La cometa si rivela

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Descrivere le comete come dei “blocchi di ghiaccio sporco” non è corretto: lo rivelano i risultati della ben riuscita missione Deep Impact. Il 4 luglio 2005 la sonda americana, giunta in prossimità della cometa Tempel 1, ha sparato contro di essa un proiettile delle dimensioni di una lavatrice. L’impatto, che ha prodotto un cratere grande come uno stadio, ha permesso di studiare sia la composizione della superficie che quella degli strati più interni.

Nei giorni scorsi sono state rese pubbliche le conclusioni dell’analisi dei primi dati: sulla superficie della cometa è presente ghiaccio d’acqua, ma è sorprendentemente poco! Copre solo l’1% dell’area complessiva. Eppure quando le comete si avvicinano al Sole sviluppano la coda e la chioma, la nube luminosa che le avvolge, e sappiamo che entrambe contengono anche vapore acqueo e cristalli di ghiaccio. Si pensava che questi provenissero dalla superficie, invece sembra che si trovino ad alcuni metri di profondità e che in qualche modo vengano espulsi.

Gli strati superficiali sono composti quasi interamente di polvere addensata e ciò fa pensare che la struttura della cometa non sia eccessivamente compatta, e che presenti delle cavità. C’è chi pensa che le comete siano legate all’origine della vita sulla Terra e forse i dati ancora in fase di studio ci daranno una risposta.

 

 

 
   

Data: febbraio 06

Autore: Elena Lazzaretto

Fonte: Urania

Link: http://www.pd.astro.it/urania/urania.html

 

 

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