Nel
corso di un intervento al convegno dell'American
Geophysical Union a San Francisco, il 17 dicembre 2004, il fisico
spaziale Don Gurnett dell'Università
dell’Iowa ha descritto numerose scoperte effettuate dalla
navicella Cassini della NASA nel suo viaggio di avvicinamento al
pianeta Saturno.
Per esempio, riguardo agli anelli del pianeta, Gurnett ha spiegato che
lo strumento RPWS (Radio and Plasma Wave Sciences) di Cassini ha
rivelato un gran numero di impatti di particelle di polvere sulla
navicella. Gurnett e colleghi hanno scoperto che, mentre Cassini si
apprestava ad attraversare il piano degli anelli, il tasso degli impatti
ha cominciato ad aumentare notevolmente già due minuti prima
dell'attraversamento, raggiungendo poi un picco di oltre 1000 impatti
per secondo e diminuendo infine ai livelli pre-esistenti circa due
minuti dopo l'attraversamento del piano. Gurnett fa notare che le
particelle sono probabilmente molto piccole, con un diametro di pochi
micron, altrimenti avrebbero danneggiato lo scafo della sonda.
Inoltre, una sorpresa è giunta anche dalle variazioni registrate nel
tasso di rotazione delle emissioni radio del pianeta. Secondo le
misurazioni raccolte da Cassini in più di un anno, questo tasso è pari a
10 ore, 45 minuti e 45 secondi, più o meno 36 secondi. Si tratta di un
periodo superiore di circa sei minuti ai valori registrati da Voyager 1
e 2 negli anni 1980-81.
Gli scienziati usano il tasso di rotazione delle emissioni radio dei
grandi pianeti gassosi (come Saturno o Giove) per determinare il tasso
di rotazione dei pianeti stessi, in quanto i pianeti non hanno superfici
solide e sono ricoperti da nubi che rendono impossibile compiere
misurazioni visive dirette.
Secondo Gurnett, la variazione nel tasso di rotazione radio è difficile
da spiegare. "Saturno è unico nel suo genere, in quanto il suo asse
magnetico è allineato quasi esattamente con il suo asse di rotazione.
Pertanto non c'è un'oscillazione indotta dalla rotazione nel campo
magnetico, e dunque deve esserci qualche effetto secondario che
controlla le emissioni radio.
Speriamo di chiarire il fenomeno nei prossimi anni della missione
Cassini-Huygens".