Missione Cassini – Nuove immagini dalle lune di Saturno La splendente tigre bianca del nostro cielo
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Encelado, piccola luna del pianeta degli anelli, più che svelare i suoi affascinanti misteri ce ne presenta di inimmaginati con disarmante evidenza Di Margherita Campaniolo |
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Da una distanza di 153.000 chilometri, nell’ambito della sua esplorazione del “sistema Saturno”, il 17 gennaio 2006 la fotocamera della sonda Cassini “accarezza” ancora una volta la luna Encelado; ecco il frutto di quell’incontro, un’immagine incredibilmente affascinante e ricca di implicazioni scientifiche... La fotografia è mostrata al mondo, con giusto orgoglio del team, il 22 febbraio scorso. Ciò che è fotografato è l’emisfero sud della luna, ritratto composto dall’unione di più scatti effettuati con l’uso di filtri verdi, agli infrarossi e agli ultravioletti; tale sovrapposizione è servita per meglio visualizzare ed indagare la disomogeneità della superficie di Encelado, caratteristica che aveva particolarmente intrigato gli scienziati dell’equipe Cassini quando la sonda, in un flyby di soli 175 chilometri, aveva avvicinato la piccola luna il 14 luglio 2005. Encelado mostra infatti striature (denominate "tiger stripes") oggi attribuite sia alla diversa composizione superficiale, zone di ghiaccio puro rispetto a zone che presentano altri materiali, così come dalla diversa capacità di riflessione della luce in relazione all’età del ghiaccio.
Image credit: NASA/JPL/GSFCEncelado, luna dal diametro maggiore d’appena 512 chilometri e che compie un’orbita attorno al suo “signore”, Saturno, in 32,8 ore, è uno degli oggetti più luminosi nel nostro sistema solare. Sì, piccolo ma luminosissimo, la tigre splendente del nostro sistema solare. Fu scoperto nel 1789 da Friedrich Wilhelm Herschel, musicista nonché grande astronomo tedesco, scopritore, 8 anni prima, del pianeta Urano (particolare notare che, nella mitologia, è proprio Urano a generare i Giganti fra cui Encelado, nati dalle gocce del suo sangue cadute sulla Madre Terra-Gea quando Saturno-Crono lo evirò con un colpo di falce) mondo bianco e freddo con temperature medie in superficie di circa -201° C e che riflette quasi il cento per cento della luce solare ricevuta grazie proprio alla coltre di neve e ghiaccio d’acqua che la ricopre. Sappiamo che evidenzia almeno cinque diversi tipi di terreno e che non più di 35 chilometri della sua superficie è interessata da crateri, evidente segno di una attività geologica superficiale piuttosto recente. Encelado ha fenditure, pianure, colline ed altre deformazioni di crosta; è giovane, una piccola luna ghiacciata di meno di 100 milioni di anni. E il suo interno? Tutti i dati sopra elencati portano a credere che l’interno di Encelado possa contenere acqua liquida e questo anche per altre sorprendenti e recenti scoperte. Intanto per i risultati relativi alla temperatura: il dott. John Spencer, che si occupa dell’analisi dei dati all’infrarosso della sonda Cassini, ha dichiarato che Encelado è una terra dove, se paragonata al nostro pianeta, l’Antartide è più caldo del Sahara. Paradossale? Sì, Eppur vero. Le temperature della zona equatoriale raggiungono, come previsto, i -193,33 gradi centigradi. I poli dovrebbero essere ancora più freddi (visto che la luce del Sole li colpisce molto obliquamente) tuttavia, se ciò è vero per l’Artide della luna, le temperature medie registrate da Cassini al polo sud di Encelado raggiungono i -188,33 gradi centigradi (85 Kelvin), molto più calde di quelle previste. L’immagine sotto illustra con chiarezza tale anomalia.
Image credit: NASA/JPL/GSFC La scoperta delle "striature" di Encelado localizzate al polo sud e la loro recente analisi aggiungono anomalia ad anomalia: le zone polari concentrate vicino alle striature presentano temperature che raggiungono i -162,78 gradi centigradi (oltre i 110 Kelvin, ben 25 gradi Kelvin in più rispetto alla già anormala calura dell’Antartide di Encelado). Ciò è certamente dovuto a fenomeni di vulcanismo attivo, fatto straordinario e unico, mai fino ad oggi riscontrato, in un corpo celeste di quelle dimensioni; Encelado è infatti il più piccolo corpo celeste che possiede attività vulcanica attiva. Effetti simili possiede Io, satellite galileiano del diametro di 3643 km, mentre su Europa e Ganimede, anch’essi satelliti gioviani di notevole diametro (Ganimede è la luna gigante di Giove, 5262 km il suo diametro) l’attività vulcanica interna produce, in parecchie zone, lo stesso aspetto giovane e “levigato” registrato su Encelado, frutto del ghiaccio formatosi dal congelamento dell’acqua che il calore interno trasportata fino in superficie. Gli effetti più eclatanti di questa intensa attività di Encelado non sono solo quelli che abbiamo fino ad ora elencato poiché la presenza di acqua liquida nel cuore della luna, la sua fuoriuscita e la successiva solidificazione è accompagnata da un altro sorprendente fenomeno: al polo sud è costantemente presente un enorme picco di nube di vapore acqueo e prodotto dalle fratture evidenziate in quella zona. Un felino intrappolato respira dall’interno di quel corpo ghiacciato e Cassini ne ha ripreso le spettacolari esalazioni
Image credit: NASA/JPL/Space Science Institute
Forse è proprio questa la ragione per cui un corpo dal peso specifico così basso riesca a trattenere attorno a se un’atmosfera: la lenta e continuativa produzione di esalazioni gassose e di vapore. L’analisi dell’atmosfera di Encelado registra un 65% di vapore acqueo e un 20% di idrogeno. I rimanenti 15% sono composti principalmente da anidride carbonica e una certa combinazione di azoto e ossido di carbonio. La variazione d’altezza nei picchi di vapore acqueo, evidenziati dalle immagini all’ultravioletto, confermano una loro provenienza localizzata, paragonabile ad un punto caldo geotermico. Finite qui le meraviglie di Encelado?
Questo il
mito, questo quanto narrato da Apollodoro: Il Gigante che guidò
la battaglia contro il “padre degli dei” per vendicare la sorte
dei fratelli Titani oggi s’agita e ruggisce là dove la dea
Atena, alleata di Zeus, lo scagliò; schiacciatolo da un grosso
sasso, egli giace sotto quella terra (la Sicilia) e con tremori,
pennacchi di fumo, cenere e polveri rivela la sua presenza…
“…a
scolorir le stelle”,
come scritto nei racconti dell’Eneide da Virgilio.
Image credit: NASA/JPL/Space Science Institute Encelado. Una piccola luna? No, Tuttaltro! |
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Data: 26 febbraio 06 Autore: Margherita Campaniolo Fonte: Space Freedom |
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