Le pulsar sono
stelle di neutroni dense e veloci, delle dimensioni
di poche decine di chilometri
su cui
è concentrata l'intera massa di una stella come il
nostro Sole, con la conseguenza che un solo
centimetro cubo di sua materia pesa quanto l'intera
popolazione del nostro globo.
Da quando ne è stata
provata l'esistenza, nel
1967
dalla giovane Jocelyn Bell, questi relitti di potenti
esplosioni "a morte" di supernove e stelle voluminose
e che danno vita alle nebulose, sono considerate
degli astronomi
"l'ambiente
più esotico nell'universo".
A causa delle
dimensioni ridotte
emettono
quantità esigue di radiazione termica e sono
pertanto invisibili a grande distanza ma osservabili
per un tipo di radiazione completamente differente:
un segnale radio che si ripete, come una pulsazione,
ad intervalli regolari.
La
stella di neutroni emette fasci di particelle
(elettroni e protoni) lungo l'asse magnetico, che
non coincide con l'asse di rotazione Solo se
l'osservatore si trova entro il cono di luce può
ricevere il segnale, e lo riceverà in impulsi
distanziati di un intervallo pari al periodo di
rotazione.
La
straordinaria precisione e regolarità degli impulsi
radio emessi, cento milioni di miliardi di volte più
precisi del migliore orologio che si possa mai
realizzare sulla terra, unitamente ai campi
magnetici ed elettrici
emessi, ben più forti di tutti i laboratori messi
insieme, fanno delle pulsar l'ambiente ideale per la
verifica delle tesi della teoria della Relatività
Generale di Albert Einstein.
La luce emessa dall'esplosione della supernova che
ha provocato la nascita della Nebulosa del Granchio è stata
osservata da astronomi giapponesi e cinesi il 4
luglio del 1054; nelle cronache del tempo si
parla di una luce, di una stella nuova, più
luminosa di Venere, così intensa da essere visibile
in pieno giorno e che restò tale per ben 23 giorni
consecutivi. (Annali
della Dinastia Sung)
Nebulosa del Granchio - Credit
Chandra
Vicino al centro della
Nebulosa del Granchio
si trova la Pulsar del
Granchio (Crab Pulsar), la più energetica
conosciuta. Ruota sull'asse 30 volte al secondo ed è
sede di un enorme campo magnetico. Funziona come una
centrale elettrica celeste, generando radiazione che
variano dai raggi radiofonici ai raggi gamma,
energia sufficiente da permettere l'irradiazione
della Nebulosa intera.
La
maggior parte delle pulsar sono dipolari, cioè hanno
due poli magnetici: nord e
sud. Le onde radio che pulsano dai poli sono l'un
l'altro identiche.
Un gruppo di astronomi coordinati da Tim
Hankins (del New Mexico Institute of Mining and
Technology di Socorro, Usa) ha esaminato,
dall'osservatorio di Arecibo, gli
impulsi emessi da questa stella di neutroni tra il
2004 al dicembre 2006.
Da tempo si sa che la pulsar della nebulosa del
Granchio
presenta anche impulsi secondari. Ora
però il team ha potuto dimostrare
che questi impulsi sono radicalmente differenti da
quello principale, cosa che farebbe pensare una
provenienza da altri poli. In particolare questi
impulsi secondari sono
Pulsar al centro della nebulosa del Granchio -
Immagine ai raggi X, credit Chandra
concentrati in una serie di
frequenze molto piccole e distinte da quelle
principali.
Tim Hankins, direttore sostituto
dell'osservatorio di Arecibo (Porto Rico), ha
infatti dichiarato: "Abbiamo ottenuto un campo
magnetico molto più complicato che il semplice modello
dipolare. -
Se c'è un terzo polo allora c'è
anche un quarto poiché tutti i campi magnetici
sono dipolari".
Il collega Jean
Eilek (professore di fisica a Socorro - New Messico),
nel caso della pulsar della nebulosa del
Granchio, situata nella
costellazione del Toro a circa 6.300 anni luce dalla
Terra, dice: “Queste
caratteristiche emissione riscontrate sono a noi sconosciute,
non sono mai state registrate in altre pulsar".
L'ipotesi è dunque che questi impulsi arrivino da
un'altra coppia di poli, diversi da quelli
principali, formatisi forse a causa di un processo
di collasso della stella molto più complicato del
previsto.
La ricerca è stata
presentata alla conferenza della American
Astronomical Society di Seattle provocando un
meritato stupore, lo stesso provato dal team di
astronomi e fisici di Arecibo che, alla scoperta,
esclamò: "Forse il campo magnetico non è
semplice come lo pensiamo. Ora siamo completamente
perplessi!"
Ed Il cielo continua a stupirci...