(ANSA) -
ROMA - Entro quest'anno ci sara' un nuovo arrivo nelle stalle statunitensi: la
prima mucca clonata 'immune' al morbo della mucca pazza (BSE).
E' l'annuncio di scienziati del Virginia-Maryland Regional College of Veterinary
Medicine (VMRCVM) che hanno iniziato a lavorare a un progetto di clonazione di
un bovino senza il gene per la proteina prionica.
Senza questo gene, spiega il capo-progetto Will Eyestone in una nota, anche
l'infezione col prione infetto nulla potrebbe sulla salute dell'animale perche'
nel suo cervello non ci sarebbero proteine prioniche sane da trasformare per
innescare la malattia. Se i bovini clonati risultassero normali pur senza questo
gene, anticipa l'esperto, si potrebbe pensare ad un programma di selezione dei
capi per ridurre il rischio mucca pazza negli allevamenti.
Con il primo caso di BSE tra i bovini americani i ricercatori hanno pensato di
correre ai ripari. L'idea e' quella di scardinare il male creando una nuova
'razza' di animali che non possono esserne contagiati.
La clonazione che stanno progettando sara' effettuata con la tecnica classica
del trasferimento nucleare, la stessa con cui e' stata data alla luce la famosa
e ormai defunta pecora Dolly. Si prendera' cioe' una cellula uovo di bovino, le
si togliera' il proprio Dna sostituendolo con quello di un cellula qualunque del
corpo di un alro bovino con le caratteristiche genetiche che si desiderano
copiare. La cellula uovo verra' poi impiantata in un utero surrogato.
Il desiderio degli esperti e' di inserire nella cellula uovo il Dna di un bovino
cui e' stato tolto il gene per la proteina prionica. Il bovino clonato quindi
nascerebbe senza tale gene e non avrebbe nel cervello la minima traccia del
prione naturale.
Questo e' una molecola che si trova normalmente nel cervello dei mammiferi,
bovini e uomo inclusi. Per quanto la sua presenza non sia vitale e non si
conoscano ancora le sue funzioni, gli scienziati sanno che e' coinvolta nella
BSE e nella corrispondente malattia umana, il morbo di Creutzfeldt-Jakob.
Infatti se i bovini mangiano mangime contaminato ingeriscono la versione malata
del prione. Questa risale dall'intestino al cervello e una volta nei neuroni
innesca un processo a catena trasformando la proteina prionica naturale e sana
in una malata a sua immagine e somiglianza. Nel giro di qualche tempo, forse
proprio per l'accumulo di queste masse di prione, scoppia la BSE. Il prione
normale assume la forma distorta di quello malato e a mano a mano il cervello
diventa una spugna, per neurodegenerazione.
''Per sviluppare la BSE - osserva Eyestone - il bovino deve avere il prione sano
nel cervello''. Clonando un bovino privo di prione il problema e' risolto alla
radice e la minaccia dei mangimi infetti si farebbe sentire di meno.
Ma prima di popolare le stalle con questi bovini clonati operando la selezione
dei capi, avverte Eyestone, e' necessario assicurarsi che i cloni siano sani pur
non avendo proteina prionica nel cervello. |
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