La Cassini è arriva su Saturno Dopo un viaggio durato 6 anni, 8 mesi e 15 giorni... di Margherita Campaniolo
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01/07/2004 Era il 15 ottobre 1997, partiva alla volta di Saturno la sonda spaziale Cassini, uno strumento, un progetto, nato dalla collaborazione tra l'Europa e gli Stati Uniti, ESA e NASA. Oggi, a distanza di 6 anni, 8 mesi e 15 giorni, termina con successo questo lunghissimo viaggio nel nostro sistema solare, un viaggio lungo 2773800000 km. Da questo momento Cassini prenderà ad orbitare attorno al pianeta degli "anelli" per la durata di 4 anni, con lo scopo di svelarci i misteri di questo affascinante pianeta, delle sue lune e dei suoi famigerati anelli. Grande, grandissima la soddisfazione di tutta la “squadra” che opera per Cassini, una squadra che abbraccia 15 paesi ed è composta da ben 260 ricercatori, uomini che si sono alternati, in tutti questi anni, prima e dopo il suo lancio. Certamente ne hanno tutti i motivi: molte le insidie che Cassini ha dovuto affrontare durante il viaggio e, vista la considerevole distanza che ci separa e che non consente la ricezione come l’invio di messaggi tra la sonda e la Terra a non meno di un’ora e ventiquattro minuti, i ricercatori sapevano da prima della sua partenza che la navetta, nel momento cruciale dell’entrata in orbita attorno a Saturno, sarebbe stata assolutamente sola, sola ad affrontare la delicatissima manovra, senza alcun aiuto. Ecco quindi perché, alla ricezione del messaggio di OK da Cassini, un lunghissimo e giustificato applauso, liberatorio e di soddisfazione, si è librato nelle sale del Jet Propulsion Laboratory della Nasa a Pasadena, in California. Queste le fasi cruciali: ore 04,03 (ora italiana) - primo passo verso l’inserimento in orbita ore 04,36 – accensione del motore principale ore 06,12 – spegnimento del motore ore 06,36 - Julie Webster, la decana tra gli scienziati impegnati nella missione Cassini, riceve conferma ed annuncia al mondo l’entrata in orbita della Cassini. Durante queste delicatissime operazioni la sonda si è più volte “girata”, volgendosi ora verso il pianeta ora verso la Terra attraversando gli anelli; in queste fasi ha raccolto dati importantissimi, avvicinandosi al pianeta come mai nessun altro strumento aveva fatto (a 20.000 km) e ai suoi anelli ad una distanza che mai sarà così breve in tutta la missione (dieci volte inferiore) e ricevendo una massiccia dose di polveri provenienti dagli stessi che saranno analizzati dai sofisticati strumenti di bordo, ben 5 dei quali si sono messi in funzione proprio in questa imperdibile occasione. Cassini è davvero una sonda da primato: finora le tre sonde americane, la Pioneer 11, e le Voyager 1 e 2 (tra il 1979 e il 1981) avevano solo sfiorato da lontano Saturno, dirette altrove; Cassini è inoltre un gioiello di altissima tecnologia: una missione costata tre miliardi di dollari per una sonda che pesa circa 2.500 chili, alta 6,7 metri e larga 4 e che porta con se 12 sofisticatissimi strumenti scientifici più 6 per la sonda Huygens. Tutta questa tecnologia è anche onore per l’Europa e l’Italia: la sonda Huygens è tutta made ESA; questa studierà Titano, la più grande luna di Saturno, tanto simile alla Terra primordiale e che rappresenta il corpo celeste che potrebbe “raccontarci” molto sia sul nostro pianeta sia sulle origini della vita. Un enorme contributo è stato dato dall’italiana Alenia Spazio (sotto il coordinamento dell’ASI), azienda che è stata capace di proporsi sulla scena internazionale alla pari con le altre impegnate nel progetto e di fornire tecnologia di alta qualità per affidabilità ed innovazione. Parole di soddisfazione, alla notizia del successo della Cassini, sono infatti venute da Maurizio Tucci, amministratore delegato di Alenia Spazio. Per Cassini ed i sui strumenti hanno operato inoltre le universita' di Lecce, L’Aquila, Roma, Bologna, Pavia, Padova e l'Istituto Nazionale di Astrofisica, realizzando lo spectrometro Vism della Cassini come l’Hasi, posizionato invece sulla sonda Huygens; di Alenia Spazio è l’antenna parabolica (unitamente a tutta la sua strumentazione di controllo) detta “High Gain Antenna” e che possiede un diametro di ben tre metri. Tra poco più di cinque mesi, attorno a Natale, assisteremo all’atterraggio di Huygens su Titano. Detto ciò, appaiono tutt’altro che “oltre misura” le parole pronunciate oggi dal capo della Nasa Sean O' Keef: ''Abbiamo aspettato sette anni questo momento. Oggi e' veramente un giorno meraviglioso''. |
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