Su titano un grande vulcano freddo in eruzione

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Si tratta di una struttura circolare che si estende per circa trenta chilometri e che, anziché lava, erutterebbe acqua ghiacciata e metano che saturerebbe l'atmosfera del grande satellite di Saturno Sulla più grande luna di Saturno, Titano, potrebbe esserci un criovulcano, un gigantesco vulcano attivo che non rilascia magma ma metano: si spiegherebbe così perche' l'atmosfera straordinariamente densa di Titano sarebbe tanto ricca di questo gas. La scoperta, pubblicata su Nature, si deve agli strumenti a bordo della sonda Cassini, frutto della collaborazione fra le agenzie spaziali di Stati Uniti (NASA), Europa (ESA) e Italia (ASI). Alla ricerca, coordinata da Christophe Sotin, del laboratorio di Planetologia dell'università di Nantes, hanno collaborato gli italiani Vittorio Formisano, Fabrizio Capaccioni e Priscilla Cerroni, dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).
Scoprire il vulcano, che si estende su un'area di 30 chilometri, è stato possibile grazie alle osservazioni all' infrarosso fatte dallo spettrometro VIMS (Visual and Infrared Mapping Spectrometer), realizzato in collaborazione fra ASI e Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA. Le immagini, catturate durante il passaggio ravvicinato di Cassini alla luna di Saturno del 26 ottobre scorso, sono state analizzate in Italia, all'Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario dell'INAF. Quella che è stata vista, scrivono i ricercatori, ''è una struttura circolare dal diametro di circa 30 chilometri che non somiglia a nessuna formazione finora osservata su altri satelliti ghiacciati".
Il fatto che sulla superficie di Titano finora analizzata non siano stati visti crateri è un'ulteriore conferma dell' esistenza di un'attività di criovulcanismo, ha osservato il responsabile per l'ASI dell'esplorazione del Sistema Solare, Enrico Flamini. La fuoriuscita di liquido (probabilmente acqua che immediatamente ghiaccia e si deposita al suolo e che sarebbe responsabile della formazione della struttura) e di metano allo stato gassoso spiegherebbe, secondo gli esperti, l'aspetto giovane della superficie di Titano finora osservata: questa verrebbe continuamente rimodellata dall'attività dei vulcani, che cancellerebbero le strutture più antiche. A giudicare da queste prime immagini, al momento non c'è traccia dell'oceano di metano la cui esistenza era attesa inizialmente dal mondo scientifico. Quello che emerge è una superficie molto varia, con aree brillanti che corrispondono a zone di terreno più ruvido e zone scure, che sembrano essere più lisce. Ma si tratta solo dell'inizio: ''c'è ancora moltissimo da vedere'', ha concluso Flamini. Finora, infatti, sono stati eseguiti soltanto quattro dei 45 passaggi ravvicinati previsti nella missione Cassini.

 
 
 
 

Data: 08/08/2005

Fonte: Newton

Link: http://newton.corriere.it/PrimoPiano/News/2005/08_Agosto/08/titano.shtml

 

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