di Reading. "E dimostra che se la gente e' esposta a
questi componenti, essi si accumulano nell'organismo". Secondo la ricercatrice,
e' ragionevole che la gente si preoccupi della scoperta. "La loro individuazione
nei tumori al seno e' preoccupante perche' i parabeni hanno mostrato di essere
in grado di mimare l'azione dell'ormone estrogeno femminile". "L'estrogeno puo'
facilitare la crescita dei tumori mammari. Sarebbe dunque opportuno valutare se
i parabeni possono continuare ad essere usati in un cosi' ampio spettro di
cosmetici utilizzati nell'area mammaria, come i deodoranti".
Immediata la reazione dell'industria cosmetica britannica, che ha promesso di
fare accertamenti. "Ogni informazione aggiuntiva e' benvenuta e valuteremo la
ricerca nel dettaglio", ha detto Chris Flower, direttore generale
dell'associazione profumiera britannica. "Ma in ogni casi i parabeni sono
assolutamente sicuri; abbiamo una serie di informazioni a supporto della
sicurezza di questi componenti chimici e del loro uso nella cosmesi".
I parabeni, il cui uso e' consentito in tutta Europa, si trovano comunemente
in prodotti farmaceutici per uso esterno; e anche in creme, lozioni, make-up,
paste dentifricie, lozioni da barba, saponi, creme solari e depilatorie, ma
anche in vari generi alimentari. Il governo britannico ha promesso accertamenti.
(AGI) |
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