Il più grande satellite naturale di Saturno, Titano,
sarebbe tempestato da continue piogge di metano
sulla sua superficie. Lo dicono due studi pubblicati
sull'ultimo numero di Nature, uno teorico e uno
basato sui dati provenienti dalla sonda Huygens
atterrata sul pianeta il 14 gennaio del 2005.
R. Hueso e A. Sánchez-Lavega della Universidad del
Pais Vasco di Bilbao (Spagna) hanno spiegato che le
tempeste più forti cadono quando l'umidità del
metano nell'atmosfera raggiunge l’80 per cento,
producendo correnti ascensionali pari a 72 km orari
in grado di creare nel giro di poche ore spesse
nuvole a 30 km di altitudine.
Le gocce, grandi fino a un centimetro di diametro,
possono scaricare fino a 110 chilogrammi di liquido
su ogni metro quadro della superficie di Titano.
Secondo gli astronomi la sonda Cassini, in orbita
attorno a Saturno dal luglio 2004, dovrebbe essere
in grado di fotografare queste improvvise tempeste e
osservare l’effetto di raffreddamento che la pioggia
ha sulla superficie del satellite.
In un altro articolo sullo stesso numero di Nature,
Tetsuya Tokano e i suoi colleghi dell’Università di
Colonia, in Germania, hanno analizzato i dati
provenienti dalla sonda Huygens per capire gli
effetti del metano sul clima e sulla geologia della
luna di Saturno. I ricercatori hanno individuato
sottili strati di nubi, uno superficiale fatto di
metano ghiacciato e uno inferiore di metano e azoto
liquidi. Lo strato inferiore produce una pioggerella
che mantiene umida la superficie di Titano e ne
modifica fortemente la geologia. I ricercatori
sostengono che siano proprio queste precipitazioni e
non le nuvole a modificare il ciclo del metano sul
satellite.
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