Il fall-out
cosmico di un'esplosione stellare avrebbe investito la Terra circa 2,8
milioni di anni fa, e potrebbe aver innescato un cambiamento climatico
che ha influenzato il corso dell'evoluzione umana. Le prove vengono da
un raro isotopo del ferro che sarebbe stato scagliato nello spazio da
una supernova prima di terminare nella crosta rocciosa al di sotto
dell'Oceano Pacifico.
Il deposito di materiale era stato scoperto nel 1999 da un gruppo di
scienziati guidato dal fisico Gunther Korschinek della
Università Tecnica di Monaco di Baviera, in Germania. Ma finora era
stato impossibile datare con precisione la supernova a partire da questi
campioni, perché il materiale era distribuito attraverso molti
differenti strati di roccia. Ora gli scienziati hanno analizzato un
diverso frammento di crosta oceanica, dove i detriti sono concentrati in
una banda rocciosa che può essere datata accuratamente. I ricercatori
hanno trovato quantità piccole ma significative dell'isotopo ferro-60,
che può provenire soltanto da una supernova.
"Abbiamo preso in considerazione ogni altra possibilità - afferma
Korschinek - ma nessun altra fonte può produrne simili quantità". I
risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista "Physical
Review Letters".
Korschinek stima che la supernova sia esplosa circa 2,8 milioni di anni
fa, a 100-200 anni-luce dalla Terra. Il fascio di raggi cosmici avrebbe
incrementato la copertura di nubi su tutto il pianeta: secondo lo
scienziato, per almeno 100.000 anni la Terra è stata investita dal 15
per cento di raggi cosmici in più, abbastanza per modificare il clima,
raffreddare la superficie, aumentare il ghiaccio dei poli e rendere più
arida l'Africa. I dati fossili nei campioni rocciosi confermerebbero la
data di questo cambiamento, che potrebbe aver innescato l'evoluzione
dell'uomo.
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