Centinaia di scienziati
d'oltre oceano uniti contro la retrocessione di
Plutone da pianeta a pianetino. La decisione, presa
il 24 agosto scorso dalla
Unione Astronomica Internazionale, era un "atto
dovuto", sia per ottemperare ad un vuoto accademico
(la mancanza di una definizione del termine pianeta)
sia in risposta alle recenti scoperte di nuovi corpi
celesti che attendevano di conoscere la loro "sorte"
(nuovi pianeti, pianetini, asteroidi?) e alle
possibili scoperte future dei tanti corpi presenti
nella, così si pensa, affollata fascia di Kuiper.
Evidentemente quanto stabilito non deve trovare
tutti concordi se è stata addirittura
aperta, contro a questa, una
petizione.
Solo una
questione "affettiva" in rispetto della storia
astronomica passata, oppure una vera questione
di principio?
Si riaprirà il dibattito accademico? Tutto farebbe
pensare di no: è pur vero che talvolta è necessario
prendere decisioni impopolari che, nel momento
d'essere stabilite, sanno già essere latrici
di dissensi e polemiche.
Per amore di
battuta verrebbe da chiedersi se insorgeranno i "fans"
del decimo pianeta che, invece di vedere avvicinarsi
sempre più il "momento cruciale" delle presentazioni
col pianeta dell'incrocio, lo vedono
allontanarsi; oppure gli astrologi.... trovatisi
adesso a dover spiegare l'influsso di un pianetino.
E allora a quando le previsioni per i cieli dominati
da Cerere e Xena? Di fronte a ciò persino Tombaugh,
scopritore di Plutone nel 1930, si rivolta nella
tomba!