Bacone, il vero padre del telescopio
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Non tutti sanno che non fu Galileo a inventare lo strumento di precisione. Sulla base di un testo tolemaico, lo fece Roger Bacon, trecento anni prima. Tuttavia quell’oggetto, che consentiva di osservare cose e persone a grande distanza, fu giudicato diabolico e venne bruciato. Per superstizione e ignoranza gli uomini distrussero sia il telescopio che gli scritti tolemaici. Le lenti convesse e biconvesse per scrutare gli astri sono ancora più antiche dello stesso Bacone: risalgono infatti ai Babilonesi e ai Greci. Prove alla mano, Robert Temple dimostra in modo inconfutabile, nel suo recentissimo saggio "The crystal sun", che i più sofisticati scienziati di questi popoli disponevano di avanzatissime tecnologie ottiche: troviamo, infatti, in alcuni antichi testi – osserva Temple – affermazioni che non possono essere il risultato di un’osservazione a occhio nudo. Per Democrito, tanto per fare qualche esempio, “la via Lattea, macchia biancastra a prima vista, consiste invece di tante stelle”; mentre per Diodoro Siculo “sulla Luna ci sono montagne come quelle della Terra”. Gli studiosi più avanzati e sofisticati erano, però, i Babilonesi che rappresentavano Saturno avvolto in un cerchio e, come è noto, gli anelli del pianeta non sono visibili senza telescopio. La prova che queste conoscenze risalgono a tempi molto lontani non è solo nelle carte, ma anche nell’archeologia. Temple, infatti, ha accertato l’esistenza, negli scantinati di parecchi musei, di oggetti greci o babilonesi che sono sicuramente lenti convesse e biconvesse, utilizzabili sia per un ingrandimento diretto sia per i telescopi. Sino ad oggi gli archeologi avevano sottovalutato il significato di questi reperti, ritenendoli monili di natura ornamentale. Ora Temple, però, con una documentata disamina di una enorme mole di materiale, dimostra che sono strumenti ottici, anche perché ha trovato disegni e decorazioni d’epoca che rappresentano telescopi e uomini che li usano per scrutare il cielo. Insomma, non dovrebbe esserci più discussione: Galileo ha avuto padri, nonni bisnonni e trisavoli in quantità. Questo sminuisce il suo merito? Niente affatto. Una delle caratteristiche della grande scoperta è che venga tramandata. Che i posteri possano utilizzarla. E ciò non è accaduto né per quanto riguarda il telescopio di Bacone, distrutto dalla follia e dall’arretratezza delle genti di quell’epoca, né per le lenti di Babilonesi e Greci. Cosicchè, il nostro Galileo, quando decise di indagare le stelle, non trovò uno strumento esistente, né traccia o memoria di conoscenze in materia. Fu costretto a farsele da sé. E perciò, legittimamente, viene considerato come l’inventore del telescopio. Del resto, prima di Cristoforo Colombo, in molti erano andati nelle Americhe, a partire dai Vichinghi, ma lo scopritore dell’America rimane il grande genovese. Fu lui infatti a sbarcarvi, a tornare e a raccontare ciò che aveva visto. Da allora i suoi contemporanei e i posteri impararono che oltre l’Oceano c’era un Nuovo Mondo. Senza Colombo non lo avrebbero saputo. Quanto a Galilei: è lui che ci ha insegnato a scrutare le stelle. |
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Fonte: http://www.ticinonews.ch/cms/13,36,1100515667,10/0/mod_gzip/ |
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