Eccezionale: tre ombre su Giove

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La Nasa, l’Esa e l’University of Arizona hanno diffuso qualche giorno fa questa immagine ripresa dal telescopio spaziale «Hubble»: in essa tre dei quattro principali satelliti di Giove (Io, Ganimede e Callisto) proiettano la propria ombra sul disco del pianeta, una coincidenza che si verifica soltanto una o due volte per decennio. L’ombra di Io è al centro a sinistra; quella di Ganimede sul lato sinistro di Giove; quella di Callisto è vicino al bordo sulla destra. Sono visibili anche i dischi di Io e Ganimede: il primo è il cerchio bianco al centro dell’immagine, il secondo è il cerchio blu in alto a destra. Callisto, esterno all’immagine, si troverebbe a destra.

Sulla Terra, assistiamo a un’eclisse solare quando l’ombra della Luna si proietta sulla superficie del nostro pianeta mentre passa di fronte al Sole. Giove, tuttavia, possiede quattro grandi lune di dimensioni comparabili a quelle della nostra Luna (oltre a decine di altre più piccole). Le ombre di tre di esse talvolta passano contemporaneamente sul disco di Giove. L’immagine qui riprodotta è stata ripresa il 28 marzo 2004 dallo strumento NICMOS, la fotocamera nel vicino infrarosso e spettrometro multi-oggetto (Near Infrared Camera and Multi-Object Spectrometer) del telescopio spaziale «Hubble».

Perché la presenza contemporanea su Giove di tre ombre dei satelliti scoperti da Galileo Galilei nel 1610 è un fenomeno così raro? Io, Ganimede e Callisto orbitano attorno a Giove a velocità differenti. Così, anche le loro ombre percorrono il disco del pianeta a velocità diverse. Ad esempio, la luna più esterna fra esse, Callisto, orbita più lentamente delle altre. L’ombra di Callisto attraversa il pianeta ogni 20 passaggi di quella di Io. Se si aggiunge la frequenza dei passaggi dell’ombra di Ganimede, si comprende come la possibilità di un’eclisse tripla diventi ancora più rara. Vedere le tre ombre nel 2004 è stato un evento davvero speciale: due delle lune le cui ombre stavano attraversando Giove erano visibili nello stesso momento.

Giove appare in colori pastello perché l’immagine è stata ripresa nel vicino infrarosso in tre diverse lunghezze d’onda. La fotografia mostra la luce riflessa dalle nubi di Giove. Nel vicino infrarosso, il metano che si trova nell’atmosfera di Giove limita la penetrazione della luce solare, causando i diversi colori delle nuvole a seconda della loro altitudine. Studiare le nuvole nel vicino infrarosso è molto utile per gli scienziati. Colori sulle tonalità del giallo indicano nubi d’alta quota. I colori rossi quelle a quote più basse. In blu sono le nubi ancora più basse. Il verde nei pressi dei poli è dato da una sottile foschia presente nell’alta atmosfera. Il colore blu di Ganimede è invece dovuto all’assorbimento di ghiaccio d’acqua sulla superficie a lunghezze d’onda maggiori. Il colore bianco di Io è riconducibile alla luce riflessa dai chiari composti di zolfo che si trovano sulla superficie del satellite.

Riprendendo l’allineamento, gli scienziati hanno anche testato una nuova tecnica di ripresa. Per aumentare la nitidezza delle immagini della fotocamera nel vicino infrarosso, infatti, gli astronomi hanno accelerato il sistema di inseguimento di Hubble in modo da far attraversare a Giove il campo di ripresa in modo più rapido del consueto. La tecnica ha permesso di scattare rapide istantanee del pianeta e delle sue lune. Le immagini sono poi state combinate in un file unico che mostra molti dettagli aggiuntivi.
 

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Fonte: La Stampa

 
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