Il meccanismo che origina le stelle giganti è stato
svelato da un gruppo di ricercatori coordinati da
Maria Teresa Beltran della Università di Barcellona
in Spagna.
“Sappiamo come si formano stelle come il Sole, ma ci sono problemi importanti nella
determinazione della formazione di stelle più
voluminoso del Sole, di come si possa accumulare
così tanta massa. Le nuove osservazioni con il VLA
hanno fornito indizi importanti a risolvere questo
mistero" ha detto Maria Teresa Beltran.
Usando infatti il Very Large Array radio
telescope di Socorro, nel New Mexico, i ricercatori
spagnoli di concerto ad osservatori astronomi
italiani e delle Hawai hanno osservato una giovane stella battezzata G24
A1. Grande circa 20 volte il nostro Sole, l'astro si
trova a 25 mila anni luce di distanza in una regione
dove si stanno formando nuove stelle. Le
osservazioni hanno dimostrato che l'elemento
cruciale per l'accrescimento di G24 A1 è dato da un
disco di gas e polveri che avviluppa il corpo
centrale.
Immagine artistica di G24 A1 -
Credit: Bill Saxton, NRAO/AUI/NSF
Fino a oggi le stelle giganti hanno sempre messo in
difficoltà gli scienziati. Da un lato infatti le
giovani stelle producono così tante radiazioni che
tendono a respingere la materia che le circonda e
che potrebbe servire per accrescere le loro
dimensioni. Questo, almeno teoricamente, tende a
limitare la loro massa a non più di dieci volte
rispetto a quella del Sole. Dall'altra parte però,
osservazioni dirette hanno dimostrato che esistono
oggetti celesti che hanno dimensioni molto più
grandi.
L'importanza del disco dipende dal fatto che oscura
la stella solo parzialmente e non viene così
allontanato completamente dalle radiazioni emesse.
Parte del gas viene così attratto dalla gravità
dell'astro e continua ad aumentare le dimensioni del
nucleo centrale.
In un articolo pubblicato sulla rivista
Nature1 gli
astronomi suggeriscono che si tratta di un
importante "caposaldo" nelle ricerche sulla fisica
stellare che conferma almeno in parte anche la
teoria secondo la quale le stelle più massicce
possono nascere dall'urto di due stelle più piccole.
La minore delle due infatti può disgregarsi formando
un disco attorno all'altra. E da questo disco arriva
il materiale da costruzione necessario per
accrescere la prima stella.
Dice la beltran: “Se
questo modello è corretto, ci dovrebbe essere
del materiale che cade all'interno, scorre veloce
esternamente e ruota intorno alla stella, tutto allo
stesso tempo ed è Infatti quello
esattamente abbiamo osservato in G24 A1. È la
prima volta tutti e tre questi tipi di movimento sono
stati visti in una singola giovane stella gigante"
e aggiunge “I nostri risultati
suggeriscono che il modello del disco è
plausibile come causa che rende una stelle fino a 20 volte
più grande la massa
del sole. Continueremo a studiare G24 A1, ed altri
oggetti, per migliorare la nostra comprensione"
La dottoressa Beltran ha operato con Riccardo Cesaroni e Leonardo Testi dell'osservatorio
astrofisico di Arcetri dell'INAF di Firenze, con
Claudio Codella e Luca Olmi dell'istituto di
Radioastronomia sempre dell'INAF e Ray Furuya del
telescopio Japanese Subaru Telescopedi nelle Hawai.