Il respiro di Saturno
La sonda Cassini ha catturato il suono del pianeta degli anelli. Gli scienziati: «È l'effetto del vento solare che soffia sulla magnetosfera, è meraviglioso»
Un cuore pulsante. Un
lungo, lunghissimo battito. Questo è il respiro di
Saturno. Ed è tutto in sei
piccolissimi secondi registrati dalla sonda
Cassini-Huygens mentre entrava
nell'orbita del pianeta più misterioso del nostro
sistema solare. Non è uno
scherzo e nemmeno fantasia: il suono, come spiegano gli scienziati, è l'effetto
del vento solare che soffia sulla magnetosfera che
circonda il pianeta. La sonda
Cassini lo ha assorbito
al suo passaggio e ne è nata una frequenza sonora. Nel file multimediale, il
suono è leggermente disturbato
dai rumori di fondo dei
tecnici della Nasa, ma è nel complesso molto
chiaro e
stupefacente.
Il fatto che Saturno abbia uno strato interno di idrogeno prevede la presenza di
un campo magnetico prodotto per effetto
dinamo. Le sonde
Voyager, dopo la conferma dell'esistenza di questo campo fornita
dalla Pioneer 11, ne misurarono l'intensità: praticamente
uguale a quello terrestre. Il
campo magnetico di Saturno interagisce con la radiazione portata dal "vento
solare", dando origine così a una magnetosfera. Laddove il vento solare, a
velocità supersonica,
incontra il campo magnetico, si crea una "onda
d'urto" in cui le particelle solari cambiano direzione e
caratteristiche fisiche. In conseguenza dell'esistenza della magnetosfera,
Saturno è una sorta di radiosorgente
che emette impulsi di
lunghezza d'onda variabili.
A Pasadena gli scienziati della Nasa
sono rimasti a bocca aperta. Carolyn
Porco, specialista planetaria dell'ente spaziale americano, ha
detto: «Non riesco a capire, so solo che è straordinario». Dopo
Marte dunque, tocca a Saturno
campeggiare sulle prime pagine
di tutti i quotidiani del mondo; primo attore di una scena che ha come
sfondo l'universo e i misteri racchiusi dentro di esso. Forse perché i suoi
anelli sono di rara bellezza,
come mostrano le foto
praticamente perfette che Cassini
ha inviato e continuerà a inviare alla Nasa. Pare infatti che la sonda voglia
riservare altre sorprese.
Il 14 gennaio del 2005 la sonda Huygens si sgancerà dall'astronave madre e
scenderà su Titano, una delle 31
lune di Saturno. Titano fu scoperto dall'astronomo olandese
Huygens nel
1655. È circondato da
un'atmosfera (l'unico tra i satelliti del sistema solare a possederla) spessa e
densissima, tanto che la sua superficie è quasi impossibile da vedere.
Nulla si sa del suo suolo e
pochissimo della sua morfologia.
Sembra che Titano non
possieda un proprio campo magnetico e sulla sua superficie, forse composta da
laghi di etano, metano
e ghiacci di ammoniaca e acqua, la temperatura dovrebbe essere di
-290° fahrenheit (circa
-143° centigradi). L'interesse
verso questo affascinante ed enigmatico
satellite non sta nel suolo ma nell'esistenza di
un'atmosfera, composta da
azoto, metano,
argon, acqua e decine di
composti. Gli scienziati ritengono che queste particolari condizioni potrebbero
essere simili a quelle
che aveva la Terra poco
prima della comparsa della vita
su di essa.
Le questioni che fino a ora sono
rimaste irrisolte, soprattutto il perché Titano ha un atmosfera,
potranno essere svelate almeno in parte dalle mappe
radar della Cassini. Il modulo
Huygens, che ha un contributo
tecnologico tutto italiano di
Asi ed
Esa fornirà
poi, si spera, numerosi dati su questo enigmatico
satellite.
http://news2000.libero.it/editoriali/eda131.html