Due nuove ricerche sull'esplosione delle supernove
hanno riacceso il dibattito sul ruolo che queste stelle morenti hanno
avuto nella formazione delle altre stelle e dei pianeti. Secondo le
teorie tradizionali, sarebbe proprio l'esplosione delle supernovae la
causa della formazione della polvere cosmica da cui poi si è formato
l'universo come lo conosciamo. In due ricerche indipendenti, però,
effettuate su altre galassie, si è trovata molta meno polvere di quella
che i modelli matematici avevano previsto.
Nel primo studio, i cui risultati sono stati presentati al meeting
dell'American Astronomical Society, un'equipe di ricercatori
dell'Università di Berkeley coordinati da Snezana Stanimirovic è
riuscita ad catturare la prima immagine all'infrarosso della nuvola di
polvere e gas risultata dall'esplosione di una supernova nella Piccola
Nube di Magellano, a 200 mila anni luce dalla terra. La quantità
osservata di polvere è stata del 4% rispetto a quella attesa per un
evento che ha coinvolto una stella 20 volte più grande del Sole. Secondo
la ricercatrice "Simili osservazioni anche su supernovae della nostra
galassia hanno dato risultati inferiori alle aspettative".
Leggermente migliori i risultati di Ben Sugerman dello Space Telescope
Science Institute di Baltimora. Surgerman ha osservato l'esplosione di
una supernova a 30 milioni di anni luce dalla Terra, avvenuta nel marzo
2003, ed è riuscito ad osservarne l'espansione con metodi spettrografici
e infrarossi. In questo caso la polvere osservata era il 10% di quella
attesa.
A questo punto sta alla comunità astronomica decidere come interpretare
i dati, e se è il caso di riformulare le teorie sull'importanza delle
supernovae nell'evoluzione dell'universo. Secondo Sugerman, la teoria è
valida e va solo modificata: "noi ci siamo sempre aspettati una
distribuzione regolare della polvere dopo l'esplosione, ma è più
realistico pensare che invece essa sia disomogenea. Con questa
assunzione, i risultati attesi cambiano di molto". Secondo altri
ricercatori, il problema è nei metodi utilizzati per le osservazioni che
non sarebbero in grado di rivelare tutta la polvere, ma solo quella al
di sopra di una certa temperatura e dimensione. Il dibattito, comunque,
è tuttora aperto.
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