Quella volta che a Pieve caddero meteoriti |
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Ciò che invece è storicamente e scientificamente accertato è "la pioggia di meteoriti" caduta in pieno giorno nel circondario di Borgo San Donnino (Pieve di Cusignano, Cella e Varano Marchesi) nel lontano 1808. Ne fa cenno la "Storia di Fidenza" di Aimi e Copelli che riporta testualmente: "il 19 aprile, all'una pomeridiana, una pioggia di meteoriti cadde sopra Borgo e tre ville del circondario" , precisando che «un frammento fu inviato al ministro dell'Interno» . Un ampio resoconto del fatto appare sul sito Internet del Circolo Astrofili Talmassons (Udine) con un interessante testo redatto nel 2001 da Matteo Chinellato. Si possono avere notizie anche visitando il sito di Pieve Cusignano www. pievedicusignano. it alla pagina Pieve e dintorni. "Il
giorno 19 aprile - si legge sul sito udinese - il cielo di Borgo San
Donnino era coperto di nubi con sprazzi di sereno. Alle ore una del
pomeriggio gli abitanti udirono, senza aver osservato nessun fulmine in
cielo, due fragorosi scoppi somiglianti a due cannonate seguiti da una
serie continuata di colpi come una scarica di mortaretti che durarono
circa un minuto però con aumento di potenza. Poi di colpo si sentí un
cupo rumore simile ad una forte corrente d'aria o al rumore che emette
un camino acceso, il quale durò 3- 4 minuti. Si mobilitò anche l'Università di Parma mandando sul posto il professor di Chimica Giovanni Battista Guidotti, il quale insieme al professor Sgagnoni raccolse campioni e interrogò diversi testimoni tra i quali, a Cella, don Pietro Fedeli cappellano del paese, Michele Grassoni, che recuperò una delle pietre cadute conficcata a 8 cm di profondità e Alessandro Tanzi. A Pieve di Cusignano fu
interrogato Marco Orlandelli. Un'altra testimonianza venne resa da don
Adonio Sidoli, cappellano di Varano. Il testimone di Pieve
Cusignano, il contadino Marco Orlandelli che lavorava i campi in
località
Gabbiano, vide una pietra grossa come un pugno cadere a terra a una
settantina di metri di distanza sollevando una nuvola di polvere. Subito
pensò a un fulmine e mandò il figlio a verificare cosa fosse caduto.
Arrivato nel punto dell'impatto - dichiarò il testimone - il ragazzo
introdusse la mano nel foro trovato e sentí scottarsi le dita,
informandomi che all'interno, alla profondità di circa 27 centimetri, si
trovava una specie di ferro infuocato. |
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Data: Mercoledì, 02 febbraio 2005 Autore: Anna Orzi Fonte: Gazzetta di Parma Collaborazione: Gildo Persone' - Centro Italiano Studi Ufologici - CISU - Roma |
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